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Ucraina: Zelensky vieta i negoziati per decreto, Putin verso test nucleari

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 05/10/2022

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Negoziati di pace vietati per decreto: Volodymyr Zelensky ratifica una decisione che di fatto vieta le trattative con Vladimir Putin e afferma la necessità di rafforzare le capacità di difesa dell’Ucraina. La decisione del Consiglio di sicurezza e difesa risale al 30 settembre e coincide con l’annessione alla Russia di quattro territori ucraini e con la ripresa della controffensiva delle forze di Kiev, che ieri hanno segnato nuovi successi. Il governo ucraino ha anche inviato alla Nato la domanda d’adesione, che è stata ieri ricevuta dal segretario generale Jens Stoltenberg.

In una telefonata con Zelensky, il presidente Usa Joe Biden gli ha rinnovato l’impegno a sostenere l’Ucraina dall’invasione della Russia “per tutto il tempo necessario” e ad imporre sanzioni contro chiunque avalli le annessioni. Biden invierà a Kiev nuove armi per 625 milioni di dollari.

“Raggiungere la pace in Ucraina è impossibile senza soddisfare le richieste della Russia”, sottolinea il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Fonti di stampa autorevoli, a partire dal Times di Londra, attribuiscono a Putin la preparazione di un test nucleare ai confini dell’Ucraina, ma l’informazione è contrastata.

Le truppe ucraine hanno accelerato la loro avanzata, costringendo i russi a ritirarsi sia nel Donetsk che nel Lugansk, ma pure nell’area di Kherson a Sud. Tutte zone, insieme a quella di Zaporizhzhia, di cui il Senato di Mosca ha ieri ratificato, un giorno dopo la Duma, l’annessione alla Russia, che Putin considera irreversibile.

Il ministero della Difesa russo ha mostrato, durante il briefing di ieri, una mappa da cui emerge l’entità della ritirata delle forze di Mosca da alcuni territori settentrionali della regione di Kherson: le truppe russe hanno lasciato diverse località tra cui Dudchany, sulla riva ovest del fiume Dniepr.

“Siamo obbligati a fermarci e a riorganizzarci per consolidare le nostre postazioni e per addestrare le nuove reclute. E questo richiederà del tempo”, spiega alla tv di Stato Dmitry Sablin, vice-presidente del Comitato di difesa russo.

La bandiera ucraina è stata issata nel villaggio di Davydiv Brid, nell’area di Kherson. La località, scrive il deputato Roman Lozynskyi, che presta servizio nelle forze di difesa di Kiev, è stata “violentata dall’occupazione russa, ma, dopo la vittoria, diventerà una delle perle dei nostri viaggi nel sud dell’Ucraina. Incontriamoci sul fiume Inhulec!”.

D’altro canto, a riprova del fatto che la guerra è spietata chiunque la faccia, giornalisti dell’Ap riferiscono di avere visto a Lyman, due giorni dopo la fuga degli invasori della cittadina, i cadaveri di almeno 18 soldati russi ancora a terra, mentre i corpi degli ucraini erano stati tutti raccolti.

Il Times di Londra cita un’informativa dell’intelligence inviata dalla Nato agli Stati membri, che avverte di possibili azioni belliche di Mosca fra cui test del missile sottomarino Poseidon equipaggiato di una testata nucleare. Secondo altre fonti, un treno militare della divisione nucleare dell’esercito russo si starebbe dirigendo verso l’Ucraina.

Fonti militari occidentali hanno però detto di non avere “nessuna indicazione” che le forze armate russe stiano mobilitando mezzi o personale connessi all’arsenale nucleare: “Tutto al momento è nella norma”. Per Peskov, la Russia non vuole “partecipare” alla “retorica nucleare” di “media e politici occidentali”.

Intervistato dalla Cbs, il direttore della Cia Bill Burns avverte che Putin può essere “abbastanza pericoloso e sconsiderato”, se viene messo alle strette: il presidente russo deve “essere preoccupato, non solo di ciò che sta accadendo sul campo di battaglia in Ucraina ma anche di ciò che sta accadendo a casa sua e a livello internazionale”. Burns fa un esempio: la Cina, che a febbraio prometteva alla Russia “un’amicizia senza limiti”, si rifiuta di offrirle supporto militare.

Fronte sabotaggio dei gasdotti NordStream, unità della Marina e della guardia costiera svedese stanno incrociando nel tratto del Mar Baltico dove si sono verificate le perdite di gas, cercando d’appurare le origini delle falle. Fonti svedesi confermano la presenza di navi nell’area nei giorni immediatamente precedenti l’incidente, senza però precisarne la nazionalità.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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