Usa 2024 76 – Un’apertura nel segno della riconoscenza a Joe Biden e delle proteste filo-palestinesi: la convention democratica, che è cominciata ieri sera, a Chicago – era notte fonda, in Italia -, s’è collocata, nelle prime battute, sotto questi due segni.
La riconoscenza a Biden, manifestata con circa cinque minuiti di applausi e canti “Thank You, Joe”, ancor prima che iniziasse a parlare, aveva una triplice valenza: grazie per quello che hai fatto nei tuoi cinquant’anni di carriera politica e da ultimo nel tuo mandato da presidente; grazie per avere battuto Donald Trump nel 2020; e grazie per esserti fatto ora da parte e averci dato una speranza di battere ancora Trump nel 2024.
Nel suo discorso, Biden, accolto da una vera e propria ovazione, ha fatto una sintesi del suo operato politico e presidenziale e ha “passato la torcia” a Kamala Harris, la sua vice e ora la candidata democratica alla Casa Bianca. Perché questa convention, come scrive Politico con un gioco di parole, è “la festa di Kamala”; ma questo è anche “il partito di Kamala”(Kamala’s party).
La prima serata della convention democratica ha enfatizzato la natura “storica” della candidatura di Harris, che è stata soprattutto sottolineata da Hillary Clinton, ex first lady, ex senatore dello Stato di New York, ex segretario di Stato, ma soprattutto ex candidata democratica alla Casa Bianca nel 2016, battuta proprio da Trump. Quello che non riuscì a lei, di rompere il “soffitto di cristallo” di una donna alla Casa Bianca, può riuscire a Kamala, che ha il potenziale per farlo.
A sorpresa, la candidata democratica s’è fatta vedere nella prima serata – il suo discorso chiuderà la convention, giovedì sera -, per ringraziare Biden per la sua “storica leadership”. Dopo la sua partecipazione alla convention, Biden progetta di prendersi qualche giorno di vacanza con la famiglia, mentre la convention andrà avanti senza di lui. Ciò non gli sarebbe stata possibile, se fosse rimasto candidato.
Biden è riuscito abbastanza rapidamente, e con un certo successo, a riconvertirsi da candidato che disegnava visioni e contenuti di un secondo mandato a sostenitore della campagna di Harris che valorizza quanto fatto nel primo mandato e, non avendo il peso della campagna, sembra avere ritrovato una certa efficienza come presidente. Una parte essenziale della campagna di Harris è, del resto, il riconoscimento del lavoro fatto dall’Amministrazione Biden, di cui Kamala è parte.
L’inizio della convention è stato preceduto e accompagnato da manifestazioni di protesta ‘filo-palestinesi’. La trentina di delegati ‘uncommitted’ presenti alla convention, cioè eletti senza il mandato di sostenere un candidato, ma per fare valere la causa palestinese, promettono battaglia. Il Daily Signal, media della Heritage Foundation, un think tank ultra-conservatore, afferma che i manifestanti hanno sfondato il primo perimetro di sbarramento del Secret Service,
Usa 2024: intelligence, Iran ha hackerato campagna Trump e attaccato quella Biden/Harris
Le agenzie di intelligence statunitensi hanno accertato che l’Iran è responsabile di avere hackerato la campagna repubblicana di Donald Trump e di avere tentato di hackerare quella democratica di Joe Biden prima e di Kamala Harris poi.
La certezza che l’Iran fosse dietro gli hackeraggi è stata acquisita parecchi giorni dopo che un vecchio amico di Trump e suo consigliere, Roger Stone, aveva rivelato che alcuni suoi accounts erano stati violati, consentendo agli hackers di avere acceso anche alle mail di collaboratori della campagna. Non è però chiaro quali informazioni siano state acquisite, in funzione di Usa 2024.
Usa 2024: convention democratica giorno 1, il racconto di Serena Di Ronza
Serena Di Ronza è l’inviata dell’ANSA alla convention democratica. Ecco come ci racconta la prima giornata, con l’angolatura e nel segno della “carica delle donne” verso Usa 2024:
Hillary Clinton e Alexandria Ocasio-Cortez stregano la convention democratica. Ma è la carica delle donne che salgono sul palco a incantare e mostrare quel cambio di passo che il partito democratico cerca almeno dal 2016, quando l’ex First Lady fallì nell’impresa di battere Donald Trump.
In Kamala Harris, Clinton vede la rivincita, la possibilità si infrangere il “più alto e duro soffitto di cristallo” della politica, ovvero la conquista della Casa Bianca da parte di una donna. “Non siamo mai stati così vicini dall’infrangerlo. E sapete cosa vedo dall’altra parte del soffitto di cristallo? Vedo Kamala Harris che alza la mano e presta giuramento come nostro 47/o presidente degli Stati Uniti”, ha detto Hillary tornando per la prima volta sul palco di una convention democratica dal 2016, da quando a Philadelphia accettò la nomination.
Allora per lei ci furono applausi, ma non quell’ ovazione ricevuta ora a otto anni di distanza; molti avrebbero preferito allora Bernie Sanders al suo posto. Dal podio Clinton scherza, ma invita anche a non compiacersi dell’entusiasmo scatenato da Harris. “Il futuro è qui”, ha detto evidentemente orgogliosa della vice-presidente. “Ma nei prossimi “78 giorni dovremo lavorare duramente. Non importa quello che dicono i sondaggi, non possiamo mollare”, ha aggiunto riferendosi alla sua esperienza di super favorita poi sconfitta.
Hillary vuole evitare che la sua storia si ripeta per Harris, con la quale ha coltivato una profonda amicizia e alla quale ora ha passato il testimone con la speranza che, almeno lei, possa farcela a conquistare la presidenza e battere Trump. Una vittoria di Harris sarebbe per Hillary una rivincita sull’ex presidente, anche se dal sapore ‘dolce e amaro’: lei ci ha provato con tutte le sue forze senza esserci riuscita e ora, per l’impresa, verso Usa 2024, scommette su un’altra donna di 20 anni più giovane, Harris.
“Trump si è addormentato nel corso del suo processo. Quando si è svegliato ha fatto la storia, divenendo la prima persona a correre per la presidenza con 34 capi di accusa”, ha detto nei suoi 16 minuti di intervento, durante i quali dal pubblico si è più volte sollevato il grido ‘Lock him up’, arrestatelo.
A incantare la platea è stata anche Ocasio-Cortez, la deputata democratica alla quale nel 2016 erano stati riservatati solo 90 secondi di intervento alla convention. Da allora ‘Aoc’, così come è conosciuta, ne ha fatta di strada, affermandosi come una vera e propria star e il possibile volto del futuro dem, con ambizioni presidenziali, magari dopo un’esperienza al Senato.
“Lo sappiamo che Trump si venderebbe il Paese per un dollaro se questo significasse riempirsi le tasche”, ha detto dal palco. In Harris “vedo una leader capace, una leader che si batte senza sosta per un cessate il fuoco a Gaza”, ha aggiunto in quello che è un messaggio chiaramente rivolto ai manifestanti che hanno protestato fuori dallo United Center al grido di ‘killer Kamala’ e ‘genocide Joe’ in riferimento alla guerra a Gaza, ma anche a quella frangia del partito che critica gli aiuti americani a Israele.
Sul palco sono salite anche altre donne democratiche meno famose ma che confermano come la panchina femminile sia lunga e qualificata: Jasmine Crockett, Gina Raimondo, Kathy Hochul.
Quindi è toccato ad Amanda Zurawski, Kaitlyn Joshua e Hadley Duvall, la cui prima gravidanza è stata a 12 anni in seguito alle molestie del patrigno: le tre donne hanno raccontato le loro storie sull’aborto negli Stati in cui le interruzioni di gravidanza sono vietate. Le loro parole toccanti hanno portato l’attenzione su uno dei temi centrali della campagna di Harris nella speranza di fare appello a tutte le donne d’America affinché, a prescindere dal partito di appartenenza, scendano in campo a difesa della propria libertà di scelta. Una libertà che, per i democratici, solo Kamala può difendere verso Usa 2024.