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Il Settimanale 2023 4 – Stabia commissariata, aspirina per malato terminale

Scritto per il Settimanale 2023 3 della classe di Agenzie e Nuovi Media del cdl in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, edizione del 14/05/2023

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Il Settimanale 2023 4Raffaele Schettino, direttore del Metropolis, principale giornale di Castellammare di Stabia, critica aspramente lo scioglimento del Comune commissariato per infiltrazioni mafiose. Schettino definisce la situazione “un’aspirina data a un malato terminale” e parla di degenerazione dei politici nazionali e locali, tacciandoli di incompetenza e di essere facilmente malleabili dalle “forze oscure” che, a suo parere, non verranno sconfitte e anzi si ripresenteranno con forza alle prossime elezioni.

D – Negli ultimi 10 anni c’è stata un’impennata di casi di infiltrazione nei Comuni: lo strumento del commissariamento combatte davvero la criminalità organizzata?
Io ritengo che la legge ormai sia quasi anacronistica. Il problema principale è che va a colpire solo la classe politica, lasciando indenne la classe dirigente che spesso è la prima avvicinata dalle cosche. L’aumento dei casi significa che la legge ha fallito. Pensiamo alla nostra realtà: mentre la commissione d’accesso inquisiva, si è consumata la stagione delle scarcerazioni eccellenti con cinque boss storici tornati liberi.

230605 Il Settimanale 2023 4 - Castellammare di Stabia - Raffaele Schettino
Raffaele Schettino, direttore del Metropolis

D – Possiamo dire quindi che sollevare il sindaco non risolve il problema?
La legge sullo scioglimento è un’aspirina che si dà a un malato terminale, 18 mesi di purgatorio non risolvono i problemi. Questo strumento nacque durante la stagione dei sindaci, quando chi arrivava al potere aveva grande impatto sul territorio e quindi aveva senso, se si fosse immischiato nella malavita, sollevarlo dall’incarico. Con la degenerazione della politica sono salite alla ribalta figure che spesso sono messe lì da qualcuno e colpire quelle figure non risolve nulla.

D – Si è mosso qualcosa in città dopo l’onta dello scioglimento?
La politica è specchio del territorio, a Stabia l’illegalità è presente ovunque. Vivendo la città sembra difficile pensare che solo questa Amministrazione abbia avuto contatti con la camorra. Stabia è l’unica città d’Italia dove sono stati uccisi due consiglieri comunali in carica, nel 1992 e nel 2009. Eleggere presidente del Consiglio comunale il figlio di un ex boss non è stata una mossa accorta, ha allertato sicuramente la magistratura sulla città. Sicuramente la camorra nel Comune c’era ieri come c’è oggi, forse agiva meglio nell’ombra.

D – Perché la scarsa partecipazione dei ragazzi alla vita pubblica?, chi potrebbe portare avanti questo dibattito?
Quando avevo vent’anni la città era piena di iniziative che mantenevano la vita politica viva. Oggi i ragazzi hanno la memoria corta, non conoscono la storia locale. Tutto ciò non si può insegnare con i social, ma attraverso centri di aggregazione, strutture apposite che ormai mancano totalmente. Finché aspettiamo che venga qualcuno dall’alto a cambiare le cose non accadrà nulla. La gente fa clamore per le sciocchezze, come il cambio di nome di Marina di Stabia fatto per marketing e non sui lavori di Marina di Stabia, fermi da anni. Stabia è una città che ha radici ben delineate, non è un paesino inutile nello scacchiere regionale. E invece dobbiamo vedere i paletti della piazza principale colorati dei colori della squadra locale, è la follia più totale.

Il Rotocalco, Matteo Cerrone, Vincenzo Esposito, Alice Iadecola, Elena Rea, Ilaria Ricci, Sara Satolli

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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