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Ucraina: G7, la solita musica, nuove sanzioni e maggiori controlli

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/02/2023

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Un pacchetto di sanzioni ulteriore e un giro di vite ai controlli sulla loro applicazione: nell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i leader del G7 si riuniscono virtualmente per un’ora e mezzo, presente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e dettagliano una serie di misure per imporre un’ennesima stretta all’economia russa.

In una nota congiunta, i leader dei Sette Grandi ingiungono “ai Paesi terzi e a tutti gli attori internazionali” che aggirano le sanzioni pro – Ucraina e forniscono sostegno materiale alla Russia “di cessare immediatamente” di farlo. Altrimenti, “dovranno affrontare misure durissime”.

Nel giorno in cui Pechino chiede lo stop alle sanzioni, l’Occidente lavora per rafforzarle: nel mirino del G7 entrano non meglio definiti “intermediari” europei che venderebbero tecnologie belliche o ‘dual use’ a Mosca. Ma, secondo Der Spiegel, pure la Cina potrebbe entrare nel club dei fornitori della Russia con i droni kamikaze (Pechino, però smentisce), accanto a Iran e Corea del Nord.

Ancor prima della riunione del G7, i Dipartimenti Usa del Tesoro e di Stato avevano già annunciato nuove sanzioni, comprese alcune per il controllo illegittimo da parte russa della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia e altre che riguardano i settori della difesa, dei metalli, dei semiconduttori e delle miniere, nonché 30 tra individui e aziende europee, tra cui tedeschi, svizzeri e maltesi, e oltre 60 individui ed entità complici nella gestione delle operazioni e delle politiche di aggressione verso l’Ucraina a livello di governo russo e nell’amministrazione illegittima dei territori ucraini occupati. Globalmente, oltre 250 le persone o aziende o entità colpite. Per le fonti Usa, “è uno dei pacchetti più significativi varati fino a oggi”.

Gran Bretagna, Giappone e altri Paesi hanno annunciato proprie sanzioni, in coincidenza con il G7. L’Ue non è invece ancora riuscita a mettere a punto il suo decimo pacchetto di misure anti-Russia: causa il perdurare dello stallo nei negoziati, la presidenza di turno svedese, ieri mattina, ha sospeso una riunione degli ambasciatori dei 27 e ha proseguito le trattative con contatti bilaterali. Obiettivo: colmare la distanza tra la Polonia, che insiste per il bando totale sulla gomma sintetica russa, e diversi altri Paesi membri, fra cui Germania e Italia, e mettere in moto un meccanismo che consenta il varo dei provvedimenti senza ulteriori plenarie.

Se le sanzioni europee sono momentaneamente in panne, le armi verso Kiev continuano ad affluire: la Polonia ha consegnato i primi 4 Leopard; Berlino ha annunciato che ne consegnerà 18 invece di 14; altri 10 arriveranno dalla Svezia (desiderosa di entrare nella Nato). Invece, è stallo con gli Usa sugli F-16, che “non sono uno strumento chiave” per le forze ucraine sul campo di battaglia: lo dice il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cnn. Gli ucraini “stanno per lanciare una controffensiva significativa e gli F-16 non sono essenziali in questa fase. Lo sono, invece, gli apparati che ora stiamo spostando rapidamente in prima linea”, munizioni, artiglierie, carri.

Secondo fonti italiane, la riunione del G7 ha conseguito l’obiettivo di ribadire l’unità dei Grandi nella solidarietà e nel sostegno al popolo ucraino. I leader hanno commemorato l’anniversario dell’invasione sottolineando l’unità, la coesione e la resilienza con cui si sono schierati e sono rimasti al fianco di Kiev, sostenendola a livello umanitario, militare e finanziario. I Sette Grandi, che hanno diffuso un comunicato congiunto, hanno riconosciuto il coraggio e la forza degli ucraini che resistono all’invasione e continuano a combattere una guerra sanguinosa per la propria libertà. A lavori conclusi, Zelensky ha ringraziato Stati Uniti e Regno Unito per gli aiuti e le sanzioni.

Fra i ‘sanzionati’ dagli Stati Uniti, si cono due imprenditori svizzero-italiani Walter Moretti e Frederic Pierre Villa, accusati da Washington, con la loro rete di soci e aziende, di procurare attrezzature per i laboratori di armi nucleari russi e di fornire tecnologie e attrezzature occidentali all’intelligence e all’esercito di Mosca.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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