La tregua unilaterale del presidente russo Vladimir Putin è stata un flop annunciato. Meno di un’ora dopo l’entrata in vigore del cessate-il-fuoco per il Natale ortodosso, l’Ucraina ha attaccato tre volte con tiri di artiglieria l’area di Donetsk, usando cannoni da 155 mm “in dotazione alla Nato” – scrive la Tass, citando fonti dell’autoproclamata repubblica filorussa locale -. A loro volta, fonti ucraine segnalano che forze russe hanno colpito Kramatorsk, nell’Est del Paese, dopo che la tregua era ufficialmente scattata: “Gli occupanti hanno attaccato la città due volte con razzi” e hanno colpito un edificio residenziale, senza fare vittime.
Il cessate-il-fuoco natalizio, annunciato giovedì dal Cremlino, ma non accettato da Kiev, è in vigore dalle 12.00 di ieri ora di Mosca – le 10.00 in Italia – alla mezzanotte di oggi – le 22.00 in Italia -.
Come se la tregua non ci fosse, Kiev ha ieri enfatizzato, per tutta la giornata, il pericolo di attacchi: l’allarme aereo è scattato in tutta l’Ucraina e la popolazione è stata invitata a cercare riparo nei rifugi dopo il decollo di due caccia russi dalla base di Baranovichi in Bielorussia. Poco prima, dalla base di Machulyshchy, sempre in Bielorussia, erano decollati un aereo radar A-50U e un Mig-31K che può trasportare missili Kinzhal che l’antiaerea ucraina non sarebbe in grado di intercettare.
La vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk scrive: “Per il Natale ortodosso i russi stanno preparando attacchi terroristici nelle chiese dei territori temporaneamente occupati. Invito i cittadini a stare attenti e, se possibile, ad astenersi dal visitare luoghi affollati”. Segnali di diffidenza comprensibili, da parte ucraina: c’è chi ritiene il cessate-il-fuoco di Putin una trappola per addossarne la violazione agli ucraini. “Nessuna tregua per i russi, solo Hymars” è la frase che esce dal palazzo presidenziale di Kiev. E la Casa Bianca annuncia altri tre miliardi di aiuti militari all’Ucraina.
A dire una parola di pace, nel Natale ortodosso, è il papa dei cattolici. All’Angelus dell’Epifania, Francesco ha detto: “Rivolgo di cuore il mio augurio alle comunità delle Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, che celebrano il Natale il 7 gennaio. In modo particolare vorrei farlo giungere ai fratelli e alle sorelle del martoriato popolo ucraino. La nascita del Salvatore infonda conforto e speranza, ispiri passi concreti che possano finalmente condurre alla fine dei combattimenti e alla pace. Preghiamo tanto per l’Ucraina e per la pace”.
Le parole più di fede che di speranza del papa hanno un’eco sorprendentemente pessimista da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che nei giorni scorsi ha avuto contatti diretti con Putin e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il suo portavoce Ibrahim Kalin scrive su Twitter che “la guerra tra Russia e Ucraina probabilmente si inasprirà nei prossimi mesi”, anche se Ankara “continua i suoi sforzi per il negoziato, il cessate-il-fuoco, lo scambio dei prigionieri, la sicurezza degli impianti nucleari e l’export del grano”.
A fare spallucce al no ucraino alla tregua russa è il falco del Cremlino, l’ex presidente russo, attuale ‘numero due’ del Consiglio di sicurezza, Dmitri Medvedev: il no di Kiev “ci riduce i problemi”, “meno furbizie”. Washington giudica la mossa di Mosca “cinica”. Per l’intelligence Usa, mercenari della Wagner combattono a Bakhmut, la città su cui i russi esercitano ora la maggiore pressione; l’intelligence britannica riferisce che i miliziani filorussi del Donbass sono stati integrati nell’esercito russo.
Il consigliere Usa per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha parlato con il consigliere diplomatico della premier italiana Giorgia Meloni, Francesco Talò. Nel colloquio, riferisce la Casa Bianca, i due hanno condannato l’aggressione della Russia contro l’Ucraina e i suoi attacchi contro infrastrutture critiche e hanno ribadito il loro impegno a fornire assistenza a Kiev sia in termini di aiuti energetici che militari “per difendere la sovranità e la democrazia” del Paese.
In una telefonata a Zelensky, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che la Germania prevede d’inviare in Ucraina circa 40 veicoli corazzati Marder e il sistema missilistico Patriot entro la fine del primo trimestre. Zelensky ha ringraziato e ha chiesto altri aiuti ancora.