La prima settimana del Trump 2, fitta di decisioni, annunci, provocazioni, si chiude con un risultato positivo non scontato per il 47° presidente degli Stati Uniti: con il voto decisivo del vice-presidente JD Vance, il Senato conferma la designazione di Pete Hegseth a segretario alla Difesa.
Il voto, svoltosi venerdì a notte fatta, dopo concitate consultazioni, è finito 50 pari. Tre repubblicani hanno detto no al contestato Hegseth, insieme a tutta l’opposizione democratica: sono l’anziano Mitch McConnell, ormai politicamente fuori gioco, dopo essere stato per molti anni il ‘numero uno’ dei repubblicani in Senato, Lisa Murkowski e Susan Collins.

Hegseth sarà, dunque, il capo politico dell’apparato militare più potente al Mondo, nonostante, durante le audizioni e sui media, siano emersi seri dubbi sulle sue competenze e anche sui suoi comportamenti personali: abuso di alcol e violenze su donne, fra cui la ex moglie, il cui silenzio sulle accuse – ha ammesso lo stesso Hegseth, in conversazioni private – è stato comprato.
La conferma di Hegseth, un reduce e un ex conduttore di Fox News, alla guida del Pentagono prelude, nell’analisi dei media, a profondi cambiamenti nella politica di sicurezza nazionale, oltre che nella gestione delle Forze Armate e nell’impiego delle donne in esse e al fronte.
Inoltre, la conferma di Hegseth è l’ennesima prova della subalternità dei congressman repubblicani al presidente Trump, che li tiene in pugno con la minaccia di ritorsioni.
Trump 2: migranti, più scena che altro per ora
La diffusione, da parte delle autorità, dell’immagine di migranti in catene avviati a salire sull’aereo che li deporterà fuori dagli Stati Uniti voleva dare l’impressione dell’efficacia delle misure enti-migranti adottate nei primi giorni del Trump 2.

In realtà, i dati dimostrano che le deportazioni non tengono il passo con gli arresti. Le affermazioni del presidente e del suo staff rappresentano, scrive Amber Phillips sul Washington Post, “un aggressivo tentativo di spostare a destra l’Unione e di esercitare l’autorità presidenziale in misure senza precedenti”. E Jess Bidgood, sul New York Times, constata che le mosse del Trump 2 inducono “i democratici sulla difensiva”.
Trump 2: AP, la vicenda degli anti-abortisti graziati
(AP) Trump pardons anti-abortion activists who blockaded clinic entrances – President Donald Trump announced Thursday he would pardon anti-abortion activists convicted of blockading abortion clinic entrances. Trump called it “a great honor to sign this.” The news of the pardons comes ahead of Friday’s annual anti-abortion protest March for Life in Washington, where the president is expected to address the crowd in a video.
What to know:
- In the first week of Trump’s presidency, anti-abortion advocates have ramped up calls for Trump to pardon protesters charged with violating the Freedom of Access to Clinic Entrances Act, which is designed to protect abortion clinics from obstruction and threats. The people pardoned were involved in the October 2020 invasion and blockade of a Washington clinic.
- Abortion rights advocates slammed Trump’s pardons as evidence of his opposition to abortion access, despite his vague, contradictory statements on the issue as he attempted to find a middle ground on the campaign trail between anti-abortion allies and the majority of Americans who support abortion rights.