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Ucraina: Zelensky millanta, “fra due anni nell’Ue e poi nella Nato”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 12/02/2023

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Dopo una notte di tregenda per l‘Ucraina, bombardata con decine di missili che cadono, fra l’altro, su Kharkiv e Kerson, su Zaporizhzhia e sull’Isola dei Serpenti, fanno almeno una dozzina di feriti fra i civili e danneggiando infrastrutture energetiche, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ostenta ottimismo, mentre l’energia viene ulteriormente razionata a Kiev e intorno alla capitale.

Più la Russia intensifica gli attacchi, più l’Ucraina si mostra fiduciosa nella vittoria. Zelensky parla a una riunione di investitori promossa dalla banca d’affari JP Morgan e vuole convincerli a puntare sulla ricostruzione del Paese. Il presidente fra un’affermazione ben più netta di quelle fatte giovedì al Vertice europeo – dove i leader dei 27 avrebbero potuto contraddirlo -: l’Ucraina – dice – sarà nell’Unione europea tra due anni e “dopo la vittoria contro la Russia” entrerà a far parte della Nato.

Zelensky ammette: “Tra i leader mondiali, ci sono dei pessimisti che credono che abbiamo bisogno di 10 anni per entrare nell’Ue… Ma possiamo farcela in due anni e l’adesione alla Nato può fornirci le garanzie di sicurezza di cui abbiamo bisogno”.

All’ottimismo geo-politico di Zelensky, si contrappone, lato russo, il pessimismo militare del capo del gruppo di mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin. Secondo lui, al ritmo attuale ci vorrà un anno e mezzo o due per prendere il Donbas, le regioni dell’Ucraina orientale di Donetsk e Lugansk.

Prigozhin ne parla su Nexta Tv con il blogger militare russo Semyon Pegov. “Per arrivare al Dnipro – aggiunge -, ci vorrebbero tre anni”. A settembre, il presidente russo Vladimir Putin proclamò, dopo referendum farsa, l’annessione delle province di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, senza però controllarne il territorio.

Le dichiarazioni di Prigozhin s’intrecciano con le critiche, che vengono proprio dai blogger militari, ai generali russi, per errori nella gestione della campagna. Il capo dei Wagner pensa che Mosca debba consolidare la presenza nell’Ucraina orientale e prendere la città di Bakmut, dove gli ucraini oppongono una feroce resistenza.

Secondo l’intelligence ucraina, citata da fonti britanniche, la Russia, che dall’inizio dell’invasione avrebbe perso quasi 140 mila uomini, non ha le risorse per lanciare un’offensiva su larga scala intorno al 24 febbraio, anniversario dell’invasione. Le voci, insistenti, di un imminente massiccio attacco sarebbero, dunque, fuori luogo.

I russi starebbero “cercando di trovare punti deboli” nella difesa ucraina, con “l’obiettivo principale di ottenere un qualche successo tattico nell’Ucraina orientale”, da sbandierare nell’anniversario. Ma fonti militari ucraine giudicano “irrealistico” che i russi completino l’occupazione del Donbass entro marzo.

Mosca sostiene che i massicci attacchi di venerdì, durante i quali missili russi avrebbero invaso spazi aerei romeno e moldavo, hanno bloccato il trasferimento su ferrovia di armi e munizioni “straniere” nelle zone di combattimento e hanno colpito infrastrutture essenziali per “l’industria della difesa e per i trasporti ucraini”. Il portavoce del Ministero della Difesa Igor Konashenkov dice: “Gli obiettivi sono stati raggiunti. Abbiamo bloccato lo spiegamento di armi, hardware e truppe”.

L’attacco non ha però impedito la consegna all’Ucraina di un primo lotto di anti-aerea lituana, cannoni e munizioni L-70. Complessivamente, Vilnius intende trasferire a Kiev decine di L-70, oltre a due elicotteri Mi-8 e a 36 sistemi antiaerei portatili. Ieri, invece, la Polonia, uno dei 27 più incline ad aiutare l’Ucraina, è stata cauta sull’invio di aerei, “ne abbiamo pochi”.

All’Onu, intanto, si lavora a una bozza di risoluzione da pubblicare nell’anniversario dell’invasione, previa approvazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il documento, ancora in fieri, sottolinea la necessità di una pace “il prima possibile” che garantisca la “sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Una sessione straordinaria sulla guerra dell’Assemblea generale si aprirà il 22 febbraio; un voto è previsto per il giorno successivo. Nell’Assemblea, la Russia non ha diritto di veto; ma i documenti dell’Assemblea, diversamente da quelli del Consiglio di Sicurezza, non sono vincolanti.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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