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Ucraina: nucleare, Biden evoca l’Armageddon, Lavrov accusa Kiev

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 08/10/2022 e per il blog di Media Duemila pubblicato il 12/10/2022 https://www.media2000.it/armageddon-nucleare-pericolo-reale/

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“Per la prima volta dai tempi della crisi dei missili a Cuba – nel 1962, sessant’anni or sono, ndr -, c’è la minaccia di una ‘Armageddon nucleare‘”. Le parole del presidente Usa Joe Biden e l’immagine biblica provocano un brivido di paura a chi visse la sfida tra Kennedy e Krusciov: “E’ colpa di uno che conosco bene: il suo nome è Vladimir Putin. Non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche, perché il suo esercito è in difficoltà”.

Sull’Armageddon, il presidente ucraino Vododymyr Zelensky gli va in scia: “Siamo sull’orlo di un disastro nucleare per la presa della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte delle truppe russe”, dice ai leader dei 27. “La Russia ha portato la guerra nella nostra terra. Solo perché il popolo ucraino ha fermato l’invasione, la Russia non può ancora portare la guerra altrove in Europa, nei Baltici, o in Polonia, o in Moldavia”. E Zelensky torna ad evocare la liberazione della Crimea.

Mosca rovescia il discorso dell’Armageddon. “L’Ucraina potrebbe usare vari tipi di armi di distruzione di massa”, dice il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov: “A proposito dell’intensificarsi delle discussioni sul possibile uso di armi nucleari, non possiamo ignorare le azioni sconsiderate del regime di Kiev, che mirano a creare rischi di ricorso ad armi di distruzione di massa”. E Lavrov avverte “gli Usa e gli altri sponsor del regime di Kiev”: ogni ulteriore coinvolgimento li renderà parti del conflitto.

Preoccupato dall’Armageddon, un Paese nucleare ‘fuori legge’, il Pakistan, invita a “restare ragionevoli”, perché “l’atomica non è un’opzione”. All’Osa, 24 Paesi latino-americani condannano la Russia, tutti tranne Argentina, Brasile e Messico, i tre più grandi e più popolosi. La Russia chiede un voto segreto all’Onu sul testo che condanna le annessioni di Donetsk e Lugansk e delle aree di Kherson e Zhaporizhzhia.

L’Occidente resta compatto. L’Australia promette all’Ucraina nuovi aiuti militari e l’Ue trova l’intesa per addestrare militari ucraini e a giorni varerà nuovi aiuti per due miliardi di euro: i leader dei 27 affermano di non essere intimiditi dalle minacce nucleari. La Francia crea un fondo – inizialmente di 100 milioni di euro – per sostenere lo sforzo bellico ucraino. La Spagna calcola di avere finora fornito armi ed equipaggiamenti per 238 milioni di euro. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola dice: “L’Ucraina ha bisogno di armi pesanti e carri armati. I 27 possono darglieli”, perché “la Russia ha attuato una nuova escalation e noi dobbiamo rispondere in modo adeguato”.

Sul terreno, la giornata è fitta d’indicazioni contrastanti. I filo-russi rivendicano la ripresa di parte del territorio di Bakhmut, nel Donetsk, con l’aiuto dell’artiglieria russa: le località riconquistate sarebbero Otradovka, Veselaya Dolina e Zaitsevo. Fonti ucraine confermano che le forze russe cercano di bloccare la loro controffensiva, ma rivendicano a loro volta la distruzione di tre depositi di munizioni russi nel Sud del Paese e “l’uccisione di 105 invasori”. I soldati di Kiev avrebbero inoltre distrutto otto carri armati russi, 15 veicoli blindati e decine di pezzi di artiglieria e abbattuto una decina di droni di modelli diversi. Le autorità ucraine assicurano vita salva e sicurezza ai russi che s’arrendono; quelle russe – si dice, ma non v’è conferma – silurano l’ennesimo generale.

Permane la minaccia di attacchi aerei e missilistici su tutto il territorio dell’Ucraina. Ieri, secondo fonti di Kiev, i russi hanno lanciato otto missili e 15 attacchi aerei e hanno colpito oltre 25 località, oltre ai bersagli consueti (Kharkiv, Mykolaiv, Nikopol fra gli altri). Otto persone sono rimaste ferite nell’area di Kharkiv e una donna è stata ferita dallo scoppio di una mina nella zona di Izyum. L’area di Zaporizhzhia è stata attaccata con droni khamikaze.

I filo-russi replicano che cinque civili sono morti e altrettanti sono rimasti feriti quando gli ucraini hanno bombardato un ponte su cui transitava un autobus nella regione di Kherson, una di quelle  che Mosca considera annesse. E’ accaduto vicino al villaggio di Darivka. Il ponte Daryivskiy, lungo un centinaio di metri, è uno dei pochi passaggi controllati dai russi sul fiume Inhulets, un affluente del Dnipro.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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