Il Settimanale 2023 4 – L’istruzione superiore dovrebbe rappresentare una fase di crescita, scoperta e sviluppo personale per gli studenti universitari. Tuttavia, negli ultimi anni, le università italiane hanno dovuto affrontare un fenomeno preoccupante: l’aumento dei casi di suicidio tra gli studenti. Di seguito si affronta la casistica relativa ad un sondaggio sulla salute mentale legata all’ambito universitario sottoposto a 108 studenti iscritti all’Università di Roma La Sapienza.
Il dato più allarmante riguarda la conseguenza più grave dello stress universitario: il 18,5% degli studenti ha affermato di aver pensato al suicidio in relazione a qualcosa che è successo all’interno dell’ambiente universitario. Prendendo in considerazione solo gli studenti over 24, questa percentuale sale addirittura al 32%.
I motivi che possono portare uno studente all’estremo gesto del suicidio sono complessi e multifattoriali. Le pressioni accademiche, le aspettative elevate, l’isolamento sociale, la competizione feroce e lo stress cronico sono solo alcune delle sfide che gli studenti universitari devono affrontare quotidianamente. In un ambiente in cui il successo accademico e il raggiungimento di risultati eccezionali sono considerati il metro di misura del valore personale, non sorprende che alcuni studenti si trovino a lottare per mantenere l’equilibrio mentale. La crisi dei suicidi nelle università italiane non è un problema isolato, bensì un fenomeno che coinvolge istituti di istruzione superiore in tutto il mondo.
In una delle domande è stato richiesto di classificare il proprio stato mentale in una scala da 1 (pessimo) a 5 (ottimo): il 69% dei partecipanti ha indicato un valore pari o inferiore a 3, ciò suggerisce quanto negli studenti sia diffuso uno stato mentale tra il pessimo e il mediocre. Questo è strettamente legato allo stress provocato dal percorso universitario: infatti quasi l’89% afferma che la loro quantità di stress è medio-alta o alta. Tutto ciò porta gli studenti a mentire a familiari e amici su vari aspetti del percorso universitario: dall’esito negativo o al di sotto delle aspettative di singoli esami, al numero stesso di esami sostenuti. Infatti, il 35% ha affermato di aver mentito almeno una volta. In risposta allo stress e allo stato mentale precario, quasi il 50% ha utilizzato un servizio di supporto e di consulenza psicologica.
“Il mondo universitario è diventato sempre di più un luogo di depressione e ansia”, denuncia l’Unione degli Universitari. I casi di suicidio di studenti non accennano a diminuire. L’ultimo in Italia risale al 7 aprile scorso: uno studente di medicina di 29 anni a Chieti si è tolto la vita dopo aver lasciato dei fogli in cui raccontava la propria sofferenza per il mancato traguardo della laurea e le bugie dette ai genitori.
Lo scorso 2 marzo, schiacciata dal peso di aver comunicato a tutti la falsa data della sua laurea, un’altra studentessa si è suicidata a Somma Vesuviana (Napoli) quando le mancava un solo esame per conseguire la laurea in Lettere moderne. Pochi mesi prima, il 28 novembre, uno studente di 26 anni si è schiantato con l’auto tra Padova e Abano Terme: aveva annunciato la data della sua laurea in Scienze infermieristiche quando gli mancavano ancora alcuni esami per poterla ottenere. Per terra sull’asfalto non è stato trovato alcun segno di frenata.
Questi episodi tragici e i risultati allarmanti del sondaggio condotto richiamano l’attenzione sulla necessità di affrontare in modo urgente la crisi del benessere studentesco e di fornire un sostegno adeguato a coloro che stanno lottando con queste problematiche.
Il Sapiente, Ilaria Coppola, Matteo Giollo, Noelle Mazzoni