Qatar 2022 – Una canzone uruguayana punzecchia Argentina e Cile sui Mondiali, ma la rivalità diventa fratellanza sotto lo slogan #Juntos2030. L’Uruguay, tra le grandi attese di questa edizione, ha scaldato i motori, in campo – sicuramente – ma anche e soprattutto fuori, con quella garra charrua tutta uruguaiana che, ora dopo ora, prende il sopravvento sulla razionalità degli hinchas.
Ci ha pensato il cantante uruguaiano Pino Arocena a rendere il clima ancor più rovente con un testo che celebra la Celeste in vista del suo cammino mondiale, ma che allo stesso tempo stuzzica i vicini sudamericani. Diventato virale su Tiktok, il brano ha suscitato polemiche in Argentina, Cile e Brasile. E così, mentre la rivalità tra i sudamericani diventa sempre più palpabile al diminuire della sabbia nella clessidra qatariota, in sudamerica già si pensa al 2030.
Tra i candidati ad ospitare i Mondiali del centenario ci sono infatti Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay. Tutte insieme appassionatamente, come direbbe Robert Wise, si sono unite sotto lo slogan #Juntos2030. I quattro Paesi saranno in lizza con Spagna e Portogallo per accogliere i 24i campionati mondiali di calcio. A presentare la candidatura, qualche mese fa, è stato il presidente della Conmebol (Confederación sudamericana de Fútbol), che ha annunciato l’iniziativa dallo stadio di Montevideo, proprio dove nel 1930 ci fu la prima
finale mondiale, tra l’altro vinta dall’Uruguay ai danni dell’Argentina.
Corsi e ricorsi storici non fanno altro che mettere del pepe su questi Mondiali. E chissà, anche su quello del Centenario. Tra un abbraccio di un fratello sudamericano e una risatina di scherno, la prima stoccata nella canzone di Arocena è stata proprio nei confronti dell’Argentina “battuta varie volte da ospiti. C’erano Messi, Maradona, ma la Celeste a Buenos Aires fu campione”, con riferimento ai successi uruguaiani in Coppa America.
Ancor più pungenti i due versi dedicati ai cileni “i più falliti che non sanno quanto pesa la coppa: se sei cileno, non puoi parlare di calcio”. Dei quattro Paesi che si sono uniti per ospitare l’edizione dei Mondiali 2030, solo il Paraguay non è finito nel mirino della canzone della discordia, ma forse solo perché non si è qualificato per il Qatar – come del resto il Cile – ed è il più modesto calcisticamente parlando..
Provocazioni a parte, le federazioni restano fermamente unite nella candidatura per i campionati del 2030, ben consapevoli di come da una manifestazione di tale portata organizzata a casa propria si possano ottenere benefici. I dettagli del progetto non sono ancora stati resi noti ma saranno presentati nel maggio del 2023 alla FIFA, che l’anno successivo designerà i paesi ospitanti.
In attesa del responso finale la spedizione uruguaiana entra nel vivo con la sfida lanciata ai rivali del Sud America per far impazzire di gioia – citando Arocena – “i tre milioni che non vorresti mai incontrare”.
di Alice Arosio, Giulia Bellocchi, Lorenzo Canicchio, Giulia Casula, Martina Dalmiani