I mercenari del Gruppo Wagner rivendicano la conquista di tutta “la parte orientale” di Bakhmut, città del Donetsk da mesi contesa fra russi e ucraini. “La riva est del fiume Bakhmutka è sotto nostro completo controllo”, scrive su Telegram il leader del Gruppo Evgeny Prigozhin, E la Nato non esclude che Bakhmut possa cadere “nei prossimi giorni”: “Non sarà una svolta nella guerra, ma è segno che non possiamo sottovalutare la Russia e che dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina“, afferma Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza atlantica, arrivando al consiglio informale difesa Ue a Stoccolma.
In visita a Kiev, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres definisce “cruciale” che l’accordo sull’export dei cereali dall’Ucraina venga esteso: l’intesa, negoziata con la mediazione di Turchia e Onu e sancita il 22 luglio 2022, sta per scadere e se ne sta trattando il rinnovo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Guterres hanno anche parlato della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi dall’inizio dell’invasione: “È importante garantire che la centrale possa tornare alla normale operatività e l’Onu è pronta a mediare per la completa smilitarizzazione dell’area intorno all’impianto”. Zelensky ne chiede il ritorno sotto sovranità ucraina.
Un’unità di élite di commandos dei Royal Marines britannici s’è installata in una base norvegese già occupata da forze olandesi e ora ribattezzata Camp Viking, nei pressi di Tromsoe: rafforza le posizioni della Nato sul fronte artico, in funzione di contenimento della Russia.
Stando ai conti della Nato, gli alleati in un anno hanno fornito un sostegno economico-finanziario all’Ucraina pari a circa 150 miliardi di euro, di cui ben 65 come aiuti militari. A Stoccolma, i 27 hanno ieri discusso un piano dell’Ue per fornire munizioni all’Ucraina in tre fasi: primo, donare quel che c’è nei magazzini, munizioni di artiglieria di standard sovietico del valore di un miliardo; poi, lanciare appalti congiunti, del valore di un miliardo; infine, aumentare la capacità di produzione dell’industria della difesa europea. Il piano è stato illustrato dal capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell. Il commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton ha sottolineato l’esigenza “di muoversi in una sorta di economia di guerra …, dobbiamo fare ‘whatever it takes’ per fornire munizioni all’Ucraina”. Uno dei punti di frizione è se comprare le munizioni per Kiev solo dall’industria europea, rafforzando le linee produttive anche con investimenti pubblici, o se acquistarne sul mercato globale.
La Commissione europea ha intanto prorogato la protezione temporanea data ai profughi ucraini fino a marzo 2024 ed è pronta a prorogarla fino a marzo 2025. Circa quattro milioni di persone hanno già ottenuto protezione nell’Ue.