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Ucraina: colpo di freno Usa su Crimea, Zelensky non ci sta

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/02/2023

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Doccia fredda sulle speranze dell’Ucraina di recuperare la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. A colloquio con un gruppo di esperti, il segretario di Stato Usa Antony Blinken esprime il parere che il tentativo di Kiev di riprendersi la Crimea supererebbe “una linea rossa” per il presidente russo Vladimir Putin e potrebbe innescare da parte di Mosca “una risposta imprevedibile”.

A riferire estratti della conversazione, destinata a restare riservata, è Politico, che cita due persone presenti all’incontro. “Blinken ha dato l’impressione che gli Usa non considerino saggia una spinta per riconquistare la Crimea in questo momento. Ma non l’ha comunque detto in modo esplicito”.

Le dichiarazioni attribuite a Blinken si intrecciano con quelle rilasciate al Financial Times dal capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, generale Mark Milley, secondo cui né l’Ucraina né la Russia sono in grado di vincere la guerra, che può solo finire al tavolo dei negoziati. Se è “praticamente impossibile” che la Russia conquisti l’Ucraina – “Non succederà” –, “è pure estremamente difficile che le forze di Kiev riescano a cacciare quelle di Mosca dalle loro terre”: “L’esercito russo dovrebbe crollare”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky replica, in un’intervista alla Bbc, che non cederà territori in accordi di pace, perché altrimenti “la Russia continuerebbe a tornare”.

Il Pentagono sta facendo un inventario delle scorte di armi per valutare se sia necessario aumentare gli sforzi per soddisfare le esigenze, specie di munizioni, di Kiev. Impegni in tal senso sono venuti dalle riunioni a Bruxelles, martedì e mercoledì, dei ministri della Difesa dei Paesi che appoggiano l’Ucraina – Nato e non solo -. Ieri, Gran Bretagna e Polonia spronavano gli alleati ad inviare armi e munizioni a Kiev, salvo poi frenare Londra sugli aerei e Varsavia sui carri.

In una risoluzione approvata a maggioranza, il Parlamento europeo chiede ai 27 dell’Ue di prendere “in seria considerazione” l’invio all’Ucraina di aerei da guerra, elicotteri, missili e più munizioni, “per tutto il tempo necessario”: 444 voti favorevoli, 26 contrari e 37 astenuti.

Su un registro diverso la Cina, che sollecita l’Occidente, via la Francia, a trovare sbocchi al conflitto “in tempi brevi”; e l’Iran si allinea. In parallelo, però, Pechino ribadisce la disponibilità a lavorare con Mosca “per promuovere il continuo sviluppo del partenariato strategico globale”. Parole che precedono la visita a Mosca del capo della diplomazia del Pcc Wang Yi: “Sotto la guida strategica” dei due presidenti, Putin e Xi Jinping, “i legami russo-cinesi hanno avuto uno sviluppo sano e stabile”.

La prossima settimana, nell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, l’Assemblea Generale dell’Onu voterà una risoluzione che sottolinea “la necessità di raggiungere, quanto prima, una pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta dell’Onu”. Nella bozza in discussione, “si ribadisce l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità, l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti” e si rinniova la richiesta alla Russia “di ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e di cessare le ostilità”.

La scorsa notte, l’esercito ucraino sostiene di avere abbattuto 16 degli oltre 30 missili russi lanciati durante un attacco su larga scala contro infrastrutture critiche in diverse aree del Paese. Sul terreno, si combatte sempre nel Donetsk, intorno a Bakhmut. Il capo del gruppo di mercenari russi Wagner, Yevgeny Prigozhin, torna a criticare “la mostruosa burocrazia militare russa”: Bakhmut – sostiene Progozhin – doveva essere presa prima della fine del 2022 e, soprattutto, prima dell’arrivo nell’area di rinforzi ucraini. Mosca e Kiev si sono ieri scambiati un centinaiom di prigionieri ciascuna, fra cui 63 combattenti del battaglione Azov.

Zelensky ha ieri ricevuto il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, primo esponente del governo Netanyahu a giungere in Ucraina.

 

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko afferma che la Bielorussia si unirà alle operazioni della Russia in Ucraina “solo” se attaccata.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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