Nato, Vertice, Washington 9-11/07/2024 – ‘Molti nemici molto onore’ è un concetto che qualcuno fa risalire a Giulio Cesare ed è una frase che appartiene al condottiero tedesco Georg von Frundsberg, capo dei Lanzichenecchi del sacco di Roma del 1527. Ora, sembra essere il nuovo motto dell’Alleanza atlantica, che, a Washington, dove celebra il 75° anniversario del Trattato dell’Atlantico del Nord, mette nella lista dei nemici, oltre che la Russia, per via dell’invasione dell’Ucraina, pure la Cina, invitata a cessare di aiutare Mosca “in modo determinante”.
Nelle conclusioni del Vertice, si legge che Pechino, in quanto membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, “deve smettere ogni forma di sostegno politico e materiale” al Cremlino. Per i leader della Nato, la Cina “costituisce un pericolo per l’Europa e per la sicurezza” globale, considerati l’arsenale nucleare e le capacità spaziali.
Sono le parole più dure mai usate dalla Nato verso la Cina. La dichiarazione finale cita, inoltre, altri nemici dell’Alleanza atlantica, dalla Corea del Nord all’Iran. E, per quanto riguarda l’Ucraina, c’è un accordo di massima sulla “irreversibilità” sul processo di adesione all’Alleanza: “Il futuro di Kiev è nella Nato”, è scritto nelle conclusioni, senza indicare una data. I leader accolgono “con favore i progressi concreti compiuti dall’Ucraina … sulle necessarie riforme democratiche, economiche e di sicurezza”; ma “potranno estendere un invito a Kiev ad aderire all’Alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte” – segno che, tra i 32 Paesi membri, non c’è ancora l’unanimità -.
Nato: Vertice, botta e risposta con Mosca e Pechino
Le risposte da Mosca e da Pechino non si fanno attendere. La Cina esorta l’Alleanza a smettere “d’incitare allo scontro”: “La Nato dovrebbe smettere di esaltare la cosiddetta minaccia cinese, smettere di incitare alla rivalità e contribuire maggiormente alla pace e alla stabilità nel mondo”, afferma in una nota un portavoce della missione cinese presso l’Unione europea.
Pechino sostiene di non dare alla Russia aiuti militari e accusa l’Occidente di cercare il confronto della Regione Indo-Pacifico. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al passo d’addio – il 2 ottobre, cederà il posto all’ex premier olandese Mark Rutte – dice che la Cina dà a Mosca “strumentazioni, micro-elettronica e attrezzature che le consentono di produrre missili, bombe, aerei e armi che usa per attaccare l’Ucraina”.
Per il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov, le conclusioni del Vertice della Nato rappresentano “una seria minaccia per la sicurezza della Federazione Russa”: saranno “necessarie misure ponderate, coordinate ed efficaci per contenere l’espansione dell’Alleanza”. Quanto al vice-presidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev, spesso sopra le righe, afferma che Mosca deve impegnarsi per fare “scomparire” l’Ucraina e la Nato.
Nato: Vertice, misure pro-Ucraina e inviato per il Sud
A Washington, è stato pure deciso di prevedere un inviato della Nato per Sud, Medio Oriente e Africa: l’Italia ci teneva molto e la premier italiana Giorgia Meloni parla di “una buona notizia”, anche se, per il momento, non ci sono nomi. L’Italia – aggiunge Meloni, accompagnata dai ministri degli Esteri e della Difesa Antonio Tajani e Guido Crosetto – “continuerà a lavorare affinché … le nostre priorità siano adeguate a un Mondo che sta cambiando”: “Siamo in prima linea nella difesa degli alleati orientali”, ma “non possiamo essere lasciati soli nella difesa del Fronte Sud”.
Sull’agenda del Vertice, che non è stato solo un appuntamento celebrativo, c’era la conferma e l’aggiornamento degli impegni per rafforzare le capacità di difesa dell’Ucraina. Da segnalare, a titolo d’esempio, la fornitura, da parte degli Usa, nell’ambito dei fondi già stanziati dal Congresso, di armi per due miliardi di dollari, fra cui sistemi per la difesa aerea – ne arriveranno anche dall’Italia e da vari altri Paesi – e carri armati Abrams.
La Polonia è pronta ad addestrare sul suo territorio una Legione ucraina e avverte che abbatterà missili o droni russi che sorvolino il suo territorio. Gli F16 Usa promessi a Kiev sono già partiti dealla Danimarca e dall’Olanda ed entro l’estate saranno operativi. E gli europei nel loro insieme garantiscono oltre 40 miliardi di euro in assistenza finanziaria.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a Washington col ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, ha prima espresso soddisfazione, poi, parlando alla Reagan Foundation, ha incalzato che di “F16 ne servono almeno 128 per pareggiare la Russia nei cieli”.
Nella mente di molti, specie degli ucraini, bisogna blindare il processo di adesione e gli aiuti prima dell’eventuale ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, percepito come ostile alla Nato e all’allargamento dell’Alleanza. Proprio mentre i lavori del Vertice iniziavano, l’ex presidente sfidava gli europei a stanziare 100 miliardi di aiuti all’Ucraina per pareggiare i conti con gli Usa. Una cifra ‘buttata lì’, ma una frase che testimonia l’acrimonia del magnate verso i partner europei.
Nel discorso d’apertura, il presidente Usa Joe Biden, che aveva tutti gli occhi puntati addosso, dopo le sue ultime incerte sortite, ha elogiato la coesione dell’Alleanza e notato che 23 Paesi spendono per la difesa almeno il 2% del Pil, come convenuto – l’Italia lo farà entro l’anno prossimo -. Biden ha detto che “La Nato è più forte che mai”, riferendosi anche alla presenza della Svezia all’esordio in un Vertice atlantico – come all’esordio assoluto sulla scena internazionale era il nuovo premier britannico laburista Keir Starmer -.