Per la pace in Ucraina, Papa Francesco non demorde, ma i suoi appelli, ormai ripetitivi, restano inascoltati. “La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità. Dobbiamo dirlo ai leader”, dice ai vescovi dell’Ue. “Si può ormai parlare di una terza guerra mondiale”, insiste il Pontefice, per cui il conflitto ucraino “ha scosso la pace europea”.
Il nuovo presidente dei vescovi europei, monsignor Mariano Crociata, indica “nella testimonianza dell’unità” lo strumento della Chiesa per essere efficace sul piano europeo, toccando i problemi delle fasce più deboli della società, il dramma delle migrazioni e delle richieste di asilo, “un’ecologia integrale” e la libertà di religione.
Per l’ambasciatore di Mosca a Washington Anatoly Antonov, l’Occidente non è sulla via della pace, ma dell’inferno nucleare: “Sotto la guida degli Usa, porta l’umanità sull’orlo di un Armageddon“, riferendosi all’invio in Ucraina di munizioni con uranio impoverito.
I primi quattro dei 13 caccia Mig-29 donati dalla Slovacchia all’Ucraina hanno lasciato le loro basi, rivela il ministro della Difesa slovacco Jaroslav Nad. La Russia recrimina: “Un altro passo verso l’escalation del conflitto”, che Ue e Nato “cercano di trascinare fino all’ultimo ucraino”, dice Alexander Grushko, viceministro degli Esteri russo.
Il capo dei mercenari del gruppo Wagner, Yevgheny Prigozhin, polemizza con la Bloomberg che annuncia il disimpegno dei suoi dall’Ucraina, dove stanno combattendo a Bakhmut, senza però ricevere mezzi e munizioni adeguati, e uno spostamento in Africa. “Fino a quando il nostro Paese ha bisogno di noi, rimarremo a combattere in Ucraina”, assicura Prighozhin. Fonti ucraine dicono che l’offensiva russa su Bakhmut sta rallentando, forse perché a corto di carri armati..
Sul terreno, nella notte, ancora bombardamenti e due persone morte nell’attacco missilistico russo su Avdiivka, nel Donetsk, dove c’è un impianto petrolchimico. Colpita pure Kramatorsk. Kiev afferma d’avere respinto 83 attacchi russi.
A margine del Vertice europeo, in corso a Bruxelles, l’Ungheria ha chiarito che non arresterebbe Vladimir Putin, in esecuzione dell’ordine di cattura della Cpi, se mettesse piede sul suo territorio. Budapest aderisce alla Corte penale internazionale, ma il trattato “non è stato ancora promulgato” poiché “contrario alla Costituzione”. Budapest giudica l’iniziativa della Cpi un intralcio alla pace.