Il Settimanale 2023 3 – Dal 2009 a Rignano Flaminio, in provincia di Roma, il monastero di Sant’Elia offre sostegno alle comunità ortodosse nel Lazio e in Ucraina
A Rignano Flaminio, la comunità ortodossa romena dell’eremo di Sant’Elia rappresenta dal 2009 un punto di riferimento per chi ha bisogno di aiuto indipendentemente dalla provenienza.
Negli ultimi anni, prima con l’emergenza Covid e poi con lo scoppio della guerra in Ucraina, il monastero si è impegnato in una serie di iniziative di beneficenza sia in autonomia sia con la guida della diocesi ortodossa romena in Italia. Ad occuparsi in prima linea delle opere di bene verso i bisognosi è Padre Stefan, ieromonaco (religioso che ha in sé sia i titoli ecclesiastici di monaco sia quelli di prete nella Chiesa ortodossa) dell’eremo e guida spirituale della comunità. Racconta Padre Stefan: “Stiamo ospitando una famiglia ucraina con tre bambini, sono rifugiati. Con la diocesi ortodossa romena stiamo cercando di trovare loro una casa perché vorrebbero rimanere qui finché la guerra non finisce. Il padre di questa famiglia ha già trovato un lavoro.”
Non solo per singole famiglie, la risonanza delle campagne solidali per l’Ucraina arriva fino ai territori colpiti dalla guerra grazie all’invio di 55 camion di aiuti dall’inizio della “Campagna umanitaria dell’Ucraina” iniziata a marzo. “Anche i nostri parrocchiani hanno contribuito all’organizzazione. Anche se hanno impegni di lavoro, impegni di famiglia, non mancano mai, ho una comunità molto attiva, con molta solidarietà. L’eremo non ha nulla di proprio, non ha soldi suoi, quello che ha è una comunità unita e che vuole aiutare.”
Il totale dei fondi destinati dalla Diocesi d’Italia, fino ad oggi, per il sostegno dei rifugiati arrivati in Romania e nella Repubblica di Moldova, ha raggiunto un valore di 191.497 euro. Sempre padre Stefan: “La vera ricchezza è sempre la comunità. Tutto quello che c’è qui, che abbiamo costruito, lo ha costruito la comunità”.
Le stesse famiglie che hanno partecipato all’organizzazione dei trasporti umanitari per l’Ucraina hanno anche materialmente costruito lo stesso monastero di Sant’Elia. “Poi lo spazio che abbiamo qui ci permette di fare molte cose”. L’Eremo di Sant’Elia, infatti, sorge su una collina a ridosso della Via Flaminia, in una località di campagna posta alle pendici del monte Soratte conosciuta con il nome Pian Paradiso.
“Noi qui abbiamo anche 20 posti letto per ospitare delle persone. Per esempio abbiamo appena ospitato una bambina romena in cura nell’ospedale Bambino Gesù. Abbiamo ospitato la famiglia qui durante il suo ricovero perché vengono da fuori e non sanno dove stare … Capita spesso che le famiglie si fermino per delle settimane e gli diamo questa possibilità, una base dove stare”.
Comunità come quella di Padre Stefan sono indispensabili e sopravvivono anche grazie al supporto degli aiuti di associazioni che collaborano direttamente con l’eremo, come la Protezione Civile e il Banco Alimentare. Ciononostante, spesso il sostegno non è sufficiente ed è necessario che se ne parli per riuscire a creare risonanza allo scopo di dare visibilità a realtà che non ne hanno quanta ne meritano.
FOMO, Davide Del Prete, Giuseppina Lambiasi, Angelo Panunzio