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Ucraina: Onu prova a prendersi la scena, ma ci riesce solo Erdogan

Scritto per Il fatto Quotidiano del 21/09/2022

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L’Onu prova a prendersi la scena, che non ha mai saputo fin qui tenere, nel conflitto in Ucraina, proprio nel giorno in cui la Russia accelera sui referendum per l’annessione dei territori occupati e verso la mobilitazione generale. Oggi, il presidente Usa Joe Biden lancerà un appello al sostegno dell’Ucraina contro l’invasione della Russia; ieri, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha giudicato “una farsa” e respinto come “inaccettabili” i referendum della Russia per l’annessione del Donbass – lo stesso linguaggio degli Stati Uniti e dell’Alleanza atlantica -.

Come accade ogni anno, la passerella dei leader all’Assemblea generale delle Nazioni Unite vede un brulichio di riunioni e bilaterali al Palazzo di Vetro, mentre i discorsi si succedono dalla tribuna dell’emiciclo.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres apre i lavori: la guerra in Ucraina e la crisi da essa aggravata dopo la pandemia minacciano il futuro dell’umanità: “Il Mondo è in pericolo, paralizzato … I rapporti che arrivano da Izyum”, dove sono state scoperte fosse comuni e camere della tortura, “sono “estremamente inquietanti”.

Guterres cita la ‘pace del grano’ firmata a Istanbul il 22 luglio come esempio positivo di diplomazia in azione – anche perché è l’unica iniziativa in cui l’Onu abbia finora messo lo zampino -; ma deve ammettere che quell’intesa, che garantisce l’export dei cereali ucraini, è ancora incompleta, perché resta “da affrontare urgentemente la crisi del mercato dei fertilizzanti”.

In attesa di Biden – reduce dai funerali della Regina Elisabetta II a Londra, sarà oggi a New York -, uno dei protagonisti della giornata d’apertura è il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che sollecita una “via dignitosa” per uscire dalla crisi ucraina e invoca una pace da ottenere con “mezzi diplomatici razionali, giusti e applicabili” e che garantisca la sovranità dell’Ucraina.

Erdogan, che con Guterres, anzi più di Guterres, è stato l’artefice della ‘pace del grano’ e che anche ieri ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rivela qualcosa delle conversazioni in Uzbekistan la scorsa settimana col presidente russo Vladimir Putin, che lui qualifica di “caro amico”: “E’ disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile… Penso che uno scambio di 200 prigionieri segnerà un passo avanti significativo”.

Eccesso di ottimismo? Erdogan, che incontra Scholz, dice: “Se in Ucraina si raggiungerà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante e si farà”, glissando, però, sulla Crimea.

La diplomazia a 360 gradi del presidente turco prevede un incontro, oggi, con il premier israeliano Yair Lapid: il primo faccia a faccia tra i leader di Israele e Turchia dal 2008. Nell’agenda di Biden, oggi, c’è solo un bilaterale con la premier britannica Liz Truss. Ma incontri combinati ‘last minute’ sono sempre possibili, nei corridoi del Palazzo di Vetro.

Ieri, c’è stata una riunione dei ministri degli Esteri dei 27, che hanno ribadito il fermo sostegno dell’Ue all’Ucraina. Ma che vi siano incrinature nel punto di vista occidentale lo dimostra l’intervento del presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro, che i riti dell’Onu vogliono parli sempre per primo, dopo il segretario generale.

“La soluzione del conflitto in Ucraina si può ottenere solo con il dialogo”, dice Bolsonaro, contrario alle “sanzioni unilaterali” e pronto a dare priorità “al cessate il fuoco e agli aiuti alla popolazione”. Partendo da posizioni politiche antitetiche, anche il presidente cileno Gabriel Boric chiede all’Onu di “prendere le azioni necessarie per fermare la ingiusta guerra della Russia contro l’Ucraina e porre fine a tutti gli abusi dei potenti in ogni luogo del mondo”.

Guterres colloca la guerra sullo sfondo di “una crisi globale senza precedenti del costo della vita”; “una tempesta perfetta” in quasi 100 Paesi, molti in Africa, oltre un miliardo e mezzo di persone, Guterres propone di stimolare gli obiettivi di sviluppo sostenibile giocando su Banca Mondiale, cancellazione del debito, espansione della liquidità e ricorso ai fondi specializzati.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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