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Ucraina: russi rivendicano presa Bakhmut, Londra valuta invio tanks

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 10/01/2023

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In Ucraina, si riaccende la battaglia per Bakhmut, città di quasi 80 mila abitanti nel nord-est del Donetsk, su cui i russi concentrano da settimane i loro attacchi. Ma non è chiaro se stia davvero accadendo qualcosa sul terreno, o se si tratti solo di una fiammata di dichiarazioni propagandiste. I filo-russi di Donetsk rivendicano la presa della città – “la liberazione”, scrive la Tass – dopo mesi di combattimenti che hanno fra i protagonisti i mercenari del battaglione Wagner. L’epicentro dello scontro è il sobborgo di Soledar.

Fonti militari ucraine negano la perdita di Bakhmut, pur ammettendo che nella notte tra domenica e lunedì ci sono stati diversi assalti della fanteria russa nei pressi della città: “I russi – dicono – attaccano in maniera massiccia”.  La situazione è delicata, specie a Soledar, dove, per stabilizzare il fronte, i comandi ucraini hanno inviato rinforzi, uomini e mezzi.

Mancano notizie di due operatori umanitari britannici che operavano nei pressi di Bakhmut: Andrew Bagshaw e Christopher Parry, di 28 e 48 anni. I contatti con loro si sono persi mentre cercavano di raggiungere Soledar da ovest, da Kramatorsk.

Ieri, allarmi aerei sono risuonati nell’Est dell’Ucraina: ci sono stati bombardamenti a Kurakhovo, nel Donetsk (se ne ignora il bilancio). Due donne sono state uccise dai missili russi in un mercato nel villaggio di Shevchenkove, nei presso di Kharkiv.

Il Cremlino mantiene alta la polemica sulla fornitura di armi dall’Occidente all’Ucraina.  In un post su Facebook, l’ambasciata di Russia in Italia mostra la foto di presunte mine italiane e scrive: “Queste mine di fabbricazione italiana TS/6.1, ТS50 е TS/2,4 (MATS/2) sono state disinnescate … sul territorio ucraino ed esposte nell’estate del 2022 in una mostra di armi catturate nel parco Patriot di Mosca. Quanti di questi ‘souvenirs d’Italie’ rimangono ancora in terra ucraina? Le persone ne soffriranno per molto tempo a venire…”.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto prima ha ripreso un tweet di Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne nella Rete Italiana Pace e Disarmo, secondo cui la foto “non c’entra con forniture militari recenti”; poi ha accusato l’ambasciata russa “di mentire sapendo di mentire”, diffidandola dal diffondere notizie “false e tendenziose”.

Per il premier ucraino Denys Shmyhal. “la Russia ha trasformato l’Ucraina nel più grande campo minato del mondo”.

Il Regno Unito sta valutando per la prima volta la possibilità di fornire all’Ucraina carri armati, forse una decina del tipo Challenger 2. E la Germania non escluderebbe di mandare a Kiev dei Leopard, dopo che la Francia ha promesso carri leggeri. Ciò segnerebbe un significativo aumento del sostegno occidentale all’Ucraina: finora, i Paesi Nato non hanno dato carri armati a Kiev.

Eventuali annunci su nuovi aiuti, specie sui carri armati, potrebbero essere fatti durante la riunione del Gruppo di contatto il 20 gennaio. Per Mosca, le forniture all’Ucraina di carri armati e altre armi non farebbero altro che “prolungare le sofferenze” degli ucraini, senza alterare gli equilibri di forza.

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov torna a minacciare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che va “colpito” in quanto “principale agitatore” del “satanismo” di Kiev e della Nato.

I ministri degli Esteri russo Serguiei Lavrov e cinese Wang Yi hanno ieri parlato di Ucraina, concordando – secondo la Tass – sul fatto che la politica Usa di “accendere lo scontro” tra Mosca e Pechino “è inaccettabile”. Un Vertice Ue-Ucraina si svolgerà il 3 febbraio a Kiev.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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