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Italia/Ue: Bce, Mes, immigrazione, i mulini a vento di Meloni

Scritto per The Watcher Post il 28/06/2023 https://www.thewatcherpost.it/news/ue-vertice-europeo-bce-mes-immigrazione-i-mulini-a-vento-dellitalia/

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L’Italia di Giorgia Meloni, in Europa, e non solo, è bravissima a scoprirsi dei mulini a vento, contro cui partire a lancia in resta, con poco da ottenere e talora nulla da perdere. Ma a fare ammoina – è l’idea di fondo – ci si guadagna sempre qualcosa. A volte, si tratta di lisciare il pelo dell’opinione pubblica, specie di chi vota i partiti della maggioranza di turno – è il caso del dossier dell’immigrazione, ricorrente sotto forma di crisi, quando al più è un fenomeno, da almeno 12 anni -; a volte, si tratta di fare baratti – è il caso della ratifica della riforma del Mes, che qualcuno nei palazzi del potere romani vorrebbe giocarsi nei negoziati sulla riforma e l’allentamento del Patto di Stabilità. Così succede che tutti discutono di cose che a stento l’1% dell’opinione pubblica sa che cosa siano: il Mes, appunto, Meccanismo europeo di Stabilità, e il surrettiziamente correlato Patto di Stabilità.

Facendo rapporto al Parlamento alla vigilia del Vertice europeo del 29 e 30 giugno a Bruxelles, oggi la premier Giorgia Meloni ha scelto un bersaglio grosso: la Banca centrale europea, la Bce, colpevole di fare quello che tutte le banche centrali fanno quando di tratta di frenare l’inflazione, che è la loro missione primaria: alzare i tassi d’interesse. La battaglia contro la Bce nasce persa, anche perché la Banca è indipendente dal potere politico. Meloni potrà pure trovare qualche sponda al Vertice, xché l’aumento dei tassi è medicina amara x tutti. Ma le sortite fuori misura di esponenti della coalizione al potere in Italia non paiono buon viatico ai negoziati europei che dovrebbero essere prioritari per l’Italia, la revisione del Pnrr e lo sblocco della tranche in sospeso; e, ovviamente, la riforma del Patto di Stabilità.

Al Parlamento, Meloni ha detto di volere affrontare il negoziato sulla governance economica, che entrerà nel vivo non prima di settembre, “con un approccio a pacchetto”. Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa ed ex sottosegretario agli Affari europei, l’ha messa in guardia: c’è il rischio che la trattativa sfoci “in un pacco per l’Italia”, perché il no al Mes non è né condiviso né compreso da nessuna delle capitali dell’euro”. Quanto agli attacchi alla Bce, venuti pure dai vice-premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, essi “portano negatività all’Italia nelle trattative con l’Unione”.

Critiche o consensi a Meloni del Parlamento italiano, però, organizzati lungo linee partitiche, non contano granché in Europa, dove il negoziato si fa tra Stati e non per assonanza politica.

La lettera d’invito trasmessa dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel ai suoi colleghi elenca i temi in agenda: non fa menzione di Mes e Patto di Stabilità e sottintende il problema dell’inflazione quando propone “uno scambio di vedute” sulla situazione economica. Quanto all’immigrazione, Michel scrive: “Il recente tragico naufragio nel Mediterraneo e le numerose vite perse ci ricordano con forza la necessità di continuare a lavorare incessantemente sulla sfida che l’immigrazione ci pone”. I leader ascolteranno rapporti della Commissione europea e del Consiglio dei Ministri dell’Ue e faranno il punto sull’attuazione delle conclusioni del febbraio scorso: non v’è traccia di nuove decisioni, di piani per l’Africa e neppure – più modestamente – per la Tunisia. Rilievo più o meno analogo hanno le relazioni con la Cina, coi Balcani occidentali e la preparazione del prossimo vertice Ue / America latina e Caraibi.

Il Mes viene però evocato in una lettera a Michel del presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe (l’Eurogruppo riunisce i ministri delle Finanze dei venti Paesi dell’euro).  “La ratifica del Trattato – scrive Donohoe – è centrale per i nostri sforzi e continueremo a lavorare con l’Italia su questo tema” (l’Italia è l’unico Paese a non avere ancora ratificato la riforma dello strumento). Di per sé, la lettera è una forma di pressione sull’Italia.

Nell’invito ai leader dei 27, il presidente del Consiglio europeo dedica più spazio e più attenzione all’Ucraina, dove la guerra “continua senza sosta”: La nostra incrollabile unità –scrive – contrasta con la disunione in Russia mostrata dagli eventi del fine settimana. Ribadiremo una volta di più l’impegno a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario, anche attraverso forme d’assistenza finanziaria e militare sostenibili”.

Michel evoca il sabotaggio della diga di Kakhovka a inizio giugno, “uno dei più grandi disastri causati dall’uomo nel nostro tempo”: “Oltre alle drammatiche conseguenze cui abbiamo già assistito – avverte il presidente del Consiglio europeo -, minaccia anche la più grande centrale nucleare d’Europa”.

A Bruxelles, “dovremmo pure discutere come intensificare ulteriormente il sostegno internazionale a una formula di pace per l’Ucraina”: il dibattito tra i leader Ue si concentrerà sui progressi da fare su “sicurezza e difesa europea”, nel quadro degli impegni assunti a Versailles lo scorso anno.

Più a lunga scadenza, Michel intende sottoporre ai 27 una bozza di strategia globale 2024-29, che sostituisca quella approvata nel 2019. Qui, però, più che in una logica negoziale, il presidente si muove in un contesto elettorale: la bozza, che non è stata ancora discussa e che non sarà certamente approvata in questa fase, è una sorta di candidatura alla riconferma. Il mandato di Michel, come quello della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, scade l’anno prossimo e andrà rinnovato dopo le elezioni europee dal 6 al 9 giugno, tenendo anche conto dell’esito del voto, che potrebbe alterare i rapporti di forza fra i partiti – UvdL è una popolare, Michel un liberale -.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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