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Ucraina: non solo Zaporizhzhia, sfiorata un’altra centrale nucleare

Scritto per Il fatto Quotidiano del 20/09/2022

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Un missile russo ha colpito un obiettivo vicino a una centrale nucleare nel sud dell’Ucraina, vicino a Mykolaiv. La potente esplosione è avvenuta in una zona industriale, “a soli 300 metri dai reattori dell’impianto di Pivdennoukrainsk”. La compagnia nucleare statale ucraina Energoatom riferisce che l’onda d’urto ha danneggiato edifici della centrale: tre linee elettriche ad alta tensione sono state temporaneamente scollegate. Non ci sono vittime tra il personale dell’impianto.

Il presidente ucraino Volodymir Zelensky commenta : “La Russia mette in pericolo il mondo intero. Dobbiamo fermarla prima che sia troppo tardi”.

Nelle prime ore del mattino sono stati anche lanciati otto missili su Zaporizhzhia, città nella cui area si trova la più grande centrale nucleare d’Europa – non si ha notizia di vittime -: la provenienza è contestata, ucraini e russi s’accusano a vicenda. Della situazione a Zaporizhzhia. hanno ieri discusso i ministri degli Esteri russo Serguiei Lavrov e francese Catherine Colonna, già a New York, dove oggi si apre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Ieri, è stata una giornata d’intensi bombardamenti russi: tre attacchi missilistici, 22 aerei, colpite oltre 90 infrastrutture in oltre 30 insediamenti. Dieci civili sono stati uccisi e 22 sono rimasti feriti nelle regioni di Dnipropetrovsk, Donetsk, Sumy e Kharkiv, a Zaporizhzhia e Mykolaiv. A Nikopol missili hanno danneggiato strutture idriche, linee elettriche ed edifici civili.

Dopo che l’Ucraina, in una settimana, aveva liberato tanto territorio quanto i russi ne avevano preso in cinque mesi, c’è un rallentamento nella controffensiva. Per Zelensky, è una fase di preparazione: “Può sembrare che ci siamo dati una calmata, ma ci stiamo solo preparando al prossimo balzo”.

Analisti militari notano che i russi ora occupano il 20% circa del territorio ucraino: le loro difficoltà logistiche potrebbero peggiorare con l’inverno. Gli ucraini continuano a martellarli nelle loro basi: una potente esplosione è stata segnalata nell’area dell’aeroporto di Melitopol; un’installazione russa a Kadiivka, nel Lugansk, sarebbe stata distrutta. Nelle ultime 24 ore, ci sono stati 21 attacchi aerei ucraini su postazioni russe: colpite 16 aree di concentrazione delle truppe e sistemi di difesa aerea.

L’arsenale ucraino sarà rafforzato da quattro obici semoventi tedeschi PzH2000, che si aggiungono ai 10 analoghi già forniti dalla Germania.

Colpisce, a sei mesi dall’inizio dell’invasione, la persistente mancanza di superiorità aerea da parte della Russia: per l’intelligence britannica, è uno dei fattori principale della fragilità operativa dell’aggressione dell’Ucraina. Si stima che la Russia abbia perso quattro aerei negli ultimi giorni – sarebbero almeno 55 dall’avvio delle operazioni -.

Per sopperire alla carenza di uomini al fronte, Mosca pare raschiare il fondo del barile: secondo fonti non confermate, ha inviato in Ucraina 400 detenuti della prigione di Tambov.

Il Cremlino smentisce come “menzogne” le denunce ucraine di atrocità commesse da truppe russe nel Nord-Est dell’Ucraina, dopo l’annuncio della scoperta a Izyum di fosse comuni. “E’ lo scenario di Bucha, è una messinscena”, dice il portavoce Dmitry Peskov. Ieri, sui luoghi s’è recato l’elemosiniere del Papa, cardinale Konrad Krajewski.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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