Il Settimanale 2023 4 – Luca Di Terlizzi, classe 1995, è il nuovo rappresentante del corso di laurea in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo romano La Sapienza. Nelle elezioni delle rappresentanze studentesche, tenutesi nei giorni scorsi, Luca ha ottenuto la maggioranza dei voti da parte di un grande numero di studenti che hanno deciso di dargli fiducia.
Come riportato nel suo programma elettorale, Luca vorrebbe risolvere le problematicità e le criticità rilevate dagli studenti dell’ateneo che sono all’ordine del giorno. Tra le maggiori ricordiamo: le condizioni di studenti e studentesse durante i tirocini; il problema del caro affitti, che negli ultimi giorni ha alimentato il dibattito; la mancanza degli spazi adibiti allo studio e, infine, l’assenza di regolamenti chiari per ciò che concerne la parte burocratica in merito alla prova finale.Lo abbiamo intervistato.
D – Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a candidarti?
Mi viene da pensare di primo acchito “Perché non avrei dovuto?” . Reputo la rappresentanza studentesca una componente inalienabile e imprescindibile tanto della mia vita universitaria, quanto per il benessere e il miglioramento di un qualsiasi studente iscritto presso la nostra università. Ritengo infatti necessario che la comunità studentesca abbiamo una voce negli organi di governance d’ateneo, una voce che possa sinteticamente quanto pragmaticamente difendere e migliorare le condizioni materiali di ognuno di noi.
D – Quali sono i punti fondamentali del tuo programma?
Il principio alla base del nostro programma elettorale è cercare di intercettare quelli che sono i problemi più sentiti dalla componente studentesca. Dal sondaggio promosso, abbiamo redatto un programma i cui principali punti sono tre: estensione degli orari d’apertura delle biblioteche per consentire a tutti e tutte di poter avere quantomeno un banco su cui studiare; la richiesta al Dipartimento di redigere un regolamento di laurea chiaro che contenga tutte le informazioni utili e necessarie per poter consentire il conseguimento del titolo nei tempi prestabiliti; infine l’aumento del numero di appelli disponibili per permettere agli studenti di non correre per rispettare le scadenze.
D – Saresti disposto a portare avanti una causa opposta ai tuoi ideali qualora ci fossero richieste in tal senso dalla maggioranza degli studenti?
Qui sorge il grande dilemma morale cui credo di non essere in grado di rispondere. In buona sostanza non credo che una buona causa possa essere opposta ai miei ideali se questi alla base hanno il benessere studentesco. Se la maggior parte degli studenti si muove per una causa, sicuramente alla base c’è un malessere generalizzato e diffuso; quindi, a meno che la causa non sia connessa a prassi violente, non vedo perché non perseguirla.
Prospettive Globali, Chiara Abballe e Luana Cipollone