Geopolitica ed economia stanno per incontrare il ciclone Musk ed entrare in una nuova stagione di capitalismo automatico, guidato e condotto dalla potenza di calcolo e dai suoi proprietari. Il tycoon sembra già il passato
Donald Trump sarà l’ultimo presidente dell’epoca analogica, e già alle sue spalle s’avanza il primo presidente della Cyber storia. Il neo presidente, ancora teso per il gocciolamento dei risultati, non si era cambiato nemmeno la camicia che ha voluto pubblicamente ringraziare il suo principale sponsor: Elon Musk. Il quale non ha certo frenato il suo entusiasmo per l’affermazione del suo candidato pubblicando sulla sua piattaforma X il verdetto tennistico: gioco, partita incontro.
In effetti per lui si è trattato di un vero trionfo, politico, imprenditoriale e finanziario. Con soli 119 milioni di contributi al comitato elettorale di Trump questa mattina si è visto riconoscere da Wall Street una rivalutazione dei suoi titoli, primo fra tutti Tesla, che gli ha fruttato un guadagno di ben 13 miliardi di dollari.
Un Doge alla Casa Bianca, laboratorio dell’automatizzazione della governabilità
Ma non è certo una volgare questione di denaro che ha mosso il tycoon sudafricano a dichiarare guerra a tutti i suoi tradizionali interlocutori della Silicon Valley e a schierarsi con l’ex presidente più inquisito della storia americana. Già qualche ora dopo la proclamazione della vittoria, lo stesso Musk faceva trapelare che il suo ruolo sarà quello di Doge della nuova amministrazione alla Casa Bianca. Si tratta dell’acrononimo di Digital Organitation Governament Efficienty. Una specie di badante della gestione degli apparati di governo. In realtà Musk punta a una vera transizione, come ha già scritto al momento dell’acquisto di Twitter: usare la libertà per ridurre gli spazi delle burocrazie e liberare l’intraprendenza. Concretamente nei prossimi quattro anni Trump dovrà accompagnare un processo di trasformazione della governance della prima potenza del pianeta che diventerà il laboratorio dell’automatizzazzione della governabilità.
La potentissima pressione personalizzata attraverso X
La campagna elettorale, soprattutto nell’ultimo mese, quando il magnate digitale si è impegnato direttamente, ha visto un cambio di passo che ha portato Trump a parlare direttamente con almeno una quarantina di milioni di elettori. Come ha certificato il Center Countering Digital Hate, i post di Trump sono stati visti su X almeno 2 miliardi di volte. Si tratta di messaggi altamente personalizzati concentrati su un campione ristretto, non più di 25/30 milioni di destinatari, nelle contee dei collegi più in bilico. Una pressione potentissima, che ha potuto scavare nelle intime coscienze esattamente di quegli elettori che ancora non avevano preso esplicitamente posizione. Una strategia basata su una straordinaria potenza di calcolo in grado di elaborare dati ingentissimi di milioni e milioni di profili.
È questa la tecnica che sarà introdotta dal nuovo ufficio Doge guidato da Musk sia per guidare le politiche dei servizi pubblici, allocandoli sui territori secondo una capacità di previsione dei bisogni, sia per sorvegliare il dibattito politico, mediante l’orchestrazione dei temi e dei contrasti che verranno pianificati centralmente.
Ma il vero obbiettivo di Musk è rovesciare la strategia sul digitale che era stata abbozzata nella fase finale della legislatura da Biden con il suo noto Ordine sull’intelligenza artificiale. In quel documento il vecchio presidente affermava la piena legittimità delle istituzioni pubbliche a mettere mano al mercato tecnologico proprio per il fatto che questo mercato si basa su due risorse di natura pubblica, quali i dati e l’evoluzione della ricerca.
Verso uno scontro frontale fra la nuova Casa Bianca e l’Europa
Un principio che ha portato le autorità dei singoli Stati, ma anche la stessa Comunità Europea, a regolamentare le produzioni di sistemi generativi, vincolandoli a controlli e verifiche proprio come i nuovi prodotti farmaceutici. Musk vuole rovesciare questa logica, brandendo la clava di una libertà indiscriminata per ridurre ogni intromissione delle istituzioni e liberare l’azione delle grandi imprese tecnologiche.
Su questo tema si annuncia uno scontro frontale fra la nuova Casa Bianca e l’Europa. Ma anche su uno scacchiere delicatissimo, come Taiwan, la frontiera della più pericolosa confrontazione con la Cina, lo staff del nuovo presidente ha già fatto sapere che il nuovo governo americano non intende difendere a tutti i costi l’isola concupita dalla Cina se questa non accetterà di condividere con gli stessi americani il suo primato nel mercato decisivo dei microchip.
Geopolitica ed economia stanno per incontrare il ciclone Musk ed entrare in una nuova stagione di capitalismo automatico, guidato e condotto dalla potenza di calcolo e dai suoi proprietari. Incredibilmente a poche ore dalla sua affermazione, Trump sembra già il passato e si comincia a guardare a un futuro che fra soli quattro anni potrà ulteriormente stupire il mondo.
7 novembre 2024
Scritto il 7 novembre per The Huffington Post.