Ucraina – Mentre viene sospesa “per ragioni tecniche” l’erogazione di energia elettrica dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia verso i territori sotto controllo di Kiev, Mosca usa l’atomica con l’Occidente come bastone e carota e lo accusa “di giocare a scacchi con la morte”: un’immagine alla Ingmar Bergman da ‘Il Settimo Sigillo‘. L’incubo nucleare continua a gravare su questo conflitto: il Cremlino ha già ammonito la Casa Bianca a non varcare la linea rossa di un coinvolgimento diretto nella guerra.
Intanto, l’impianto ucraino occupato dai russi, dove ci sono ancora ispettori dell’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia nucleare, subisce nuovi attacchi. Proprio l’Aiea, da Vienna, chiarisce che l’interruzione dell’erogazione d’energia sulla rete elettrica ucraina principale viene attualmente compensata su una linea secondaria.
Il vice-presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev, un ex presidente ed ex premier, il ‘super-falco’ di questo conflitto, avverte su Telegram che “l’intero arsenale nucleare strategico è rimasto nel nostro Paese ed è da noi mantenuto a un livello d’efficienza molto alto. Questa è la migliore garanzia per preservare la potenza della Russia”.
Per Medvedev, l’Occidente intende approfittare del conflitto in Ucraina per avviare “un nuovo ciclo di disintegrazione” delle istituzioni russe dopo il crollo dell’Urss nel 1991, per privare la Russia “d’una governance efficace”, come avvenne negli Anni Novanta, ai tempi di Boris Ieltsin. “È chiaro che tutti questi sono sogni sporchi” di chi pensa “a come farci a pezzetti. Ma sono tentativi davvero estremamente pericolosi”, che “non si possono sottovalutare” e che “ignorano un semplice assioma: la disintegrazione violenta di una potenza nucleare è sempre una partita a scacchi con la morte”.
Non è chiaro fino a che punto le parole dell’ex presidente rispecchino la posizione del Cremlino. Medvedev ha spesso assunto, negli ultimi mesi, posizioni provocatorie ed estremiste.
Da Mosca, dove ieri l’ex premier un po’ contraddittoriamente ha reso omaggio a Mikhail Gorbaciov – il presidente russo Vladimir Putin non l’ha fatto -, parte però anche un’esortazione agli Stati Uniti a continuare i contatti attraverso i canali diplomatici per riprendere il prima possibile le ispezioni del trattato New Start. La lancia – via la Tass – l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov. Il New Start è il trattato sulla riduzione delle armi nucleari firmato da Usa e Russia a Praga l’8 aprile 2010: sostituisce tutti i precedenti accordi Start e Sort. A tutt’oggi, è l’unico patto bilaterale esistente tra Usa e Russia e l’unico trattato in vigore in materia di disarmo nucleare, dopo che, nel 2018/’19, l’Amministrazione Trump denunciò l’Inf sugli euromissili. Il New Start è valido fino al 4 febbraio 2026 e prevede reciproche ispezioni. Un suo rinnovo va rinegoziato; e la trattativa va preparata.
Il media specializzato NavalNews segnala la presenza di un sottomarino nucleare russo d’attacco, forse dotato di missili da crociera, in acque italiane, fra Malta e la Sicilia. Non è chiaro da quando l’unità operi nell’area, dove può essere stato dislocato per sostituire l’incrociatore Marshal Ustinov che ha lasciato il Mediterraneo il 24 agosto. Venerdì, c’è stata per diverse ore un’intensa attività aeronautica Usa nell’area dove era stata rilevata la presenza del sottomarino russo.
A Zaporizhzhia, Mosca sostiene di avere sventato l’altra sera “un nuovo tentato assalto ucraino” contro la centrale nucleare: “Alle 23 ora di Mosca, due gruppi di imbarcazioni con 250 elementi delle forze speciali e mercenari stranieri hanno tentato di infiltrarsi sulla costa presso Energodar e Dneproprudny”, recita un comunicato del Ministero della Difesa. Sono entrati in azione “quattro caccia Su-30s e due elicotteri Ka-52 VKS, che hanno distrutto 20 imbarcazioni su 42”. Le perdite ucraine sarebbero “quasi 50”.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sentito il russo Putin, s’è complimentato con lui – dice la Tass – per l’accoglienza dell’Aiea a Zaporizhzhia ed ha affermato – dicono fonti di Ankara – che la Turchia è pronta a fare da mediatore fra Russia e Ucraina sulla centrale nucleare. Un ruolo che Erdogan ha già esercitato con successo, con la ‘pace del grano’ del 22 luglio, che permette l’export di cereali ucraini attraverso corridoi navali sicuri.
Da Kiev, fonti della presidenza ripetono il mantra che la guerra finirà solo con la liberazione di tutti i territori ucraini, mentre Olena, moglie del presidente Volodymyr Zelenski, intervistata dalla Bbc, afferma che “l’Occidente conta i pennies” del sostegno all’Ucraina, “mentre noi contiamo i morti”.
Sul fronte dell’energia, Gazprom ha aumentato i flussi di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina, ma non in misura da compensare l’interruzione delle forniture via North Stream.