Usa 2024 151 – Il presidente Usa Joe Biden è in Francia e partecipa, oggi, alle celebrazioni dell’80° anniversario dello sbarco in Normandia. Il processo a Hunter Biden va avanti; quelli a Donald Trump subiscono ulteriori rallentamenti, mentre i repubblicani preparano un’offensiva giudiziaria anti-democratici, per rispondere “fuoco su fuoco” dopo la condanna a New York del loro candidato ‘in pectore’.
Il presidente russo Vladimir Putin viene in aiuto di Trump: alla Russia, dice intervistato da alcune delle principali agenzie internazionali, fra cui l’ANSA, non importa chi vincerà Usa 2024; e Mosca non ha mai avuto “una relazione speciale con Donald Trump”; ma – aggiunge, “nei suoi confronti c’è una persecuzione giudiziaria”.
Biden è giunto ieri in Francia, accolto, all’aeroporto di Orly, dal primo ministro Gabriel Attal. Oggi, con la first lady Jill, partecipa alle cerimonie in ricordo del D-Day, lo sbarco alleato del 6 giugno 1944 che fu l’inizio della liberazione dell’Europa dal nazismo. A margine delle celebrazioni, Biden incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che poi rivedrà al vertice del G7 in Puglia, la prossima settimana. Il viaggio di Biden in Europa proseguirà nel week-end con una visita di Stato in Francia e un incontro bilaterale con il presidente Emmanuel Macron.
Usa 2024: processo a Hunter Biden, depongono le ex e chi gli vendette la pistola
Per il terzo giorno consecutivo, ieri la first lady Jill ha assistito all’udienza del processo al figlio del presidente, Hunter, accusato di aver acquistato e posseduto una pistola nonostante fosse dipendente da droghe e alcol.
La ex moglie, Kathleen Buhle, e una ex fidanzata, Zoe Kestan, sono salite sul banco dei testimoni per raccontare la storia di abusi del figlio del presidente. Kestan dice di averlo visto fumare crack, di avere portato uno spacciatore di nome Frankie al Four Seasons di New York per incontrare Hunter e di avere prelevato contanti per suo conto per acquistare droga. Buhle, sposata con Hunter per quasi vent’anni, tre figli insieme, dice d’averne scoperto la dipendenza dalle droghe nel 2015 e di avere trovato sostanze stupefacenti nella sua auto in più occasioni, ma non specifica quando.
Secondo la procura, che vuole provare che Hunter si drogava ancora quando acquistò la pistola, era il 2018. I coniugi Biden, però, divorziarono nel 2016: Buhle racconta nel suo libro ‘If we break’ che infedeltà e droga erano troppo da sopportare.
La pistola comprata da Hunter viene mostrata alla giuria mentre depone Gordon Cleveland, commesso del negozio di armi dove avvenne l’acquisto. L’uomo riferisce che il figlio del presidente voleva “un’arma da fuoco” e quando lui gli ha chiesto se preferisse una pistola o un revolver scelse quest’ultimo.
Cleveland dice di avere dato ad Hunter il modulo federale che bisogno riempire per poter acquistare un’arma e di averlo invitato “a prendersi tutto il tempo necessario”. Il commesso sostiene di averlo visto rispondere “no” alla domanda se fosse un consumatore di droghe illegali.
Del processo a Hunter ha anche parlato Trump in un’intervista alla Fox. “Conosco le dipendenze – ha detto -, avevo un fratello maggiore alcolizzato che ha sofferto tantissimo … Capisco la famiglia: non solo ho perso un fratello ma anche tanti amici”. Trump ha aggiunto. “Io non ho mai bevuto in vita mia, se non bevi mai non avrai un problema”; e ha sottolineato “l’importanza di avere pene più severe contro i trafficanti di droga, fino alla pena di morte”.
Usa 2024: repubblicani orchestrano controffensiva giudiziaria
I repubblicani ritengono la condanna di Trump “politicamente motivata”: “assetati di vendetta”, si preparano a rispondere “fuoco al fuoco” e sono pronti a usare tutti gli strumenti a loro disposizione contro i democratici, “la sinistra”, incluse indagini e procedimenti giudiziari mirati. Virgolettati e concetti vengono dai media Usa e trovano una prima conferma nel fatto che la Camera ha emesso deferimenti penali nei confronti del figlio e del fratello di Joe Biden, accusandoli di aver rilasciato dichiarazioni false al Congresso nell’ambito dell’indagine di impeachment del presidente protrattasi per oltre un anno e conclusasi in una bolla di sapone. Al Dipartimento di Giustizia, la Camera, dove i repubblicani sono maggioranza, raccomanda di avviare un procedimento penale contro Hunter e James Biden.
Per Steve Bannon, controverso ex stratega di Trump, è ora che oscuri procuratori repubblicani sparsi in America si facciano un nome perseguendo i democratici. “Ci sono decine di ambiziosi procuratori statali e distrettuali che dovrebbero cogliere l’attimo e abbracciare questo momento storico”, dice Bannon al New York Times.
Non è la prima vota che Trump e i suoi alleati cercano vendetta tramite il sistema giudiziario. E l’ex presidente nelle ultime ore è tornato a minacciare il carcere per i suoi nemici politici. Intervistato da Newsmax, dice: “La strada che – i democratici, ndr – hanno intrapreso è terribile. Ed è possibile che la stessa cosa accada a loro”. Trump si scaglia anche contro la scrittrice E. Jean Carroll, che lo ha accusato prima di molestie e poi di diffamazione e cui deve pagare decine di milioni di dollari d’indennizzo: “Non l’ho mai incontrata… Non la conosco, eppure devo pagarle una quantità di soldi ridicola”.
Usa 2024: processi a Trump in panne in Florida e in Georgia
Oltre che in Georgia, dove una corte d’appello ha congelato tutti i procedimenti contro Trump e numerosi suoi coimputati, tutti accusati di interferenza elettorale, in attesa dell’udienza il 4 ottobre per esaminare un ricorso dell’ex presidente, anche in Florida il giudizio per i documenti sotrratti alla Casa Bianca slitta ulteriormente.
La giudice Aileen Cannon, nominata proprio da Trump, si è detta disponibile a tenere un’ulteriore udienza preliminare per permettere agli avvocati della difesa di interrogare gli agenti dell’Fbi che hanno effettuato il blitz nel resort del magnate a Mar-a-lago, recuperando centinaia di documenti riservati. Cannon vuole anche indagare la legalità della nomina del procuratore speciale Jack Smith. La data d’inizio del processo in Florida, non ancora fissata, inevitabilmente slitta, forse a dopo Usa 2024..
Intanto, la Cnn fa sapere che il dipartimento di polizia di New York si appresta a revocare la licenza di porto di armi a Trump. La licenza era già stata sospesa il 1 aprile 2023 dopo l’incriminazione dell’ex presidente: due delle sue tre pistole erano state consegnate alla polizia il 31 marzo 2023; e una terza “era stata legalmente trasferita in Florida”, precisa la fonte della Cnn. Ma dopo la sentenza di colpevolezza per 34 reati lo scorso 30 maggio, Trump rischia di violare diverse leggi statali e federali possedendo una pistola, anche nello Stato governato da Ron DeSantis.