“La guerra in Ucraina è entrata in una fase cruciale” e “i prossimi mesi saranno un test per l’unità dell’Alleanza atlantica”: lo dicono il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il segretario di Stato Usa Antony Blinken, parlando alla stampa a Bruxelles. Blinken, di ritorno da Kiev, nota che “i primi segnali della controffensiva ucraina sono positivi, le forze di Kiev stanno facendo progressi tangibili a Kherson e a Kharkiv”. Ma, ammette, “non si sa dove porterà la controffensiva”: la Russia è pronta “a spendere uomini e risorse” e non vuole “prendere la strada della diplomazia”.
Stoltenberg conferma: “Le forze ucraine sono riuscite a bloccare l’offensiva di Mosca nel Donbass, a colpire dietro le linee russe e a riconquistare territori … Il nostro aiuto fa la differenza ogni giorno sul campo di battaglia”. Blinken incalza: “La nostra unità è essenziale per raggiungere gli obiettivi: aumentare la pressione sulla Russia e assicurare che l’Ucraina sia in una posizione più forte quando inizieranno i negoziati, dato che la guerra finirà quando ci sarà un accordo tra Kiev e Mosca”.
La pressione Usa sugli alleati europei s’è intensificata negli ultimi giorni, all’emergere di esitazioni e timori sul fronte energetico. Blinken dice: “Non lasceremo al freddo i nostri amici europei”, ma “è il momento di scegliere: lasciarsi alle spalle la dipendenza dall’energia russa, che Mosca userà sempre per ricattarci, e procedere alla transizione energetica”. In una riunione virtuale, ieri, i leader di G7, Ue, Nato hanno confermato la linea delle sanzioni, “Funzionano”.
“Nei prossimi mesi – aggiunge Stoltenberg – le nostre unità e solidarietà saranno messe alla prova, con le pressioni sulle forniture e l’impennata dell’inflazione…. Il prezzo che paghiamo noi si misura in denaro, mentre il prezzo che pagano gli ucraini si misura in vite umane. E tutti noi pagheremo un prezzo molto più alto se la Russia e altri regimi autoritari vedranno premiata l’aggressione”.
Secondo fonti militari ucraine, la controffensiva ha provocato pesanti perdite alle forze russe: ieri, sono stati “eliminati 59 invasori” ed è stata distrutta “una quantità notevole” di materiale militari, oltre a un ponte e due depositi di munizioni – 700 i kmq di territorio riconquistati -. Per cercare di reagire, la Russia manda rinforzi nella regione di Kharkiv, dove la situazione – ammette – “è complicata e controversa”. Civili filo-russi vengono evacuati verso aree più sicure.
Gli ucraini accusano i russi di usare la popolazione come “scudo umano” nell’area di Kherson. Bombe sono cadute su Kharkiv e su Bakhmut nel Donbass. Video girati a Balakliya, località liberata dall’esercito ucraino a 70 km a sud-est di Kharkiv, mostrano i residenti accogliere i soldati di Kiev abbracciandoli. Un obice ucraino avrebbe ucciso due civili a una fermato del bus a Donetsk.
Per l’Aiea, il blackout di ieri a Energodar, dove c’è la centrale nucleare di Zaporizhzhia, “compromette la sicurezza delle operazioni”. L’Agenzia intima di “cessare subito i bombardamenti nella zona”, dove ieri gli ucraini avrebbero provato a sfondare il fronte, e la prossima settimana potrebbe anche invitare la Russia a sgomberare l’impianto. Ieri, due operatori ucraini sarebbero stati “picchiati a morte” dai russi.
Ieri, l’Ecofin ha dato via libera ad aiuti all’Ucraina per 5 miliardi di euro. Sta per giungere a Kiev per la quarta volta l’elemosiniere di Papa Francesco, card. Konrad Krajewski, con aiuti concreti.