Il Ducato – Nuova legislatura: un’occasione per affrontare problemi annosi
Il Ducato 14/10 – Fine di un biennio, il XVI dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino; e inizio di una legislatura, la XIX della Repubblica italiana. I due eventi, non certo fra di loro confrontabili, s’incrociano nelle pagine de Il Ducato. I nostri giornalisti, al momento del commiato da Urbino, hanno raccolto i buoni propositi dei parlamentari marchigiani neo-eletti: come fare fronte a esigenze ed emergenze del territorio urbinate, lo spopolamento e l’isolamento, l’assetto territoriale e l’evoluzione climatica, la sanità e il turismo.
Problemi spesso connessi e che richiedono risposte locali, ma in un contesto regionale e nazionale. Il Ducato, nel rinnovarsi ogni due anni delle sue redazioni, s’impegna a verificare la corrispondenza tra le priorità ora indicate e le iniziative intraprese e i risultati ottenuti dai parlamentari del territorio, in un esercizio reciprocamente utile di dialogo e di stimolo: dare notizia delle cose fatte e segnalare antiche carenze e nuovi problemi.
In una città, in una comunità, spesso non c’è nulla di meno noto di ciò che è da sempre lì, immutato e apparentemente immutabile, abbandonato e deserto. E’ il caso del carcere di San Girolamo, chiuso dal 1987 e che i cronisti de Il Ducato hanno visitato: un’esplorazione inquietante, scorci da thriller di Alfred Hitchcock in bianco e nero. Un bene da recuperare alla comunità, superando le difficoltà che certo ci sono, pastoie burocratiche, esigenze finanziarie: obiettivo, fare di un luogo di reclusione un luogo d’incontro.
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E’ il momento di riparare una terra di nuovo sconvolta da un’alluvione
Il Ducato 23/09 – I disastri naturali e le tragedie umane e sociali della scorsa settimanale nelle Marche, che hanno scosso e coinvolto anche la comunità e il territorio di Urbino, rendono drammaticamente palesi paure e rischi che sono davanti a noi, in un tempo non prevedibile, ma che può essere imminente, considerate la imprevedibilità e la subitaneità dei fenomeni atmosferici che ne sono all’origine.
In subordine allo sforzo di aiuto e di solidarietà sui Urbino e gli urbinati hanno generosamente partecipato, le inondazioni che hanno investito da Cantiano a Senigallia hanno innescato polemiche su due fronti: l’inadeguata, nel livello e nella tempestività, allerta; e la mancata prevenzione perché, nonostante i precedenti del 2014, ben poco era stato sostanzialmente fatto per mettere in sicurezza quel territorio, anche là dove gli interventi necessari erano stati individuati.
La prima polemica ha uno spessore relativo: le caratteristiche dei fenomeni rendono tempestività ed efficacia delle allerte oggettivamente aleatorie, anche se questo non esime dallo sforzo di migliorare previsioni e canali di comunicazione. Invece, la seconda polemica affonda nel ventre ineluttabilmente molle delle lungaggini, inefficienze, superficialità, compiacenze italiche: può e deve servire a fare scattare la molla di azioni perché le prossime ‘bombe d’acqua’ non siano così devastanti. In attesa che azioni a lungo termine, non a dimensione del territorio, ma planetarie, riducano e rendano meno violenti e più rarefatti i fenomeni atmosferici eccezionali.
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L’estate è torrida, non è solo questione di clima
Il Ducato 24/06 – Urbino è uno dei vertici del ‘triangolo del fine vita’ marchigiano e italiano, lungo i cui lati correvano le storie di Fabio di Fermignano, di Mario – il nome di battaglia di Federico – di Senigallia e corre ancora quella di Antonio, pure un nome di fantasia, la cui residenza non è nota. Una concentrazione di eventi che la sociologa Roberta Bartoletti, docente all’Università di Urbino, e la giornalista Nicoletta Grifoni, caporedattrice del Tgr Marche, spiegano con la solidarietà di tutta una comunità e con un’attenzione mediatica costante e non morbosa.
Ora, questa comunità solidale ha due nuove emergenze: l’estate torrida, dopo una primavera secca, con problemi idrici per la città e la campagna e una gamma di soluzioni possibili, ma da attuare; e una mobilitazione ‘stile crociata’ per difendere la diocesi, destinata alla fusione con quella di Pesaro dopo le dimissioni per limiti di età dell’arcivescovo, monsignor Giovanni Tani.
Le forze politiche hanno trovato un’inconsueta unanimità su un documento che contesta la decisione della Santa Sede e sollecitano tutti i comuni dell’arcidiocesi a condividerlo. Le ragioni della protesta affondano nella storia – i Papi del territorio, i vincoli tra Federico di Montefeltro e la Chiesa –, ma hanno anche radici nell’attualità: se Urbino è capoluogo di provincia, ha diritto alla diocesi. C’è chi propone un pellegrinaggio dei fedeli a Roma anti-accorpamento, chi uno sciopero dell’8×1000.
L’estate di Urbino sarà di fuoco, metaforicamente e climaticamente. Il Ducato tornerà a settembre e la augura anche di turismo, cultura e serena vacanza, specie per gli studenti della Maturità.