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venerdì, Marzo 29, 2024
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Usa 2020: dopo New Hampshire, la corsa continua

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Tanto rumore per poco, o almeno per pochi delegati: conti alla mano, hanno ragione Joe Biden ed Elizabeth Warren, che dopo le batoste nello Iowa e in New Hampshire guardano a quel che deve ancora accadere e non a quel che è stato, nella corsa alla nomination democratica, una maratona, non roba da scattisti. Ma la politica non è semplice come l’aritmetica: i risultati d’un test magari modesto cambiano il ritmo della gara, come un gol o un canestro cambiano l’inerzia di una partita.

Oggi, Biden e la Warren non possono più fare passi falsi, mentre Bernie Sanders e Pete Buttigieg hanno il vento in poppa e Amy Klobuchar, quella che faceva tappezzeria, si scopre emergente. E, poi, c’è l’incognita del peso che avrà Mike Bloomberg, in lizza dal Super Martedì, il 3 marzo. Fino a giugno, il processo delle primarie toccherà tutti i 50 Stati dell’Unione, il Distretto di Columbia – dove sorge Washington – e cinque territori Usa, oltre ai Democrats Abroad.

Dei 3979 delegati alla Convention democratica del 13/16 luglio a Milwaukee, nel Wisconsin, solo 77 sono già stati assegnati – 41 più 26 -, meno del 2%; e, a fine mese, dopo i caucuses del Nevada, il 22, e le primarie della South Carolina, il 29, saranno 167, il 4%. Ma nel Super Martedì andranno al voto 14 Stati (Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia), oltre alle Isole Samoa e alla constituency dei Democrats Abroad: saranno distribuiti in un giorno solo 1.344 delegati, oltre un terzo del totale.

Dopo lo Iowa e il New Hampshire, la corsa alla nomination democratica è sempre più una partita ‘centro contro sinistra’, Sanders il socialista contro Buttigieg il moderato; e pure tra generazioni, ‘nonno’ Bernie, 79 anni, il più vecchio del lotto, contro Pete il ‘nipote d’America’, 38 anni, il più giovane. La Klobuchar è l’alternativa mediana, politicamente e anagraficamente, 59 anni.

Dopo il pasticcio dello Iowa, le primarie nel New Hampshire, Stato tendenzialmente progressista del New England, un milione e mezzo di abitanti, grande come la Lombardia, hanno pienamente rispettato i pronostici e fornito indicazioni chiare: vince Sanders, che incassa oltre un quarto dei voti (25,7%), ma Buttigieg gli sta addosso (24,4%) e fa pari come delegati (nove ciascuno). La senatrice Klobuchar, in forte crescita nell’ultima settimana, conquista il podio sfiorando il 20% e prendendo gli altri sei delegati.

Gli sconfitti, sotto il 10%, sono la Warren al 9,3% e Biden all’8,4%. Il New Hampshire è fine corsa per alcuni comprimari: Andrew Yang, ad esempio, imprenditore d’origine cinese, nei cui progetti c’era un reddito di base universale, una sorta di reddito di cittadinanza – adesso, si parla di lui come sindaco di New York dopo Bill de Blasio -. Fuori anche il senatore del Colorado Michael Bennet e l’ex governatore del Massachusetts Deval Patrick, l’ultimo nero ed esponente di una minoranza rimasto in lizza.

In campo repubblicano, Donald Trump vince ‘bulgaro’: i suoi sfidanti Bill Weld e Joe Walsh, che si ritira, sono due comparse. Dovrebbe forse inquietarlo di più la guerra con la magistratura intentata per il processo al suo amico e complice Roger Stone. Avanti così, Trump dovrà cambiare obiettivi: inceve di prendersela con ‘Sleepy Joe’ e ‘Pocahontas Warren’, dovrà badare a Bootetgeedge – come lui scrive Buttigieg, traslitterando la pronuncia del nome maltese – e ad Amy, cui non ha finora dato nomignoli. Sanders, per cui tifa, e Bloomberg, che schernisce, sono già nei suoi pensieri.

L’articolo Usa 2020: dopo New Hampshire, la corsa continua sembra essere il primo su Giampiero Gramaglia – Gp News.

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