La presenza a Bruxelles del presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa deragliare il Vertice dell’Ue, che doveva discutere di questioni interne all’Unione europea, in particolare d’immigrazione, e che si ritrova a ribadire l’appoggio a Kiev e a riformulare gli impegni già delineati, esattamente una settimana fa, nel Summit Ucraina/Ue.
Sulla questione della fornitura di caccia e armi a lungo raggio, che Zelensky aveva trattato mercoledì a Londra col premier britannico Rishi Sunak e a Parigi col presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il governo ucraino mette il carro davanti ai buoi e crea frizioni con la Gran Bretagna.
Zelensky stesso non esita ad aprire un fronte con la Germania, in particolare con Scholz. “Devo obbligarlo ad aiutare l’Ucraina e convincerlo costantemente che gli aiuti non sono per noi, ma per gli europei”, dice Zelensky a Der Spiegel, parlando della “fase difficile” del rapporto tra Kiev e Berlino. Dopo la cena all’Eliseo con Macron e Scholz, Zelensky rileva “il rapporto oscillante, con alti e bassi”, tra Ucraina e Germania, pur ringraziando Berlino per la fornitura del sistema di difesa antiaerea Iris-T, che “ha salvato molte vite”.
Il presidente ucraino è critico, in generale, con i leader europei, cui chiede armi e sanzioni “tutti i giorni”: “Se tutto il mondo sapeva che Putin stava per invadere il nostro Paese, perché non ha imposto sanzioni?”, chiede Zelensky. “E’ assolutamente ridicolo che tutti voi ci difendiate pubblicamente e che siate poi felici di eludere le sanzioni o negarci le armi”.
La giornata di Zelensky a Bruxelles, iniziata raggiungendo da Parigi la capitale belga sull’aereo di Macron, è un intreccio di appuntamenti istituzionali e di incontri bilaterali: Zelensky va al Parlamento europeo, che la presidente Roberta Metsola convoca d’urgenza apposta per lui, e partecipa ai lavori dei leader dei 27; e ha vari incontri, anche con la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.
In una nota congiunta, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e Zelensky condividono “l’impegno dell’Ue a fornire all’Ucraina equipaggiamenti militari” ed evidenziano “la necessità che le consegne siano il più rapide possibile”, sottolineando che “è essenziale che l’Ue e tutti i partner dell’Ucraina intensifichino il sostegno militare, soprattutto ora che i rischi di una nuova offensiva russa sono in aumento”.
Per i leader dei 27, Zelensky ha ringraziamenti, ma soprattutto richieste. Che anticipa, fra gli applausi, agli eurodeputati: “L’Europa – dice – si sta liberando dalle dipendenze dall’energia fossile russa, si sta difendendo dalle infiltrazioni degli agenti russi. L’Ue … sta valutando positivamente le nostre riforme. L’Ucraina vincerà ed entrerà nell’Unione… L’Ucraina e l’Ue hanno dimostrato di essere forti” e insieme stanno realizzando “qualcosa che sembrava impossibile”, sconfiggere la Russia. “l’Europa è libertà, è la nostra casa”.
Rispondendogli, la Metsola ‘sdogana’ i jet a Kiev – “Bisogna fornirli perché l’Ucraina vinca” -, pur senza avere poteri in merito.
I discorsi di Zelensky mettono l’accento sulla minaccia della Russia e sui rischi persistenti per altri Paesi: “La Russia ha occupato alcuni nostri territori e alcune nostre infrastrutture energetiche non funzionano più. Cercano di distruggere la nostra economia, le nostre città e ciò ha un impatto su tutta l’Europa … Bisogna continuare con le sanzioni contro i droni, contro le industrie missilistiche e anche contro le aziende informatiche”. Il presidente ringrazia i leader dei 27 “per la disponibilità dei leader a fornirci le armi necessarie, compresi i caccia”; e dice che, nei bilaterali, s’è parlato proprio degli aerei da guerra.
Quanto alle intenzioni di Mosca, Zelensky dice: “Abbiamo intercettato i piani della Russia per distruggere la Moldavia, spezzare la democrazia e prendere il controllo del Paese: ho subito avvisato la presidente Maia Sandu e sono sicuro che voi avreste fatto lo stesso”. Si ignora, per ammissione del presidente, se i piani, “molto simili a quelli per l’invasione dell’Ucraina” siano mai divenuti operativi. Da Chisinau confermano di avere rilevato “attività destabilizzanti” da parte russa, dopo l’allarme di Zelensky.