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Usa 2024: – 290, Trump avverte la Corte Suprema, se mi escludete “caos e bolgia”

Scritto il 19/01/2024 per la sezione Usa 2024 del mio sito e riprerso da The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/usa/usa-2024-290-trump-avverte-la-corte-suprema-se-mi-escludete-caos-e-bolgia/

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Usa 2024 290 – Donald Trump avverte la Corte Suprema: se sarà escluso dal Usa 2024, “il caos e la bolgia” si scateneranno “in tutta la Nazione”. Sta scritto – riferiscono i media Usa – nelle argomentazioni che gli avvocati del magnate hanno presentato al massimo tribunale degli Stati Uniti che deve decidere sull’immunità dell’ex presidente. “Escludermi dal voto priverebbe dei diritti civili decine di milioni di cittadini”, è l’idea di fondo di Trump.

Sul suo social Truth, il magnate ribadisce il suo punto: “Un presidente degli Stati Uniti deve avere la piena immunità, senza la quale sarebbe impossibile per lui agire propriamente. Qualsiasi errore, anche in buona fede, verrebbe trattato con una quasi certa incriminazione da parte degli avversari alla fine del mandato. Anche gli eventi che ‘oltrepassano la linea’ devono godere di totale immunità, o ci saranno anni di traumi nel tentare di distinguere il bene dal male. Ci deve essere certezza”.

La Corte Suprema federale inizierà l’8 febbraio l’esame del ricorso del magnate contro la decisione della Corte Suprema del Colorado di escluderlo dalle primarie nello Stato, in forza della sezione 3 del 14o emendamento della Costituzione che mette al bando da cariche pubbliche i funzionari che hanno partecipato a insurrezioni o di rivolte contro la Costituzione cui avevano giurato fedeltà (Trump sobillò la sommossa del 6 gennaio 2021 contro il Congresso). La Corte Suprema dovrà poi valutare l’immunità, o meno, di un presidente dai reati compiuti durante il suo mandato.

Le prese di posizione dei legali di Trump e dello stesso ex presidente hanno un tono intimidatorio, quasi a volere esercitare pressione sui giudici ammonendoli sulle conseguenze delle loro decisioni.

Usa 2024: incertezze su inizio processi a Trump; Hunter concorda audizione
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Huinter Biden parla ai giornalisti sul Campidoglio di Washington, davanti al Congresso (Fonte: Abc)
I continui appelli e i ricorsi fino alla Corte Suprema dei difensori di Trump creano incertezza sull’inizio dei processi all’ex presidente: a parte i due procedimenti civili in corso, per uno dei quali s’attende solo la sentenza, ve ne sono due federali, uno a Washington e l’altro in Florida, uno statale in Georgia e uno locale a New York.

“Quando i processi a Trump inizieranno dipende dal sistema giudiziario” ha detto Merrick Garland, segretario alla Giustizia, in un’intervista alla Cnn. L’ex presidente si dichiara vittima di una “caccia alle streghe” da parte del Dipartimento della Giustizia accusato di essere uno “strumento politico” nelle mani della Casa Bianca. Garland, invece, afferma l’indipendenza della giustizia nelle inchieste sia contro Trump che contro Hunter Biden, il figlio del presidente.

Proprio ieri, Hunter ha concordato di comparire davanti alla commissione della Camera, controllata dai repubblicani, che indaga su eventuali vantaggi ricavati dal padre dai suoi affari in Cina e Ucraina. Hunter sarà ascoltato a porte chiuse il 28 febbraio: lui chiedeva di deporre in pubblico. “Attendiamo con ansia la sua testimonianza”, dice il presidente della commissione James Comer.

Usa 2024: shutdown, rischio rinviato a inizio marzo

E sempre ieri il Congresso ha approvato una legge tampone che evita il rischio di uno shutdown, cioè di una parziale serrata dei servizi pubblici, causa fine fondi, che sdarebbe scattata a fine settimana. La copertura delle spese è assicurata fino all’inizio di marzo.

Il Senato ha dato via libera a una misura tampone con 77 sì e 18 no (tutti repubblicani), la Camera l’ha poi varata con 314 favorevoli e 108 contrari (solo due democratici), alla vigilia della scadenza dei termini, che era fissata alle 24.00 di oggi. Casa Bianca e Congresso hanno ora sei settimane per trovare un accordo sul bilancio 2024, compresi gli aiuti all’Ucraina e a Israele e gli interventi per il flusso dei migranti al confine con il Messico.

Usa 2024: sondaggi, qualche buon segnale per Biden
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John Kerry e Joe Biden in un’immagine della campagna 2020 (Fonte: la Repubblica)

Fermo restando che i sondaggi nazionali danno scarse indicazioni, perché i voti negli Usa non si contano a livello nazionale, ma Stato per Stato, un paio di sondaggi un po’ contro corrente danno notizie incoraggianti per il presidente Joe Biden, che supera Trump nelle intenzioni. Un sondaggio di Ipsos per Reuters rileva che, in un match a due, Biden è la scelta preferita dal 40% degli elettori, Trump dal 38%. Il 10% degli elettori dichiara che sosterrebbe “qualche altro candidato”.

Includendo nella partita il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr., Biden e Trump scendono, rispettivamente, al 34% e al 33%, contro il 17% del nipote del presidente John F. Kennedy.

Analogamente, un sondaggio di YouGov per The Economist dà a Biden il 44% e a Trump il 43%. In particolare, l’indagine rileva che il presidente è sostanzialmente più popolare tra i giovani, mentre Trump è avanti tra gli ‘over 65’. Biden ha un vantaggio sostanziale tra le donne, 46% contro 38%, Trump ha sei punti di margine tra gli uomini. Il magnate precede Biden, con il 50% contro il 39%, tra gli elettori bianchi, mentre il presidente è in testa tra gli elettori afro-americani e ispanici, rispettivamente 57% contro 18% e 50% contro 31% – nel 2020, il suo margine nelle minoranze era stato più netto -.

Biden non è preoccupato di perdere consensi fra gli arabo-americani a causa del sostegno a Israele nella guerra a Gaza. “Trump vuole vietare l’ingresso degli arabi nel Paese”, ha ricordato ai reporter che lo interpellavano, alludendo al controverso muslim ban che Trump intende reintrodurre. “Farò in modo di fare capire chi ha a cuore la popolazione araba”.

Usa 2024: New Hampshire, duello tra Trump e Haley
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Haley greets guests during a campaign stop at Wildwood Smokehouse on July 29, 2023, in Iowa City (Fonte: Cnn)

In campo repubblicano, le primarie di martedì nel New Hampshire sono un duello tra Trump e Nikki Haley, visto la decisione di Ron DeSantis di concentrarsi sulla South Carolina. Incontrando gli elettori sulla Cnn, Haley afferma di “non prendere sul personale” gli insulti razzisti e le illazioni di Trump nei suoi confronti (dice che non può correre per la presidenza, perché figlia di cittadini non statunitensi, e ne storpia il nome indiano). “Innanzitutto sono nata in South Carolina, il che risolve la prima questione. In secondo luogo io conosco bene Trump: quando inizia con gli insulti sui nomi, vuol dire che è spaventato, che mi percepisce come una minaccia”.

L’ex governatrice della South Carolina ha anche difeso una sua frase che ha sollevato polemiche, cioè che gli “Stati Uniti non sono mai stati un Paese razzista”: “I nostri Padri fondatori avevano l’idea che tutti sono uguali”, pur riconoscendo che “ci sono stati dei grandi cambiamenti nel corso degli anni per correggere ciò che era sbagliato”.

Haley ha pure ribadito che, se diventerà presidente e se Trump sarà condannato nei suoi processi, gli darà “la grazia”, perché “l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Unione è un ex presidente di 80 anni in galera: dobbiamo lasciarci le divisioni alle spalle”.

L’ex governatrice critica, però, Trump e Biden perché – dice – “non vogliono partecipare ai dibattiti con gli avversari”: “Nessuno dei due lo vuole fare, entrambi ritengono di non dovere fare vedere agli elettori le differenze tra loro e gli altri”. Per Haley, gli Stati Uniti “hanno bisogno di un leader di nuova generazione”: “La maggior parte degli americani non vuole vedere una rivincita tra Trump e Biden”.

Se non dovesse ottenere un risultato convincente in New Hampshire, battendo Trump o arrivandogli vicino, Haley rischia, però, di finire la sua corsa alla nomination in South Carolina, dov’è stata governatrice per due volte: nella media dei sondaggi di RealClearPolitics, Trump è al 52%, Haley gli è trenta punti dietro al 21,5%. E se anche incassasse il 3,5% di Chris Christie ritiratosi, Trump potrebbe contare sul 3,3% di Vivek Ramaswamy, che s’è ritirato e gli ha dato l’endorsement verso Usa 2024.

Usa 2024: Trump si sente “come se avessi 35 anni”
Trump, che ha un problema di età come Biden, rassicura i suoi elettori di essere perfettamente capace di ricoprire il ruolo di presidente per altri quattro anni: “Mi sento come se avessi 35 anni e sto meglio adesso rispetto a 30 anni or sono”, dice in un comizio a Portsmouth, in New Hampshire. E cita quanto gli diceva l’ex medico della Casa Bianca Ronny Jackson, ora deputato al Congresso per il Texas: “Se non mangiasse così tanto cibo spazzatura, sarebbe in giro per 200 anni”. Trumo si dente “cognitivamente” più giovane di 20 anni.

Nei giorni scorsi, sui social qualcuno aveva sostenuto di avere visto il magnate affaticato e fragile, mentre rientrava in hotel dopo i caucuses nello Iowa.

Oggi, Trump farà una pausa nella campagna per partecipare ai funerali della suocera, deceduta la scorsa settimana. Tornerà in New Hampshire domani e vi resterà sino a martedì.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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