HomeMondoUcraina: punto, la guerra si trascina, Cina e Usa dialogano

Ucraina: punto, la guerra si trascina, Cina e Usa dialogano

Scritto per la Voce e il Tempo uscita il 22/06/2023 in data 25/06/2023 e, in versioni diverse, per il Corriere di Saluzzo del 22/06/2023 e per il blog di Media Duemila pubblicato il 22/06/2023 https://www.media2000.it/ucraina-guerra-gia-dimenticata-sguardi-su-nato-e-cina/

-

Della guerra in Ucraina, non si parla quasi più; o se ne parla ritualmente: la mattina, c’è il bollettino dei missili e dei droni sulle città ucraine, si contano quelli intercettati, si glissa su quelli a bersaglio, si mostrano gli edifici civili colpiti (se ve ne sono); il pomeriggio, s’intrecciano versioni contrastanti sull’andamento della controffensiva ucraina, che – dicono gli ucraini – avanza, ma non dovunque e non in profondità o – dicono i russi – subisce smacchi. Reciprocamente, ucraini e russi dichiarano pesanti perdite inflitte al nemico.

Gli Stati Uniti prendono sul serio la minaccia costituita dalle testate nucleari tattiche che la Russia avrebbe trasferito in Bielorussia. Il presidente Aleksandr Lukashenko afferma di avere ricevuto armamenti “tre volte più potenti delle bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki nel 1945”. Ma il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, è fiducioso sulle potenzialità del contrattacco ucraino: “Le forze di Kiev mostrano capacità e professionalità… E’ una maratona, non uno sprint”.

Il leader dei mercenari del Gruppo Wagner, Evgheni Prigozhin, si fa beffa degli ucraini e dei loro alleati occidentali, piazzando finte commesse per F-35 e fucili, mitragliatori e lanciagranate ‘made in Usa’, mentre Politico scopre che centinaia di migliaia di munizioni di produzione occidentale sono finite ai militari russi. Le autorità russe ammettono carenze negli approvvigionamenti ed errori nella programmazione della cosiddetta ‘operazione militare speciale’. E il Pentagono si accorge d’avere, a sua volta, sopravalutato gli aiuti militari dati all’Ucraina: sei miliardi di dollari in più negli ultimi due anni – l’eccedenza verrà ora utilizzata per ulteriori forniture -.

Sguardi al Vertice della Nato e alla politica interna
Ma l’attenzione non è al fronte, ma altrove: sulla preparazione del Vertice della Nato a Vilnius, l’11 e 12 luglio, dove si parlerà dell’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica – un tema controverso e che, in ogni caso, presuppone la fine del conflitto, perché, finché è in guerra, sia pure per difendersi da un’aggressione, l’Ucraina non può entrare nella Nato -; e sulla ripresa dei contatti fra Cina e Usa, con la visita a Pechino del segretario di Stato Anthony Blinken – ne parleremo diffusamente -.

Secondo Le Monde, il governo francese sta interrogandosi sulla possibilità che Kiev aderisca all’Alleanza: una eventualità finora esclusa da Parigi, Berlino e Washington, ma sostenuta da Paesi dell’Europa centrale come la Polonia e i Baltici. Il cambio di rotta francese, se confermato, avrebbe lo scopo di aumentare la pressione sulla Russia, mentre la controffensiva ucraina incontra difficoltà.

L’ingresso di Kiev nell’Alleanza, dopo la fine del conflitto, servirebbe ad evitare ulteriori minacce da parte di Mosca. Ma Biden frena sull’ingresso di Kiev nella Nato: “L’Ucraina – dice – deve rispettare gli stessi standard degli altri Paesi”, mentre si torna a parlare del cancro della corruzione che mina gli apparati pubblici ucraini.

Intanto, Ursula Von der Layen, presidente della Commissione europea, annuncia altri 50 miliardi d’aiuti dell’Ue per l’Ucraina, la cui pratica di adesione all’Unione segue l’iter previsto.

Incominciano a delinearsi dialettiche di politica interna in vista delle elezioni presidenziali in Russia e in Ucraina, oltre che negli Usa, nel 2024. Un sondaggio del KIIS, centro di ricerca ucraino, dice che il 69% degli ucraini scioglierebbe il Parlamento a guerra finita, il 47% vuole un nuovo governo, il 23% un altro presidente al posto di Volodymyr Zelensky, il 19% lascerebbe tutto com’è. I dati sono molto omogenei nelle diverse Regioni.

Mosca, dal canto suo, prova a rafforzare la propria presa sui 4 territori annessi lo scorso anno, annunciandovi elezioni locali il 10 settembre.

Il fronte della pace, mosse dal Brasile e dall’Africa
Sul fronte della ricerca della pace, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva sollecita l’appoggio del Vaticano, la cui azione prosegue sotto traccia: “Ho chiamato Papa Francesco – dice Lula – perché volevo fargli visita. È molto interessato a porre fine alla guerra in Ucraina”.

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, apre spiragli a soluzioni diplomatiche, annunciando che alcune idee – senza però dire quali – “potrebbero funzionare”. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, fa sapere che Mosca è interessata a discutere ogni opzione.

Ma il presidente russo Vladimir Putin rinfocola i timori di un allargamento del conflitto: “La Nato si lascia trascinare in guerra”. Da San Pietroburgo, durante l’annuale Forum economico, Putin rende omaggio a Silvio Berlusconi con un minuto di silenzio e gli riconosce di avere “migliorato i rapporti tra Russia e Nato”.

Bombe russe cadono su Kiev durante la visita del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, presidente di turno dei Brics, in missione per illustrare un piano di pace di alcuni leader africani, prima a Zelensky, poi a Putin. Gli attacchi aerei non rasserenano gli animi: “Un messaggio chiaro alla missione di pace”, commenta il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. E Zelensky boccia la ‘pace africana’: “Vogliono solo sospendere il mandato di arresto per Putin” della Corte penale internazionale dell’Aia. Putin deve recarsi in SudAfrica per il Vertice dei Brics.

L’Onu condanna la Russia perché impedisce l’accesso degli aiuti umanitari nelle aree occupate colpite dalle inondazioni conseguenti al massiccio collasso della diga di Khakovka a inizio giugno. Non è tuttora chiaro se la diga sia stata deliberatamente presa di mira o sabotata – nei giorni scorsi, il New York Times sosteneva che il danno fosse stato causato dai russi –  o se si sia invece trattato di un cedimento strutturale, magari in parte causato dalla carente manutenzione della infrastruttura nell’ultimo anno. Anche il numero delle vittime del disastro è incerto: si oscilla tra alcune decine e alcune centinaia. La autorità ucraine segnalano i rischi per la salute posti dalla qualità delle acque, che si va deteriorando, anche per le carcasse di animali in putrefazione.

Sempre alta la tensione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhja, dove gli esperti dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, continuano i sopralluoghi.

Di qui in avanti https://www.giampierogramaglia.eu/2023/06/20/cina-usa-blinken-a-pechino-prove-disgelo-nodi-irrisolti/

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

ULTIMI ARTICOLI

usa 2020

coronavirus - elezioni - democrazia - ostaggio

Coronavirus: elezioni rinviate, democrazia in ostaggio

0
Elezioni rinviate, elezioni in forse, presidenti, premier, parlamenti prorogati: la pandemia tiene in ostaggio le nostre democrazie e, in qualche caso, le espone alla...