Usa 2024 177 – Una teste dell’accusa offre un assist a Donald Trump, nel processo a suo carico a New York perché cercò con successo, ma con mezzi illeciti, d’impedire agli elettori l’accesso a informazioni a lui sfavorevoli durante la campagna elettorale per Usa 2016. Il magnate fa più cose allo stesso tempo e firma documenti senza leggerli: in alcun casi, ha firmato assegni mentre era al telefono o aveva incontri in corso. In pratica, non sempre sa che cosa firma.
Lo ha detto sul banco dei testimoni una sua ex assistente, Madelein Westerhout. La sua deposizione ha chiuso la terza settimana d’udienze del processo per i soldi in nero alla pornostar Stormy Daniels perché tacesse, durante la campagna elettorale per Usa 2016, una storia di sesso tra le e il magnate del 2006.
Secondo Westerhout, dunque, Trump poteva non sapere di avere firmato gli assegni incriminati. L’ex segretaria ha anche riferito che Trump era “molto turbato” quando la storia di Stormy Daniels venne fuori: “Da quello che ho capito, sapeva che sarebbe stata dolorosa per la sua famiglia”. Un’affermazione in controtendenza rispetto ad altri testi, secondo cui le preoccupazioni di Trump erano soprattutto rivolte all’esito della sua candidatura.
L’accusa deve ancora chiamare alla sbarra due testi e potrebbe esaurirli la prossima settimana. Uno dei due è l’avvocato faccendiere Michael Cohen, che negoziò con Stormy Daniels, la pagò del suo e venne poi rimborsato dal suo boss, il magnate. A Cohen, il giudice del processo Juan M. Merchan ha imposto di non rilasciare più dichiarazioni sul caso.
Usa 2024: guai per Bannon e Giuliani
Intanto, sono giorni bui per due sodali dell’ex presidente. Steve Bannon, lo stratega della campagna del 2016, poi brevemente consigliere alla Casa Bianca, rischia di andare in galera, ora che una corte d’appello federale ha confermato la condanna a quattro mesi per oltraggio al Congresso. Bannon, convocato, non si presentò a deporre come testimone nell’inchiesta sull’assalto al Campidoglio svoltosi il 6 gennaio 2021. La pena era stata sospesa in attesa dell’esito dell’appello. I giudici hanno ora sentenziato che il guru non aveva alcuna motivazione valida per rifiutarsi di deporre.
Anche l’ex sindaco di New York, ed ex avvocato e sodale di Trump, Rudy Giuliani, passa di guaio in guaio: da ultimo, è stato sospeso dalla stazione radio WABC, dove aveva un suo show, per avere ripetutamente parlato delle elezioni rubate del 2020, un tema caro alla narrativa ‘trumpiana’. “Lo abbiamo avvertito una volta” di non parlare delle elezioni rubate; “Lo abbiamo avvertito di nuovo. Non mi ha lasciato altra scelta: l’ho sospeso”, ha spiegato John Catsimatidis, responsabile dell’emittente.
Usa 2024: convention repubblicana, Baron non ci andrà
Barron Trump declina l’invito a essere delegato della Florida alla prossima convention repubblicana in programma a Milwakee a luglio. “Barron è onorato di essere stato scelto come delegato, ma declina l’invito per precedenti impegni”, ha fatto sapere lo staff di Melania Trump, madre del figlio più giovane dell’ex presidente, un adolescente che la prossima settimana otterrà la sua maturità – nella circostanza, Trump ha ottenuto un giorno libero dal giudice Merchan del suo processo -.
Giovedì, la Nbc aveva annunciato che il più giovane dei Trump, finora tenuto lontano dai riflettori della politica, avrebbe fatto il suo esordio come delegato alla convention repubblicana, in un ruolo condiviso anche dai fratelli maggiori Donald jr ed Eric e dalla sorella Tiffany, un’altra finora abbastanza allergica alla politica. Ai delegati, spetta la nomina formale del candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Il passo indietro di Baron, annunciato e forse deciso dalla madre, Melania, potrebbe segnalare qualche tensione nella famiglia Trump sulla campagna 2024, da cui s’è già chiamata fuori Ivanka, la figlia prediletta, che, con il marito Jarred Kushner, aveva avuto un ruolo importante nell’Amministrazione Trump, e cui non ha finora partecipato Melania.
Usa 2024: Biden corteggia miliardari California
In queste ore, il presidente Joe Biden corteggia i miliardari della California, con una serie di eventi di raccolta fondi a casa di diversi paperoni. Il programma di Biden prevede tappe da Vinod Khosla, miliardario della Silicon Valley, con biglietti di invito dai 6.000 ai cento mila dollari; e poi dall’ex amministratore delegato di Yahoo Marissa Mayer.
Il tour di Biden proseguirà nello Stato di Washington, dove manager di Microsoft e Amazon ospiteranno raccolte di fondi per il presidente candidato.