L’Ucraina chiede l’invio di una missione di osservatori internazionale alla diga di Kakhovka, il cui cedimento, per un atto di sabotaggio o per un attacco russo, avrebbe conseguenze catastrofiche: Kiev paventa l’inondazione di 80 centri e della città di Kherson. Il premier ucraino Denys Shmyhal invita l’Onu e l’Ue a essere protagonisti dell’iniziativa: “Gli esperti internazionali devono arrivare immediatamente sul sito della centrale, così come il personale ucraino”.
Ma le autorità filo-russe della regione di Kherson, annessa a Mosca dopo i referendum farsa non riconosciuti dalla comunità internazionale, negano di aver minato la diga, che alimenta un’importante centrale idroelettrica. L’allarme era stata lanciati giovedì dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando ai leader dell’Ue riuniti a Bruxelles.
La diga di Kakhovka è un altro tassello della nuova fase del conflitto, che dal 10 ottobre i russi hanno spostato sul terreno delle infrastrutture essenziali al buon funzionamento dell’Ucraina, a partire proprio da quelle energetiche. Secondo il Ministero dell’Energia ucraino, gli attacchi russi hanno colpito “almeno la metà delle nostre capacità di generazione termica”. Non tutte le centrali colpite hanno però smesso di funzionare.
Ieri mattina, diverse esplosioni hanno scosso la città di Kharkiv, ma, nel complesso, sembrano esserci stati meno attacchi russi dei giorni precedenti.
Ieri, c’è stato un colloquio telefonico fra i responsabili della Difesa Usa Lloyd Austin e russo Sergey Shoigu. In una nota del Pentagono, si legge che “Austin ha enfatizzato l’importanza di mantenere linee di comunicazione aperte nonostante la guerra in Ucraina”. Dopo il colloquio, che non deve essere andato molto bene, il presidente russo Vladimir Putin ha negato d’avere intenzione di parlare con il suo omologo Usa Joe Biden: s’era ipotizzato un incontro o un colloquio fra i due, a margine del Vertice del G20 a Bali in Indonesia a metà novembre.
Zelensky accusa Putin di ritardare “deliberatamente” l’export di cereali dall’Ucraina attraverso quei ‘corridoi sicuri’ creati con la ‘pace del grano’ del 22 luglio. E il governo di Kiev teme l’ingresso nel conflitto della Bielorussia, il cui presidente Aleksandr Lukashenko fa dichiarazioni ambivalenti: dice che il suo Paese si prepara alla guerra da 25 anni, ma nega intenzioni bellicose ed esclude d’avere ordinato una mobilitazione del tipo di quella attuata in Russia. “Se non vogliono combattere contro di noi, non ci sarà guerra!”, afferma, assicurando che le forze bielorusse entreranno in azione solo rispondendo ad eventuali minacce. Il dispiegamento congiunto di forze russe e bielorusse desta allarme, ma è “esclusivamente difensivo”.
Al termine del Consiglio europeo di Bruxelles, il presidente della riunione Charles Michel fa sapere che l’Ue valuta come utilizzare i beni russi congelati sul proprio territorio come strumento per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Dal Vertice è pure venuto l’annuncio di sanzioni dell’Ue – oltre che della Gran Bretagna – contro l’Iran per la vendita di droni alla Russia (Teheran la nega).
Fronte Nato, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che pare avere messo in sordina la vocazione alla mediazione tra Mosca e Kiev, dopo gli ultimi smacchi, apre a un incontro “subito” con il nuovo premier svedese Ulf Kristersson: in gioco, l’ok di Ankara all’adesione di Stoccolma all’Alleanza, tuttora subordinato all’estradizione di curdi rifugiati in Svezia.
Un’inchiesta di The Intercept documenta il rapporto esistente tra Yevgheny Prigozhin, ricco uomo d’affari russo, amico di Putin, e il Gruppo Wagner, un’organizzazione di mercenari che combatte per la Russia in Ucraina, dopo averlo fatto in Siria e Libia. Era noto che Prigozhin aveva contribuito alla creazione del Gruppo Wagner; un video in possesso di The Intercept proverebbe che tuttora lo controlla.
L’Italia è stata coinvolta in due episodi del conflitto ucraino. Eurofighter dell’Aeronautica militare italiana, impegnati in attività di controllo aereo in Polonia, si sono levati in volo per intercettare aerei russi lungo i confini polacchi. E il Cremlino ha protestato per l’arresto in Europa, su richiesta degli Usa, di due cittadini russi, tra cui l’imprenditore Artem Uss, fermato lunedì alla Malpensa.