Il Settimanale 2023 3 – Non solo Animenta e Mi nutro di vita; in Italia le associazioni che sensibilizzano sui DNA [disturbi della nutrizione e dell’alimentazione] pullulano di volontari. Ma le istituzioni latitano.
Quella dei Disturbi Alimentari è un’epidemia subdola, silenziosa, spietata e in Italia colpisce una persona su tre: lo sanno bene Stefano Tavilla, presidente di Mi nutro di vita, e Aurora Caporossi, tra gli ‘under 30 2022 – Social Impact Italia’ di Forbes. Dalla forza della 26enne romana è nata Animenta, luogo di incontro e condivisione, ma soprattutto sensibilizzazione.
Animenta è un’associazione no-profit attiva a livello nazionale, supportata da oltre 200 volontari tra professionisti, ragazzi e genitori che semplicemente offrono un aiuto.
«Ho sofferto di anoressia nervosa quando avevo 16 anni e nel 2021 ho deciso di creare Animenta», racconta Aurora. «Animenta nasce dalle storie: le storie di chi si è ammalato, di chi è in guarigione, ma anche le storie dei familiari che si sono ritrovati nel vortice dei disturbi alimentari. Questo perché, quando si ammala una persona, si ammala un po’ tutta la famiglia».

È per questo che sul sito di Animenta è presente una lunga sezione dedicata alle storie, dei volontari e dei loro cari. L’associazione sfrutta Instagram come mezzo comunicativo primario, promuovendo anche iniziative sul territorio quali laboratori di cucina – sostenuti da Fondazione Coratella -, spese condivise supervisionate da professionisti e convegni in scuole e università.
Il 15 marzo 2023, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, Animenta è approdata alla Camera. Tra politici e persone di spicco nel mondo online, è intervenuto anche Stefano Tavilla, presidente di Mi Nutro di Vita e creatore della neonata Fondazione Fiocchetto Lilla, che richiama il famoso simbolo della lotta contro i DCA. La Giornata è stata istituita proprio grazie al suo impegno, dopo la scomparsa della figlia Giulia nel 2011 a causa della bulimia.
In un’intervista, Stefano ci ha fatto presente quanto in Italia sia ora necessario concretizzare le parole in fatti: «La gente là fuori muore: sono più di 4000 persone ogni anno. Occorre che le istituzioni facciano un passo concreto: negli ultimi due anni abbiamo provato a sollecitare “i piani alti” per ottenere il loro aiuto, ma non è cambiato nulla. Le parole, in questo caso, servono a poco».

È proprio in direzione di un’attivazione istituzionale concreta che si stanno muovendo attivisti come Maruska Albertazzi e le associazioni, tra cui le stesse Animenta e Mi Nutro di Vita, sostenute da varie fondazioni.
A ottobre 2021, una manifestazione a favore dell’inserimento dei DNA all’interno dei LEA [Livelli Essenziali di Assistenza] tenutasi di fronte al Ministero della Salute aveva portato a grandi promesse. Ma non è bastato.
E intanto, complici l’abbassamento dell’età di incidenza e la carenza di strutture dedicate, l’attesa del ricovero si allunga prepotentemente, come ci dice Armando Cotugno, medico psichiatra dell’ambulatorio DCA dell’Asl Roma 1: «Il nostro bacino di utenza è di un milione e ottocentomila persone. Più la gente si ammala e più le liste d’attesa si allungano; al momento la nostra arriva al 2024».
Rumore, Giulia Camodeca, Angela Fiore, Federica Piva, Cristina Procida