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Ucraina: la Nato glissa sugli aerei, ma accelera sulle munizioni

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/02/2023

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I Paesi della Nato e altri che sostengono l’Ucraina contro l’invasione russa, riuniti oggi a Bruxelles, discutono dell’invio di caccia a Kiev. Non si arriverà a una decisione, perché le perplessità sono diffuse, Usa e britanniche, francesi e polacche. Alla vigilia dell’incontro, il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg dice che “la cosa più importante ora è la rapidità” di mettere gli ucraini in grado “di fare funzionare tutto ciò che è stato loro fornito”: “Siamo in una gara” contro il tempo “per dare all’Ucraina i mezzi per ribattere alla Russia”. Vladimir Putin “non è pronto alla pace e lancia nuove offensive. La velocità – degli aiuti, ndr – salverà vite”.

Stoltenberg parla di “compito monumentale”: “La guerra in Ucraina consuma una quantità enorme di munizioni e sta esaurendo le riserve dei Paesi della Nato”, perché si utilizzano più munizioni di quante se ne producano e i tempi di consegna stanno raddoppiando. Il capo della Nato invita i Paesi a fare accordi con l’industria della difesa per aprire nuovi impianti, quindi a investire nell’aumento della produzione. Alcuni Paesi, fra cui Usa, Franci e Norvegia lo hanno fatto. Ma il tempo di attesa per le munizioni di grosso calibro è passato da 12 e a 28 mesi.

Lo sforzo economico, oltre che militare, dell’Occidente per l’Ucraina deve, però, tenere pure conto delle previsioni dell’Ue per il 2023: il rischio d’una recessione pare evitabile, ma persistono difficoltà serie in molti Paesi. In questo contesto, per i governi dare priorità all’industria delle armi è un’opzione ostica.

Secondo Stoltenberg, è già in atto l’inizio di una nuova offensiva russa in Ucraina. Per mettere sotto pressione Kiev, Putin sta invia al fronte “migliaia e migliaia di truppe” fresche, accettando “un tasso di perdite” molto alto – gli ucraini dicono di stare infliggendo ai russi perdite senza precedenti -. “Ciò che la Russia manca in qualità, cerca di compensarlo in quantità”.

I recenti attacchi di hacker russi non avrebbero causato danni di rilievo alla Nato o all’Ucraina.

Quanto all’allineamento dell’Italia sulle posizioni della Nato, Stoltenberg non ha dubbi: “Sono certo che il sostegno dell’Italia all’Ucraina continuerà”. Quanto agli aiuti militari, Stoltenberg trova che Roma “ha fatto molto” ed esprime soddisfazione per la fornitura del sistema di difesa Samp-T, insieme con la Francia.

Sul terreno, i russi continuano ad avanzare nell’area di Bakhmut, dove la battaglia “infuria” – riferiscono gli inviati dell’Ap – e i mercenari del Wagner hanno preso il villaggio di Krasna Hora. Scontri vengono pure segnalati nell’area di Zaporizhzhia. Gli Stati Uniti hanno reiterato la richiesta ai loro cittadini di lasciare la Russia, questa volta nel timore di “arresti pretestuosi”.

Per il New York Times, il conflitto “è a una svolta”, l’ennesima, senza essere vicino a concludersi. La Russia ha per il momento intensificato gli attacchi missilistici sulle infrastrutture ucraine e tiene acquartierati nell’Ucraina orientale la gran parte dei 300 mila uomini arruolati nei mesi scorsi, pronti a scattare all’offensiva.

Entrambe le parti hanno qualcosa in serbo per le settimane e i mesi a venire”, dice Julian Barnes, esperto di difesa. Mosca, in particolare, mira a prendersi tutto il Donbas, sopraffacendo numericamente le truppe ucraine. Nessuna delle due parti fa mosse negoziali, a parte le trattative per scambi di prigionieri che, anche di recente, hanno permesso la liberazione di centinaia di soldati dall’una e dall’altra parte.

Alle invocazioni di pace per l’Ucraina di Papa Francesco, replica il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che “non si sente offeso” dalle accuse di crudeltà a buriati e ceceni, perché il pontefice è “troppo vecchio per prendersela con lui”. “I combattenti sono le persone migliori – afferma Kadyrov -, ma questo il papa non lo può capire: ha vissuto tutta la sua vita da qualche parte in un monastero, o non so dove; e secondo me ha dimenticato quello che succede nel mondo, cos’è la vita”.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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