Il Settimanale 2023 3 – La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma il 17 maggio aprirà le porte al progetto Il linguaggio del bello, iniziativa che dal 2021 organizza visite museali per le persone con malattia di Alzheimer o altro tipo di demenza. Il tour, riservato a gruppi di 10 persone (5 persone con disabilità + 5 accompagnatori), è guidato da volontari che presentano al pubblico le opere prescelte per le visita.
Il FAI, fondazione che dal 1975 si occupa di salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano, insieme all’Associazione Alzheimer e alla Galleria Nazionale, è una delle sigle dietro l’evento. Alessandra Tognetti, volontaria del Fondo per l’Ambiente italiano, ha risposto ad alcune nostre domande per saperne di più sul progetto e sulla giornata del prossimo mercoledì.
Come e quando nasce il linguaggio del bello?
“Il progetto “Meet Me: Making Art Accessible to People with Dementia” del MoMa, iniziato a New York nel 2006, ha stimolato nuove esperienze in diverse parti del mondo ed anche in alcune regioni italiane: grazie alla collaborazione tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, il Centro di Medicina Geriatrica del Policlinico Gemelli e altre strutture del territorio, nel 2010 a Roma è stato organizzato il primo percorso di visite guidate per persone con demenza. Dati i risultati positivi dell’esperienza, nell’ottobre del 2021, con la partecipazione anche del FAI, è nato Il linguaggio del bello, oggi alla sua quarta edizione”.
In che modo l’esperienza è d’aiuto ai partecipanti e ai loro familiari?
“L’arte, la bellezza, la creatività sono parte del patrimonio collettivo dell’essere umano e la sensibilità ad esse permane anche quando altre funzioni vengono meno. Gli studi condotti negli ultimi anni hanno messo in evidenza come l’arte, nelle sue varie espressioni, svolga un ruolo di stimolazione efficace in persone con demenza, perché opera su circuiti emozionali che si conservano più a lungo delle componenti cognitive, compromesse dalla malattia. Quando la memoria, il pensiero logico, il linguaggio verbale decadono è necessario sostenere altre vie di comunicazione che favoriscano il benessere della persona malata e di chi se ne prende cura, spesso familiari provati da una assistenza totalizzante”.
Come si svolge la visita guidata all’interno del museo e quali sono le opere prescelte o le sezioni della Galleria interessate?
“La visita, dalla durata di un’ora e mezza e incentrata sulla presentazione di 2 o 3 opere d’arte, si compone di momenti diversi: la stimolazione, la costruzione di associazioni, la rielaborazione personale, il riaffiorare dei ricordi e il collegamento con i temi attuali.
Durante il percorso guidato, dunque, si alternano momenti di stimolazione e partecipazione differenti: emergono ricordi ed esperienze personali, vengono raccontate le opere e gli aneddoti ad esse collegate e la narrazione diventa un percorso nel quale le caratteristiche dell’opera e le specificità dell’artista si intrecciano con i contributi forniti dai partecipanti”.
A seguito delle numerose iniziative culturali e solidali del FAI come questa, come definirebbe il rapporto tra l’uomo e l’arte?
“Credo molto nell’azione potente dell’arte, nelle sue varie espressioni e nel benessere che è in grado di regale all’uomo, anche alle persone più fragili. Ritengo importante e preziosa la tutela e la diffusione della conoscenza dell’enorme patrimonio del nostro paese”.
L’arte parla di noi e parla con noi, anche quando ci sembra non aver nulla da dire: questo è il suo linguaggio.
Rotocalco, Matteo Cerrone, Vincenzo Esposito, Alice Iadecola, Elena Rea, Ilaria Ricci, Sara Satolli