Che i documenti classificati che Donald Trump aveva sottratto dalla Casa Bianca e s’era portato a Mar-a-lago in Florida – almeno 184, di cui 25 ‘top secret’ – non fossero custoditi in luogo sicuro, lo dimostra la vicenda della donna ucraina che, fingendosi ereditiera dei Rothschild, s’era infiltrata nel circolo ristretto del magnate ex presidente. La donna, Inna Yashchyshyn, 33 anni, è ora indagata dall’Fbi ed era già indagata dalle autorità canadesi.
Inna, figlia di un camionista dell’Illinois, si faceva beffe della ‘security da operetta’ di casa Trump ed entrava ed usciva con documenti falsi: forse, non era una spia, ma solo una ‘socialite’ da strapazzo; ma una spia professionista avrebbe fatto di meglio (o di peggio), con tutti quelle carte confidenziali a portata di mano.
Dovrebbe bastare la storia di Inna a screditare il magnate ex presidente. Invece, negli Stati Uniti c’è aria di guerra civile: Trump aizza i suoi sostenitori e chiede nuove elezioni presidenziali immediate e il senatore repubblicano Lindsey Graham segnala il rischio di proteste e sommosse se il magnate sarà incriminato per il ‘Mar-a-lago gate’, cioè per avere illegalmente tenuto centinaia di documenti che dovevano andare agli Archivi Nazionali.
Per Trump, che come sempre sostiene di non avere fatto nulla di sbagliato e di avere ‘declassificato’ le carte sottratte – ma l’ordine non si trova -, la perquisizione dell’Fbi a Mar-a-lago l’8 agosto “è stato un assalto alla democrazia”, fra i “più eclatanti nella storia” Usa. “Il Dipartimento di Giustizia e l’Fbi stanno interferendo nelle elezioni al più alto e disonesto livello mai visto in questo Paese”.
Secondo molto analisti, l’incriminazione del magnate è scontata. Potrebbe essere quello il momento in cui la rabbia dei suoi sostenitori si scatenerà: l’America potrebbe rivivere scene analoghe all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, organizzato per capovolgere l’esito delle elezioni.
Con poche eccezioni, i congressman repubblicani restano, però, cauti, in questa fase; e i democratici iniziano a sperare che gli eventi più recenti consentano loro di tenere la maggioranza alla Camera e al Senato, nelle elezioni di midterm l’8 novembre.
Avvisaglie di violenza già ci sono state, con minacce all’Fbi e pure agli Archivi Nazionali, che sono nella bufera sui social e sotto attacco. La polizia ha aumentato le pattuglie di ronda intorno alla sede a Washington.