Scioperi a catena nella Gran Bretagna del premier conservatore Rishi Sunak: dopo le agitazioni delle Ferrovie nazionali, che hanno paralizzato il Regno Unito, ieri il Royal College of Nursing, cioè il più grande sindacato degli infermieri del Paese, ha iniziato il suo primo sciopero in assoluto su scala nazionale in 106 anni di storia.
La protesta, ieri protrattasi dalle 08.00 alle 20.00, prevede l’astensione dal lavoro per due giorni e si ripeterà, quindi, martedì 20 dicembre. Durante lo sciopero, sono state garantite solo cure ‘salvavita’ e alcune terapie urgenti, mentre i servizi di routine sono stati sospesi.
Circa 100.000 infermieri del Servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) vi hanno partecipato, dall’Inghilterra al Galles all’Ulster. La Scozia non è invece toccata dalla protesta. Le rivendicazioni riguardano retribuzioni e condizioni di lavoro: gli infermieri chiedono un aumento di stipendio pari al 19%, per far fronte all’aumento del costo della vita.
La vertenza ha subito assunto risvolti politici. Il leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, critica il premier Sunak per aver ignorato il benessere e le richieste del personale medico, uscito provato dalla pandemia, che aveva anche messo in evidenza l’impatto dei tagli alla sanità operati dai governi conservatori che si sono succeduti negli ultimi 12 anni, dal più longevo David Cameron a Theresa May, da Boris Johnson alla meteora Liz Truss.
Per il Regno Unito, vengono al pettine, tutti in una volta, i problemi innescati da traumi successivi: la Brexit, la pandemia, l’impennata dell’inflazione collegata alla guerra in Ucraina con l’aumento dei costi energetici.
L’agitazione degli infermieri britannici trova eco, in Europa, in quelle degli infermieri spagnoli, che il mese scorso hanno scioperato per ottenere migliorie salariali, e dei medici italiani del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), lo stipendio medio degli infermieri nel Regno Unito è di circa 42.000 euro l’anno. Lo stipendio annuo di un infermiere in Francia (35.531 euro) o in Italia (29.222 euro) è meno della metà di quello di un collega belga (72.508 euro) o svizzero (70.965 euro). In tutta l’Europa, sono sette i Paesi in cui gli infermieri guadagnano più di 50.000 euro l’anno.
I sindacati italiani osservano che “la legittima protesta degli infermieri britannici” evidenzia i disagi degli italiani: nel Regno Unito, lo stipendio netto base corrisponde a circa 2300 euro, cui si sommano bonus e straordinari; in Italia, lo stipendio netto base è di 1400 euro netti, senza bonus e straordinari. “Nemmeno la paga del più giovane degli infermieri inglesi”, dice Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
Secondo i sindacati britannici, gli aumenti degli stipendi inferiori all’inflazione compromettono qualità e continuità dell’assistenza ai pazienti, perché rendono difficile attrarre e mantenere infermieri. Invece, il governo Sunak respinge la richiesta che sarebbe insostenibile dal punto di vista finanziario e sostiene di rispettare le raccomandazioni indipendenti sull’aumento delle retribuzioni in funzione dell’inflazione.
Per Starmer, “Se c’è lo sciopero degli infermieri, tutto quello che Sunak e il governo devono fare è incontrare gli infermieri: la sua inerzia la dice lunga. Come sempre con questo premier, viene prima la politica dei pazienti: l’agitazione è una vergogna per il governo, che invece di mostrare leadership gioca con la salute delle persone”.
L’esecutivo tory ha scelto una linea dura, viene da dire thatcheriana: zero trattative, ma un appello alle organizzazioni sindacali perché revochino le astensioni dal lavoro “dannose” per il Paese.
Di fronte all’ondata di scioperi in arrivo, il governo conservatore risponde, in effetti, con strumenti d’ordine pubblica invece che con l’apertura di negoziati. Lunedì 12, il premier Sunak ha convocato
il comitato di emergenza Cobra per fare fronte alle eventuali emergenze derivanti dall’astensione dal lavoro degli infermieri, oltre che degli addetti alle ambulanze, paventando il rischio di paralisi degli ospedali e dei soccorsi.
E per ovviare allo sciopero dei funzionari doganali della Border Force, che controllano i documenti negli aeroporti, sono stati elaborati piani per l’utilizzo dei militari. Ma la Bbc critica l’approccio di Sunak: si prevede che le proteste sindacali provocheranno gravi disagi in diversi settori, specie durante le festività natalizie.