Usa 2024 139 – Con sentenza unanime, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha bocciato la richiesta di un avvocato della California di trasformare la frase ‘Trump too small’, dal significato allusivo pesantemente ironico nei confronti dell’ex presidente Donald Trump, in un marchio di fabbrica. Per la Corte, l’ufficio dei brevetti e dei marchi degli Stati Uniti, lo US Patent and Trademark Office, non violò l’emendamento della Costituzione che tutela la libertà di espressione quando si rifiutò di registrare un marchio con la frase ‘Trump too Small’.
La decisione della Corte Suprema conferma quelle dei tribunali di più basso livello basate sul fatto che la legge federale vieta marchi che includono nomi di persone senza la loro autorizzazione ed evita un fastidio alla campagna di Trump sulla via di Usa 2024..
La disputa sul marchio nacque dopo che l’avvocato californiano Steve Elster cercò di registrarlo senza successo. Lo Us Patent and Trademark Office respinse la sua richiesta spiegando che il nome Trump avrebbe indotto il pubblico a pensare a Donald Trump e che, quindi, senza il consenso dell’ex presidente, non era possibile procedere.
Elster aveva fatto appello ed era stato nuovamente battuto. Ma un’altra corte aveva poi sancito che la bocciatura violava il Primo Emendamento della Costituzione statunitense sulla libertà d’espressione, aprendo così la strada all’intervento della Corte Suprema.
Elster voleva usare il marchio ‘Trump Too Small’ su t-shirt per prendere in giro l’ex presidente. L’idea gli era venuta dopo un acceso scambio fra Trump e il senatore della Florida Marco Rubio durante la campagna per Usa 2016, quando entrambi erano candidati alla nomination repubblicana. Stanco di sentirsi chiamare dal magnate ‘Little Marco’, Rubio, che non è molto alto, in un comizio criticò la dimensione delle mani di Trump: “Sapete che si dice degli uomini con le mani piccole: che non bisogna fidarsi”.
La risposta di Trump arrivò dopo qualche giorno: “Guardate queste mani. Vi sembrano piccole? – disse a sua volta in un comizio -. Rubio ha fatto riferimento alle mie mani per dire che se sono piccole anche qualcos’altro è piccolo. Posso garantirvi che non è un mio problema”.
Usa 2024: Biden spende 50 milioni per spot anti-Trump, “criminale condannato”
50 milioni di dollari per un solo spot: Joe Biden va all’attacco del suo rivale con un video in cui spiega agli elettori che “queste elezioni sono fra un criminale condannato che pensa solo a se stesso e un presidente che si batte per le vostre famiglie”. Sullo sfondo scorrono immagini in bianco e nero di Trump in tribunale a New York, nel processo conclusosi con un verdetto di colpevolezza per tutti i capi d’accusa.
Il lancio dello spot indica che Biden intende incalzare Trump sul fronte dei suoi problemi legali, prima del dibattito televisivo fra i due fissato al 27 giugno. Una spesa simile per un singolo spot è inusuale, a più di quattro mesi dal voto, ma il presidente vuole preparare il terreno per il dibattito.
Usa 2024: Eve Levenson, 24 anni, deve riavvicinare i giovani a Biden
(ANSA) Ha solo 24 anni e ha uno dei lavori più difficili di Usa 2024: risolvere i problemi di Biden con i giovani elettori. Eve Levenson, la direttrice per il coinvolgimento dei giovani della campagna del presidente, deve elaborare le argomentazioni per respingere le critiche degli studenti a Biden e addestrare i volontari a parlare con i giovani elettori che non hanno ancora scelto se e come votare.
Un lavoro difficile, considerato che molti giovani sono frustrati dalle promesse non rispettate dall’Amministrazione Biden, ad esempio sulla cancellazione dei debiti contratti per studiare e sull’approvazione di un percorso per dare la cittadinanza ai migranti senza documenti. Senza contare la delusione per la gestione della guerra nella Striscia di Gaza e per l’inazione su priorità come la casa e la sanità.
Levenson, riferisce il Washington Post, è entrata a fare parte della squadra di Biden in gennaio ed è una delle più giovani ad avere mai ricoperto un ruolo del genere. Negli ultimi mesi, ha attraversato l’Unione incontrando i giovani elettori e addestrando i volontari a usare una app per inviare messaggi pro-Biden sui social media.
“Quando parliamo di raggiungere i giovani, non parliamo solo di raggiungerli nei campus o online. Vogliamo raggiungerli nel senso di capire che cosa pensano delle elezioni e di Biden”, spiega Levenson. Il buon esito dei suoi sforzi è cruciale per la rielezione di Biden, considerato che l’entusiasmo dei giovani nei confronti del presidente è andato scemando negli ultimi quattro anni.
Gli elettori fra i 18 e 29 anni consegnarono a Biden la vittoria nel 2020, sostenendolo con 25 punti di vantaggio su Trump. Il divario ora si è ridotto e il presidente ha un margine di solo 11 punti. Un recente sondaggio di Harvard Youth indica che il 76% dei giovani non approva la gestione di Biden della guerra in Medio Oriente. Per persuadere i giovani a votare per Biden, “è importante chiarire quanto sarebbe peggio con Trump”, ammette Levenson