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Usa: lo stato dell’Unione di Biden, più politica interna che Russia e Cina

Scritto, in versioni diverse, lo 08/02/2023 per AffarInternazionali.it https://www.affarinternazionali.it/lo-stato-dellunione-di-biden-piu-politica-interna-che-russia-e-cina/ e per The Watcher Post https://www.thewatcherpost.it/news/usa-lo-stato-dellunione-di-biden-ramoscelli-bipartisan-fermezza-con-russia-e-cina/, oltre che per la Voce e il Tempo, uscita lo 09/02/2023 in data 12/02/2023, per il Corriere di Saluzzo dello 09/02/2023 e per il blog di Media Duemila https://www.media2000.it/usa-stato-dellunione-biden-guarda-a-2024-si-mostra-fermo-con-putin-e-xi/, oltre che, in una versione più estesa, per Democrazia Futura, che lo ha ancitripato il 10/02/2023 su Key4biz https://www.key4biz.it/democrazia-futura-america-first-messaggi-a-russia-e-cina/434667/

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Chi si aspettava un discorso sullo stato dell’Unione orientato sulla politica estera, contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina e contro la Cina per l’intrusione nello spazio aereo Usa con una sonda probabilmente spia, è rimasto deluso: il presidente Joe Biden ha essenzialmente parlato di politica ed economia interne, delineando i temi della campagna elettorale per Usa 2024. Quanto ai toni, l’opposizione repubblicana ha risposto all’appello a moderare lo scontro con interruzioni e talora insulti: gli oltranzisti ‘trumpiani’ e i cospirazionisti di QAnon gli davano del bugiardo. Mentre, seduti dietro il presidente, la sua vice Kamala Harris e lo speaker della Camera Kevin McCarthy manifestavano reciproca freddezza, nonostante una battuta scherzosa di Biden a McCarthy: “Non voglio rovinarti la reputazione, ma non vedo l’ora di lavorare con te”.

La politica estera è venuta in primo piano solo dopo circa 60 dei 73 minuti del lungo discorso, pronunciato nella notte italiana tra martedì e mercoledì di fronte al Congresso in sessione plenaria.

Fronte Russia, gli Usa “staranno al fianco dell’Ucraina finché necessario”: “la brutale aggressione russa” è un “test per gli anni a venire, per noi e per il Mondo”. L’America vuole “più libertà, dignità, pace, non solo in Europa, ma ovunque”, dice Biden, rivolgendosi all’ambasciatrice ucraina Oksana Markarova, seduta tra gli ospiti della first lady Jill.

Fronte Cina, gli Stati Uniti reagiranno ogni volta che Pechino “minaccia la nostra sovranità”, come “abbiamo fatto la scorsa settimana” – un riferimento esplicito alla vicenda del pallone cinese intercettato nei cieli americani e poi abbattuto -, ma in spirito “di competizione, non di conflitto”.

Un discorso centrato su politica ed economia interne
Parole ferme, ma non aggressive. Com’è stato tutto il discorso: un appello a unità e collaborazione bipartisan, dopo la stagione della polarizzazione; un manifesto elettorale, che prelude senza dubbio a una ricandidatura. “Finiamo il lavoro insieme”: è il refrain di Biden, che rivendica i suoi successi – il Covid superato, la disoccupazione ai minimi dal 1969, la democrazia consolidata dopo la scossa dell’insurrezione del 6 gennaio 2021 – e traccia un percorso, alternando – notano i commentatori – “i toni riflessivi ed ecumenici a quelli più fieri e combattivi”.

Il presidente è consapevole che, con un Congresso diviso, deve cercare e trovare compromessi, se vuole portare avanti la sua agenda. Ma sa pure che, se l’opposizione gli farà muro contro, potrà scaricarle addosso la colpa di uno stallo. E come lui lo sanno senatori e deputati, molti dei quali sono in aula con un nastrino ucraino giallo-blu.

Biden presenta un piano economico “per le persone dimenticate”: nessun taglio al welfare e ‘minimun tax’ per i ricchi, con echi protezionisti (i progetti federali con materiali ‘made in Usa’) e l’accento sul contrasto al cambiamento climatico (“una minaccia esistenziale”). L’occhio è rivolto alle sue ‘constituencies’ liberal, nera e ispanica: ripristinare il diritto di aborto, vietare le armi d’assalto contro le stragi nelle scuole e sui luoghi di lavoro, riformare la polizia contro un ricorso alla forza sproporzionato, dire no alla violenza politica e all’estremismo.

Il presidente sollecita i repubblicani a collaborare. Ma non si aspetta che questo accada, anche se lui condisce l’appello alla collaborazione proponendo temi per definizione bipartisan: lotta al cancro e difesa della salute mentale, tutela dei veterani, contrasto all’epidemia di oppioidi e overdosi. Biden avverte: con il voto di midterm, “il popolo ci ha dato un messaggio chiaro, lo scontro per lo scontro non ci porta da nessuna parte”; e aggiunge: “La mia visione per riunire il nostro Paese è sempre stata ripristinare l’anima della Nazione e ricostruirne la spina dorsale, la classe media”. E ancora: “La storia dell’America è storia di progresso e resilienza … Siamo l’unico Paese uscito da ogni crisi più forte di quando vi è entrato … Lo stiamo facendo di nuovo…”.

La risposta repubblicana e come la pensa l’opinione pubblica
Lo scorso anno, era stata la guerra in Ucraina a costringere Biden a rivedere interamente il discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato sei giorni dopo l’inizio dell’invasione russa. Il presidente inviò un messaggio forte agli oligarchi russi: “Troveremo e sequestreremo i vostri yacht e i vostri jet e le vostre case di lusso”, disse. Questa volta, è stato l’abbattimento, sabato scorso, della sonda cinese a suggerire alcune modifiche al testo già predisposto.

Il presidente vuole dare dell’Unione un quadro positivo rassicurante, più che stupire il pubblico annunciando programmi e iniziative. Gli risponde, fra i repubblicani, Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell’Arkansas, figlia d’arte – pure il padre lo fu – ed ex portavoce di Donald Trump alla Casa Bianca. La governatrice più giovane dell’Unione – 40 anni – non raccoglie il ramoscello d’ulivo di Biden: l’America – dice – “è pronta a una nuova generazione di leader”, frase che suona, però, campana a morto pure per la ricandidatura di Trump – Biden ha 80 anni, il magnate 77 -.

Per Biden, è stato il primo discorso sullo stato dell’Unione tenuto davanti a un Congresso diviso, Camera repubblicana e Senato democratico. Ricordando quanto ha finora fatto, il presidente vuole dimostrare di poter essere ancora utile al Paese. Però un sondaggio Washington Post / Abc indica che l’opinione pubblica è scettica sull’operato di Biden, la cui Amministrazione si auto-definisce “una delle più efficaci dei tempi moderni”.

Oltre tre americani su cinque pensano che il presidente non abbia finora combinato granché e solo poco più di un terzo gli riconosce buoni risultati. Persino una maggioranza di democratici ritiene che un mandato per Biden possa essere sufficiente. Del resto, gli americani, che nel 2020 andarono a votare con un’affluenza record, non sono per nulla eccitati da una rivincita 2024 Biden – Trump. Secondo lo stesso sondaggio, una netta maggioranza non vuole né l’uno né l’altro alla Casa Bianca dal 2025 in poi.

Impegni pubblici e guai familiari
Il discorso sullo stato dell’Unione è uno dei maggiori eventi politici statunitensi: una tradizione che risale al 1790, quando George Washington pronunciò il primo – rimasto il più breve -. Il presidente parla davanti al Congresso in sessione plenaria, presenti i suoi ministri quasi al gran completo – uno resta a casa, in quanto ‘designated survivor’ in caso di catastrofe nucleare o terroristica o naturale -, i giudici della Corte Suprema, i vertici militari.

L’evento, alle 21.00 ora di Washington, le 03.00 del mattino in Italia, va in prime time sulle tv Usa. In tribuna, fra gli ospiti del presidente e della fist lady – 26 in tutto -, oltre all’ambasciatrice ucraina, Bono degli U2, una sopravvissuta all’Olocausto, Ruth Cohen, i genitori di Tyre Nichols, un giovane nero pestato a morte dalla polizia a Memphis. C’è pure l’ambasciatrice d’Italia Mariangela Zappia.

Nonostante l’invito del presidente a stemperare la polarizzazione, la Camera a trazione repubblicana s’appresta ad avviare l’indagine sul figlio di Biden, Hunter, alla cui origine c’è una vecchia e oscura storia, cioè il ritrovamento nel suo laptop – depositato in un laboratorio di informatica – di alcuni file sui suoi discussi affari. L’iniziativa è potenzialmente imbarazzante per Biden e rischia di gettare un’ombra sulla sua ricandidatura.

Ma i guai per il presidente non vengono solo dall’opposizione. Nella sua Amministrazione, è in atto un esodo – fenomeno abbastanza consueto a metà mandato -. Dopo il capo dello staff, Ron Klain, rimpiazzato da Jeff Zients, sta per andarsene il segretario del Lavoro Marty Walsh, che va a dirigere la NHL Players Association, il sindacato nazionale dei giocatori di hockey. Proprio Walsh era ieri sera il ‘designated survivor’ della squadra ministeriale.

La politica estera Secondo indiscrezioni insistenti della stampa Usa, Biden vuole recarsi in Polonia nell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio. Ma una decisione definitiva non è stata ancora presa.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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