Qatar 2022 – A partire dal 2004, il Qatar ha iniziato a investire copiosamente nella crescita dei suoi giovani calciatori tramite la formazione della Aspire Academy, una struttura specializzata nella formazione delle giovani promesse dello sport. I risultati tardavano ad arrivare, e così dal 2010, anno in cui l’organizzazione dell’attuale edizione dei Mondiali è stata affidata al Qatar, la famiglia reale del paese del Golfo decise di investire maggiormente nel proprio sistema calcistico. Si stabilì allora di approfittare delle regole FIFA per naturalizzare calciatori provenienti da tutto il Mondo. Il regolamento della Federazione internazionale del calcio permette, infatti, di convocare in Nazionale giocatori con passaporto straniero che siano stati residenti nel Paese da almeno cinque anni.
Comincia così il progetto Football Dreams della Aspire Academy: presentato ufficialmente come un programma umanitario, ha in realtà l’obiettivo di scovare talenti in sedici Paesi, principalmente africani. Alle selezioni partecipano ogni anno circa 500mila ragazzi tra i 13 e i 15 anni: la squadra degli scout è capitanata da Josep Colomer, ex osservatore del Barcellona che ha scoperto, tra gli altri, Lionel Messi. La fase finale della selezione si tiene in Qatar e vi accedono 50 promesse del calcio, tra le quali ne saranno selezionate solo 20. Non tutti, però, decidono di giocare per la nazionale qatariota: molti vengono ceduti a squadre europee, permettendo all’Academy di fare enormi plusvalenze.
Il primo successo dell’Aspire è stata la vittoria della Coppa d’Asia under 19 nel 2014. La squadra vincitrice era un gruppo eterogeneo composto da alcuni giocatori nati in Qatar e da altri naturalizzati. L’allenatore era lo stesso che oggi guida la nazionale maggiore: Felix Sanchez, ex tecnico delle giovanili del Barcellona.
Il più grande successo dell’Academy arriva nel 2019; e non è da poco. Il Qatar vince la Coppa d’Asia: è la prima volta per uno stato del Golfo. Il capocannoniere e miglior giocatore della competizione è Almoez Ali, nativo del Sudan, ma cresciuto nell’Academy.
Considerando i soli tre milioni di abitanti e la mancanza di una grande tradizione calcistica, la vittoria della Coppa d’Asia e il conseguente raggiungimento della 55esima posizione nel ranking FIFA rappresentano due traguardi eccezionali. Il Gulf Times, in un articolo del 20 novembre 2022, parla dell’“ora d’oro” del Qatar, sottolineando come il periodo più fervido di questa nazionale sia arrivato proprio grazie alla professionalizzazione della struttura formativa e all’implementazione di impianti all’avanguardia che sono “l’invidia del Mondo”, scrive il quotidiano. E aggiunge che questi Mondiali giocati in casa saranno, a prescindere dai risultati sportivi, un’occasione che deve essere “goduta e assaporata per le generazioni a venire”.
Certo è che la nazionale padrone di casa ha preso molto sul serio questa Coppa del Mondo, lo testimonia il fatto che i calciatori sono stati in ritiro dal mese di maggio. L’esordio della competizione, tuttavia, non è stato dei migliori per i Maroons che sono stati sconfitti 0-2 dall’Ecuador senza mai tirare in porta e offrendo, nel complesso, una prestazione molto negativa.
di Alessio Ricciuto e Giovanni Vitale