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Usa – Arabia saudita: Khashoggi, Biden dà immunità a Mbs, manco Trump

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/11/2022

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L’Amministrazione Biden arriva dove neppure Donald Trump aveva mai osato arrivato, nonostante le pressioni del suo ‘buon amico’ Mohammed bin Salman, principe ereditario d’Arabia saudita, l’uomo forte a Riad, mandante comprovato per l’intelligence Usa e turca dell’omicidio dell’oppositore Jamal Khashoggi, un commentatore del Washington Post ucciso, nel febbraio 2018, nel consolato saudita di Istanbul.

Non male, per uno che aveva cominciato la sua presidenza rifiutandosi di telefonare al principe Mbs e poi chiamando re Salman e non il suo delfino. Ma Joe Biden aveva già rinunciato a tenere il punto e aveva visitato l’Arabia saudita e ‘dato il pugno’ all’erede al trono, sperando di ottenere in cambio un aumento della produzione di petrolio saudita e, quindi, un allentamento dei prezzi alla pompa negli Usa. E, invece, Riad e Mosca hanno fatto comunella e hanno ridotto la produzione.

Forse perché Mbs voleva proprio quello che ora ha ottenuto, anche se in base a considerazioni diplomatiche e non giudiziarie. Su richiesta del Dipartimento di Stato, gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno stabilito che a Mbs va concessa l’immunità nella causa intentata contro di lui dalla fidanzata di Khashoggi, perché il principe è stato recentemente nominato premier saudita e ha, di conseguenza, diritto all’immunità in quanto capo di governo straniero, per quanto “atroce” sia l’omicidio di cui è responsabile – l’aggettivo è nel documento ufficiale -.

Hatice Cengiz, la fidanzata di Khashoggi, e l’organizzazione di Washington per i diritti umani Dawn, fondata dal dissidente ucciso, hanno avviato una causa contro bin Salman e altre 28 persone nell’ottobre 2020 presso la Corte distrettuale federale di Washington, affermando che gli assassini “hanno rapito, legato, drogato, torturato e ucciso” Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul; poi, il corpo è stato smembrato, i resti non sono mai stati ritrovati. Su Twitter, Cengiz scrive: “Jamal è morto oggi una seconda volta … Nessuno si aspettava una decisione del genere. Pensavamo che ci sarebbe forse stata una luce nella giustizia Usa. Ma ancora una volta il denaro viene prima”.

Il presidente Biden è stato informato, ma se ne lava le mani: “Decisione del Dipartimento di Stato, che ha fatto richiesta a quello della Giustizia”, giocano a scaricabarile i portavoce alla Casa Bianca prima di avventurarsi in sottili distinguo.”E’ una decisione legale presa dal Dipartimento di Stato, sulla base di principi ben consolidati e di lunga data del diritto internazionale consuetudinario; e non ha nulla a che fare col merito del caso”.

Mbs aveva già chiesto l’immunità a Trump, che non gliel’aveva però concessa (forse solo perché non aveva fatto in tempo, o non aveva ancora la giustificazione diplomatica del ruolo di premier assunto dal principe saudita). Non a caso la notizia, che creerà irritazione negli ambienti liberal, esce dopo le elezioni di midterm e anche dopo il G20, dove avrebbe certo causato imbarazzo.

A Bali, Mbs, che aveva avuto bilaterali con il presidente turco Erdogan e con il premier britannico Sunak, era finito sotto il fuoco delle critiche per una questione vestimentaria: alla cena di gala, infatti, gli ospiti si erano presentati in abiti tradizionali indonesiani, camicia sgargiante gli uomini, scialle le donne. Solo il principe saudita non s’era adeguato ed era apparso con la sua tunica bianca d’ordinanza – suscitando mormorii di disapprovazione in sala stampa -. Ma Mbs è avvezzo a ben altre critiche.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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