HomeUsaUsa 2024: midterm azzoppa più Trump di Biden, traguardo lontano

Usa 2024: midterm azzoppa più Trump di Biden, traguardo lontano

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/11/2022

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Il voto di midterm non è ancora archiviato – in Georgia, per il Senato, ci saranno i supplementari, con il ballottaggio il 6 dicembre –, ma è già Usa 2024, cioè corsa alla Casa Bianca. Joe Biden e Donald Trump escono entrambi dalle elezioni di martedì un po’ ammaccati nelle loro ambizioni d’un secondo mandato; ed acquista forza l’ipotesi che né l’uno né l’altro siano sulla scheda delle prossime presidenziali.

Per il presidente si prospettano due anni difficili e contorti, di compromessi da negoziare – giorno per giorno – con il Congresso. La Camera repubblicana gli impedirà di attuare la sua agenda e lo costringerà a baratti e concessioni. E, nel Congresso, c’è una pletora di negazionisti – un centinaio di eletti lo considerano un presidente illegittimo, perché il voto 2020 sarebbe stato truccato -.

Biden potrà però giocare la carta della politica estera: già la prossima settimana, al Vertice del G20 di Bali in Indonesia, vedrà il presidente cinese Xi Jinping: è il loro primo incontro non virtuale; e cade nel momento in cui le relazioni Usa-Cina sono al punto più basso da decenni.

Sull’Ucraina, la linea dell’Amministrazione è a rischio: Kevin McCarthy, probabile nuovo speaker della Camera, ha già detto “basta” agli assegni in bianco, economici e militari, a Kiev; e la sinistra dei democratici chiede iniziative diplomatiche per innescare un processo negoziale.

Forte dell’esito meno negativo del temuto del voto di midterm – il meno peggio dei risultati ottenuti da un presidente democratico negli ultimi 40 anni –, Biden è forse tentato di non farsi da parte per Usa 2024, nonostante i tassi d’apprezzamento bassi e l’evidente fragilità; e, intanto, prende tempo. Nell’attesa, gli altri potenziali candidati alla nomination democratica restano coperti. I risultati di martedì fanno, però, emergere due governatori vincenti: Gavin Newsom, California, e Gretchen Whitmer, Michigan. Campane a morto, invece, per le ambizioni di Beto O’Rourke, battuto una seconda volta in Texas, e di Stacey Abrams, ancora sconfitta in Georgia.

Ci sono pure la vicepresidente Kamala Harris, il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg e, nel libro dei sogni, Michelle Obama. A sinistra, cercasi portabandiera: Bernie Sanders è molto anziano, Alexandria Ocasio-Cortez troppo giovane – nel 2024, non avrà i 40 anni necessari -.

Il magnate ex presidente, che intende annunciare martedì prossimo la candidatura alla nomination repubblicana per Usa 2024, non è più sicuro di ottenerla, perché gli cresce contro il prestigio di Ron DeSantis, un ex sodale ora rivale, confermatissimo governatore della Florida e stella sempre più luminosa nel firmamento repubblicano, ultra-conversatore, ma meno divisivo.

Nel midterm, Trump ha visto molti suoi candidati eletti, ma ha anche sbagliato mosse cruciali, specie in Pennsylvania, dove i suoi candidati hanno perso sia lo Stato che il seggio del Senato. Com’è nel suo stile, l’ha presa malissimo: furioso, ha incolpato tutti dei passi falsi – persino Melania, riferisce la stampa Usa -, meno che se stesso.

A DeSantis, Trump ha rivolto un’esplicita minaccia: “Se Ron corre per la Casa Bianca, deve stare attento: dirò cose non belle sul suo conto. So di lui più di chiunque altro, forse persino più di sua moglie”.

L’ex portavoce Kayleigh McEnany consiglia al magnate di rinviare l’annuncio della candidatura: fare passare il ballottaggio in Georgia e lasciare stemperare le critiche per la scelta dei candidati. Ma c’è chi ha fretta di affossarlo: il New York Post, il giornale di riferimento di Trump, titola “DeFuture”, con gioco di parole doppio riferito a DeSantis, e dedica la prima a ‘Trumpty Dumpty’; e il Wall Street Journal vede in lui “il più grande perdente del voto”, con i suoi candidati “pessimi” battuti in seggi che potevano essere “chiaramente vinti”. Anche la Fox, per anni la sua voce, lo molla: Trump “è il passato” e i repubblicani devono ora scommettere su DeSantis. Tre indizi fanno più di una prova: Rupert Murdoch, l’editore dei tre media, ha cambiato cavallo; e i repubblicani, forse, stanno per farlo.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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