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Il Settimanale 2023 4 – Agedo lotta per formazione LGBTQIA+

Scritto per il Settimanale 2023 4 della classe di Agenzie e Nuovi Media del cdl in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, edizione dello 05/06/2023

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Il Settimanale 2023 4 – Siamo nel 1993, quando un piccolo gruppo di genitori, soprattutto mamme, decide coraggiosamente di abbattere il muro della solitudine e dare vita ad AGedO (Associazione Genitori di Omosessuali). L’obiettivo? Combattere i pregiudizi, le paure e gli stereotipi relativi all’omo-bi-transessualità. Per questo da 30 anni AGedO, oltre al rassicurante sostegno alle famiglie LGBTQIA+, considera fondamentale il confronto con le Istituzioni e con le scuole.

L’uguaglianza è ancora lontana, come dimostrano i recenti e accesi dibattiti sui diritti dei figli arcobaleno. In vista delle rivendicazioni dell’Onda Pride che coinvolgerà tra maggio e giugno tutta Italia, abbiamo intervistato Fiorenzo Gimelli, presidente dell’Agedo, per riflettere proprio sull’importanza dell’informazione.

D – Inizio citando le parole di Paola Dall’Orto, prima presidente dell’Agedo, riguardanti la nascita dell’associazione: “Lo scopo era quello di aiutare […] a conoscere cosa non è l’omosessualità, cioè a sapere che non è cosa sporca, non è perversione, peccato, […] tutto quanto cioè ci è stato inculcato da secoli e che ormai fa da substrato alle nostre credenze”. Quanto pensa che la situazione sia cambiata oggi rispetto al 1993?

La situazione è cambiata, ma non quanto sarebbe necessario. Da oltre 30 anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’omosessualità come una variante naturale degli orientamenti sessuali. Anche l’identità di genere è completamente derubricata da qualsiasi aspetto patologico. Si parla oggi di persone che hanno orientamenti e identità nello spettro naturale e su cui non influiscono educazione, modelli, cultura, etc. Questo può influire sull’espressione, su come si vive. Sono due cose completamente diverse.

230605 - Il Settimanale 2023 4 - Agedo
Una delegazione dell’Agedo a un’altra manifestazione

D – L’errore quindi dove risiede oggi?
Ancora qualcuno fa scientemente confusione mettendola su un piano valoriale. Non siamo sul piano dei valori o dell’etica, ma di quello che le persone sono. E’ ancora più grave perché così io non condanno un comportamento, ma condanno le persone per quello che sono. Una volta si condannavano perché avevano la pelle scura o un handicap, oggi perché hanno una diversa identità.

D – Importante è dunque la formazione. Anche nelle scuole.
I primi interventi nella scuola risalgono agli anni ’90, quando le mamme Agedo facevano campagne anti AIDS. Nella scuola ci concentriamo molto e stiamo attualmente portando avanti le Carriere Alias. Sono 221 le scuole che la hanno attivata, tra cui circa 20 istituti comprensivi. Riguarda persone che sono in un percorso di affermazione di genere ed è necessario per garantire il benessere dello studente e la privacy.

D – Agedo fa anche parte del FoNAGS, dove troviamo molte associazioni cattoliche integraliste. Come viene gestito il rapporto con il mondo cattolico?
Noi siamo un’associazione aconfessionale, come scritto nello statuto, ma molti di noi sono cattolici. Ci rendiamo conto di quanto le posizioni ufficiali della Chiesa storicamente abbiano costituto una fonte dello stigma e dell’ostilità nei confronti del mondo LGBT. Una parte di persone comincia a capire. Capire che la famiglia ha molte declinazioni diverse in diversi contesti e epoche. Non esiste un solo modo di fare.

D – Quali sono le iniziative previste per l’Onda Pride?
Stiamo cercando di avere un momento unitario in cui i Pride chiamano l’Italia. I Pride infatti mobilitano tantissime persone, però la politica fa finta di niente, come se fossero passeggiate. Noi vogliamo insistere sul fatto che facciamo questo perché rivendichiamo diritti. Diritti uguali per tutti. I doveri li abbiamo tutti uguali, e i diritti, allora? Ad oggi molti devono vivere in regole stabilite da altri in cui non possono trovarsi perché non li prevedono. Noi vorremmo un mondo organizzato in modo che tutte le varianti siano previste e che dia spazio a tutti.

 Smuovere pregiudizi secolari è complicato e lungo, ma alla nostra portata. Come fare? Combattere, come fa Agedo, sul piano dell’informazione e dell’educazione nella convinzione che il futuro uguale per tutt* sarà sempre meno utopico.

MutAzione, Gea Bersano, Simone Cimaglia, Silvia Cristini, Edoardo Venuti

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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