Black-out programmati, a Kiev e altrove in Ucraina, per risparmiare energia e per evitare incidenti, dopo che gli attacchi russi degli ultimi dieci giorni, con aerei, missili e droni, hanno seriamente danneggiato le infrastrutture energetiche, con una perdita delle capacità produttive valutata al 40%. I black-out variano dalle quattro alle otto ore, a seconda delle aree.
Parlando al Consiglio europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che, in caso di cedimento sotto i bombardamenti della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, 80 villaggi potrebbero essere inondati e pure Kherson sarebbe minacciata. Le carenze di forniture energetiche sarebbero gravi e ci sarebbe il rischio di una nuova spinta migratoria verso l’Ue.
Ieri mattina, per quasi due ore, da poco dopo le 10 locali a poco prima delle 12, un’allerta aerea è stata dichiarata su tutta l’Ucraina, perché aerei militari russi erano decollati dalla Bielorussia. Secondo fonti ucraine, un Mig-31K che può trasportare il missile ipersonico Kinzhal è stato in volo per un’ora e mezza circa, scortato da due caccia decollati dall’aerodromo di Baranovichi. Secondo fonti bielorusse, si trattava di “un pattugliamento programmato delle frontiere aeree dello Stato”. L’episodio conferma i timori ucraini di un coinvolgimento bielorusso nel conflitto.
Gli attacchi russi contro installazioni ucraine essenziali fanno entrare la guerra in una nuova fase. Ma dalla Russia, oltre che missili e droni, arrivano nuovi moniti. Il Ministero degli Esteri, tramite Maria Zakharova, la sua portavoce, ha ieri ribadito che il flusso di armi della Nato verso l’Ucraina avvicina l’Alleanza “alla pericolosa linea dello scontro militare diretto con la Russia”; e s’è pure scagliato contro la missione di addestramento europea per 15mila soldati ucraini, che accresce “qualitativamente il coinvolgimento dell’Ue, rendendola parte del conflitto”. Ogni mese, armi Nato per un miliardo di dollari finiscono, per Zakharova, “sul mercato nero”.
La Russia rimane, però, aperta al dialogo con gli Stati Uniti sulla de-escalation e sul mantenimento della stabilità strategica, sulle misure di riduzione del rischio, incluso l’uso di strumenti di controllo degli armamenti: un dialogo, però, precisa Zakharova, “possibile solo sulla base di parità dei diritti e rispetto degli interessi della Russia”. Mosca accusa la Svezia di “nascondere qualcosa” nell’inchiesta sul sabotaggio dei gasdotti NordStream 1 e 2.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ieri visitato un centro d’addestramento delle truppe mobilitate, mentre si alza il livello della polemica sulla cessione di droni dall’Iran alla Russia. La Nato sollecita Teheran a non fornirli a Mosca, l’Ue s’appresta ad adottare “in tempo record misure restrittive”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian nega le forniture e chiede “alle autorità ucraine di fornire prove sul presunto uso di droni iraniani nella guerra in Ucraina” da parte della Russia. Gli Usa affermano che le prove “sono abbondanti”.
Un episodio del 29 settembre, ma emerso ieri, testimonia la pericolosità della situazione tra Russia e Nato: un aereo russo ha sganciato un missile vicino a un aereo britannico che pattugliava lo spazio aereo internazionale sul Mar Nero. Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha manifestato le proprie preoccupazioni al collega russo Sergei Shoigu. Dopo l’episodio, Londra avrebbe sospeso i pattugliamenti.
Un altro segnale della crescente pericolosità della situazione ucraina è che la Cina ha di nuovo invitato i suoi cittadini a lasciare il Paese e “ad evacuare il prima possibile”.
I corpi di 111 civili e 35 militari sono stati trovati in alcune trincee e tombe senza nome a Lyman, città da poco riconquistata dagli ucraini.
A Milano, alla Malpensa, l’imprenditore russo Artem Uss, figlio del governatore di Krasnoyarsk, è stato arrestato mentre si stava imbarcando per Istanbul su mandato di cattura internazionale emesso dal Dipartimento della Giustizia Usa. L’uomo, 40 anni, non sapeva di essere ricercato: è accusato con quattro connazionali e due venezuelani, di elusione delle sanzioni e riciclaggio; avrebbe ottenuto tecnologia militare da società Usa e contrabbandato milioni di barili di petrolio. E’ in carcere a Busto Arsizio, in attesa di una richiesta d’estradizione.