“Non è solo possibile, ma è addirittura essenziale, che gli Stati Uniti si impegnino in una politica estera basata sulla pace”: parole di Robert Francis Kennedy, RFK jr, figlio di Robert Kennedy, candidato, senza molte speranze, alla nomination democratica alla Casa Bianca, vicino alla linea di ricerca della pace di Papa Francesco.
RFK lo ha detto al Saint Anselm College Dana Center di Goffstown, nel New Hampshire, uno degli Stati che aprirà la stagione delle primarie, l’inverno prossimo. Kennedy, nei sondaggi, ha 53 punti di ritardo sul presidente uscente Joe Biden, candidato alla propria successione.
Il padre, Robert, ministro della Giustizia quando alla Casa Bianca c’era suo fratello John Fitzgerald, era candidato alla nomination nel 1968 e fu assassinato nelle cucine di un hotel di Los Angeles quattro mesi prima delle elezioni presidenziali. Lo zio, il presidente JFK, era stato ucciso a Dallas nel novembre del 1963.
Kennedy jr, uno dei tanti della famiglia scisi in politica, descrive padre e zio come due fratelli che vedevano negli Stati Uniti una forza di pace e positiva per tutto il Mondo. Dopo di loro, l’America ha invece cominciato a essere dominata da forze che mirano a intrappolarla in una sorta di “guerra per sempre”, in un Mondo polarizzato fra le forze del bene e del male, dove la violenza diventa l’unico strumento per risolvere i problemi internazionali.
Per RFK, questa mentalità ha anche permeato le politiche interne, inducendo un livello d’inciviltà nel dibattito sociale. C’è la percezione che il confronto, alias scontro, sia l’unica via per affrontare e risolvere i problemi: “Abbiamo interiorizzato la violenza e l’abbiamo resa un riflesso condizionato, come fosse la risposta ad ogni crisi”.
RFK tra negazionismo e pacifismo
La razionalità della serie di discorsi fatta da Kennedy nello Stato del Granito in vista delle primarie contrasta con le tesi negazioniste e ‘no vax’ difese durante la pandemia e lo colloca in un’area democratica pacifista e ‘di sinistra’. A lui, potrebbero guardare i giovani e parte di quanti, nel 2016 e nel 2020, sostennero nelle primarie, senza successo, il senatore del Vermont Bernie Sanders.
Senza chiamare in causa gli ultimi presidenti degli Stati Uniti, RFK denuncia la carenza di contatti tra gli Usa e la Russia e la confronta con il livello di comunicazione tra Washington e Mosca che, negli Anni Sessanta, contribuì a prevenire un conflitto nucleare, anche se nell’ottobre del 1962 vi si andò vicinissimi con la crisi dei missili a Cuba.
Kennedy cita il telefono rosso, la linea telefonica diretta tra John F. Kennedy e Nikita Krusciov, così come i discorsi che suo padre faceva a favore dei trattati di non proliferazione – oggi quasi tutti denunciati –, chiedendo agli americani di sforzarsi di capire il punto di vista sovietico. Un esercizio che, se fosse stato fatto oggi, avrebbe probabilmente evitato l’invasione dell’Ucraina e anche le crisi del 2008 con la Georgia e del 2014 in Ucraina.
Per RFK, della mentalità di allora c’è bisogno pure oggi. Invece gli Usa e i loro alleati hanno violato accordi presi con la Russia sull’espansione della Nato, creando un senso di minaccia alla sicurezza della Russia che l’America non avrebbe mai tollerato se Mosca avesse cercato di fare la stessa cosa.
La guerra tra Russia e Ucraina è stata inasprita dagli Stati Uniti, che la ritengono un punto d’avvio per ulteriori aggressioni occidentali alla Cina e in altri posti di questo Mondo. “Aborro la brutale e sanguinosa aggressione della Russia all’Ucraina, ma dobbiamo renderci conto che il nostro governo – l’Amministrazione e il Congresso, ndr – ha contribuito a creare questa situazione”.
Kennedy vuole che gli Stati Uniti si impegnino “immediatamente” in operazione di de-escalation e facciano da modello perché altri Paesi in tutto il Mondo si impegnino in un dialogo costruttivo, perché la guerra cessi e torni la pace. Il testo integrale del discorso è sul sito del candidato: https://www.jfklibrary.org/archives/other-resources/john-f-kennedy-speeches/saint-anselm-college-nh-19600305
Per ridurre le distanze da Biden, RFK ha un calendario di eventi e di incontri con gruppi anche eterodossi rispetto al Partito democratico: laureato in lettere ad Harvard e in legge all’Università della Virginia, avvocato e scrittore, anche di libri per l’infanzia, fervente cattolico, sposato tre volte con sei figli, il terzogenito di Robert nel 2008 sostenne nelle primarie democratiche Hillary Clinton contro Barack Obama. Nel suo passato, campagne sulla correlazione – scientificamente non provata – tra vaccini e autismo e la militanza negazionista sul Covid che lo portò a fare campagna in Europa (nel 2020 a Berlino e nel 2021 a Milano).