Qatar 2022 – La nazionale danese esce sconfitta dalla sfida contro l’Australia decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale. Un risultato secco, 1-0, riflesso dell’insipida partecipazione sportiva della Danimarca a questi Mondiali. Una squadra che, forse, ha accusato troppo le tensioni extracalcistiche.
Non era di certo questo l’esito che i danesi si aspettavano all’inizio di Qatar 2022. La Danimarca è finita ultima nel girone dietro, nell’ordine, a Francia, Australia e Tunisia. Un gol fatto, tre subiti, un solo punto conquistato. Nelle sei volte che si è qualificata al torneo mondiale nella sua storia, la nazionale biancorossa non ha mai fatto così male. Nel 2010, in Sudafrica, era già uscita al primo turno, ma portando a casa almeno una vittoria.
A suscitare ulteriormente le ire dei tifosi sono le reazioni, o meglio le mancate reazioni, da parte dei leader dello spogliatoio. Come riportato da B.T., i tre uomini immagine di questa squadra, Schmeichel, Eriksen, e Højbjerg, non si sono presentati davanti alle telecamere a fine partita per dare spiegazioni, ma hanno preferito “uscire dalla porta sul retro”.
Kristoffer Henriksen, consulente psicologico del team, in merito al dibattito extracalcistico che si è acceso attorno alla squadra, sui temi del mancato rispetto dei diritti umani e civili in Qatar, ha dichiarato: “Penso che abbia significato molto più di quanto i giocatori vogliano ammettere. Trovo davvero difficile immaginare di rimanere indifferenti al fatto che molte persone abbiano un’opinione su ciò che dovresti o non dovresti fare”.
Stando a quanto dichiarato a B.T. da Anne Kirstine Cramon, esperta di comunicazione, i giocatori danesi si trovano ora in un duplice vortice mediatico. Da un lato, hanno fornito una prestazione sportiva deludente; dall’altro, non hanno saputo testimoniare quei valori d’impegno umanitario come i loro connazionali s’aspettavano che facessero.
I temi dei valori hanno segnato la partecipazione della Danimarca alla competizione ancora prima di scendere in campo. Così ci troviamo a raccontare quella che, parafrasando il titolo di un celebre romanzo di Gabriel García Márquez, si potrebbe definire ‘cronaca di una disfatta annunciata’.
di Laura La Rosa e Massimiliano Tripodo