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Guerra Israele – Hamas: Biden si prodiga per Abigail, bimba ostaggio di 4 anni liberata

Scritto il 27/11/2023 per la sezione Usa 2024 del mio sito e pubblicato da The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/usa/bimba-ostaggio-hamas-liberata-biden-usa-2024/

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Usa 2024 – 343 – Quanto vale Abigail, 4 anni, bambina israeliana di nazionalità anche statunitense, al borsino dei voti di Usa 2024? Probabilmente poco, forse nulla, perché, quando si andrà alle urne, pochi, e forse nessuno, penserà a lei riempiendo la scheda. E magari – è solo una speranza – non ci sarà neppure più motivo di pensare alla guerra, anzi alle guerre, quella in Medio Oriente tra Israele e Hamas e quella in Ucraina dopo l’invasione della Russia. L’auspicio è che i conflitti, di qui ad allora, si siano spenti.

Ma il presidente Usa Joe Biden s’è molto speso per la liberazione di Abigail Edan, i cui genitori sono stati uccisi il 7 ottobre nei raid terroristici di Hamas in territorio israeliano. E, dopo il rilascio della piccola, ha telefonato ai membri della sua famiglia negli Usa e in Israele.

Biden dice: “L’intesa – giorni di tregua e detenuti palestinesi rilasciati in cambio della liberazione di ostaggi liberati, ndr – funziona… Spero nel rilascio di altri ostaggi… Il mio obiettivo è estendere la tregua”, che dovrebbe scadere domani. Ci sono trattative in atto per dare un seguito all’accordo, sempre mediate in particolare da Qatar ed Egitto, ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu insiste che, finita la tregua, la guerra riprenderà fino allo smantellamento di Hamas.

Sulla definizione degli assetti a Gaza dopo il conflitto, il presidente Usa nota: “Penso che nessuno nella Regione voglia più Hamas a Gaza”, il che, però, lascia aperte le porte a tutte le soluzioni, un’occupazione temporanea israeliana – invisa ai più -, un’amministrazione temporanea internazionale, il ritorno della Striscia sotto l’Autorità nazionale palestinese, o altro

Abigail e la solitudine di Biden sul fronte tra Israele e Hamas
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La gioia del ritorno a casa per due bambini israeliani liberati (Fonte: Euronews)

Certo è che il presidente Biden e l’Amministrazione democratica sono stati – e sono – lasciati soli, sul fronte mediorientale, dall’opposizione repubblicana: che tolgano loro le castagna dal fuoco – è l’atteggiamento prevalente -, in un’America dove, nelle Università e nelle piazze, il conflitto ha fatto emergere pulsioni pro-palestinesi e venature anti-israeliane del tutto inconsuete.

Ma ci sono pure episodi di segno contrario, come i tre studenti di origini palestinesi feriti da colpi di arma da fuoco nel Vermont: anche a loro, Biden testimonia solidarietà, con una telefonata.

Finora, la vicinanza degli Usa a Israele non era mai stata in discussione, anche se Biden è più critico nei confronti di Netanyahu di quanto non lo fosse Donald Trump, che aveva anche cancellato dall’agenda diplomatica degli Stati Uniti il percorso dei due Stati, tornato oggi attuale, anche se è tutt’altro che imminente.

Biden ha poi chiamato anche Netanyahu, con cui ha discusso – indicano le fonti della Casa Bianca – “della situazione a Gaza”, “della pausa nei combattimenti e dell’aumento dell’ulteriore necessaria assistenza umanitaria” nella Striscia. “I due leader – dice una nota – hanno convenuto che il lavoro non è ancora finito e che bisogna sforzarsi di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi”. Abigail non era l’ultima cittadina statunitense ostaggio: ve ne sono altri 8 o 9, secondo la Casa Bianca.

Della telefonata con Biden, ha anche parlato Netanyahu, prima di iniziare una riunione del gabinetto di sicurezza. ”Ho detto al presidente Biden che c’e’ un progetto di intesa, che prevede la liberazione di 10 ostaggi per ogni giorno di tregua ulteriore. Tutto ciò è certamente positivo… Ma gli ho anche detto che, finito quel piano, riprenderemo a batterci con tutta la forza per conseguire gli obiettivi della guerra”.

Poco prima, Netanyahu aveva esaminato di persona gli obiettivi israeliani con i comandanti militari durante un sopralluogo a Gaza. Il timore è che Hamas approfitti della tregua per riorganizzare le difese e, alle ripresa delle ostilità, opponga una resistenza di tipo diverso; oppure, che abbia rarefatto la propria presenza sul territorio, raggiungendo nuovi luoghi sicuri. Di certo, la pausa nei combattimenti è stata finora sostanzialmente rispettata e, a parte qualche intoppo e qualche ritardo, gli scambi tra ostaggi e detenuti sono avvenuti come pattuito.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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