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Ucraina: Varsavia dà Mig a Kiev, Cina sonda terreno pace

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/03/2023

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Ucraina – La Cina sonda il terreno per un’azione diplomatica sul fronte russo-ucraino: il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha ieri telefonato al collega ucraino Dmytro Kuleba, esprimendo la convinzione che Kiev e Mosca debbano fare ripartire i colloqui “il prima possibile”, perché il conflitto rischia “di andare fuori controllo”. La conversazione segue l’annuncio di un piano di pace cinese, mentre s’ipotizzano visite del presidente cinese Xi Jinping nelle capitali di guerra.

Riferendo su Twitter del contatto con Qin, Kuleba non fa sconti: “Abbiamo discusso il significato del principio dell’integrità territoriale”. Kiev resta ferma sulla Formula di Pace del presidente Volodymyr Zelensky “per porre fine all’aggressione e ripristinare la giusta pace”, i russi fuori dall’Ucraina, anche dalla Crimea.

Quasi contestualmente, Kuleba ha parlato con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, sempre della Formula di Pace di Zelensky, ma soprattutto di come “accelerare” le forniture di munizioni d’artiglieria promesse all’esercito di Kiev. “Stiamo lavorando 24 ore su 24 con gli Stati Uniti e gli altri alleati per essere sicuri di ricevere tutte le munizioni di cui abbiamo bisogno per le operazioni difensive e controffensive”. E gli ucraini lamentano lo stallo nelle trattative sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Ieri, s’è appreso che la Polonia trasferirà all’Ucraina nei prossimi giorni quattro caccia Mig-29, “aerei pienamente operativi”, secondo quanto assicurato in diversi contesti dal presidente e dal premier polacchi Andrzej Duda e Mateusz Morawiecki. Il fatto che i Mig siano sovietici dovrebbe ridurre al minimo il tempo di addestramento dei piloti ucraini.

La Polonia diventa così il primo Paese Nato a fornire all’Ucraina aerei da combattimento sollecitati a più riprese. Gli altri governi Nato non hanno finora accolto l’invito per non creare un’escalation della tensione tra la Russia e l’Alleanza. Gli Stati Uniti parlano di “decisione sovrana” polacca, che non cambia la loro posizione sui caccia F-16, la cui cessione a Kiev “non è sul tavolo”.

Secondo Axios, “Israele ha recentemente approvato licenze di esportazione per la possibile vendita di sistemi anti-drone che potrebbero consentire all’Ucraina di contrastare i droni iraniani utilizzati dalla Russia”. Se confermata, sarebbe la prima autorizzazione israeliana all’export a Kiev di sistemi di difesa dall’inizio dell’invasione.

Dopo l’incidente di martedì sul Mar Nero tra due aerei militari russi e un drone Usa, il Pentagono ha ieri diffuso immagini in cui si vedono i due caccia russi Su-27 spargere una sostanza, che sarebbe carburante, sul MQ-9 Reaper. Resta, però, controverso se vi sia stato un impatto con l’elica del drone. Il video è stato montato prima di essere rilasciato dal Comando europeo delle forze Usa.

La marina russa ha intanto raggiunto l’area in cui il drone è caduto. La Cnn spiega che Mosca ha diverse navi nel Mar Nero, comprese unità di base nei porti della Crimea, il che le dà un vantaggio nel tentare di recuperare l’MQ-9 Reaper, caduto in acque internazionali circa 70 miglia a sud-ovest della penisola.

Media ucraini citano l’abbattimento, nell’Est del Paese la scorsa settimana, d’un drone commerciale di fabbricazione cinese, che sarebbe stato modificato a fini bellici. Mosca, dal canto suo, riafferma l’importanza di tenere le linee di comunicazione con Washington “aperte”.

Sul fronte dei combattimenti, continua la battaglia di Bakhmut e lo sforzo degli ucraini di evacuare civili spesso riluttanti. L’avanzata dei russi sarebbe in stallo, dopo essere costata forti perdite, ma la strenua difesa della città da parte ucraina, voluta da Zelensky, è oggetto di critiche a Washington, specie da parte di militari. Da parte russa, la consueta gragnola di missili e ordigni ha ieri toccato sette province ucraine, facendo almeno una vittima.

Un incendio è scoppiato nella sede delle guardie di frontiera dei servizi di sicurezza russi a Rostov, capoluogo dell’omonima provincia russa al confine con l’Ucraina: bilancio, un morto e due feriti. Testimoni riferiscono di un’esplosione prima del rogo. Kiev nega responsabilità.

Ieri, Mosca è tornata ad esprimere rammarico per la volontà di Svezia e Finlandia di aderire all’Alleanza atlantica, ribadendo che “la Russia non è una minaccia per loro”. Varsavia annuncia d’avere smantellato una rete di spie russe: nove le persone coinvolte, preparavano sabotaggi.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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