Fermenti di guerra civile negli Stati Uniti, dove Donald Trump ‘dà fuori’ e aizza i suoi sostenitori chiedendo nuove elezioni presidenziali “immediate”. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, rivale del magnate nel 2016, oggi suo alleato, segnala il rischio di proteste e sommosse se Trump, com’è probabile, sarà incriminato per il ‘Mar-a-lago gate’, cioè per avere illegalmente portato e tenuto nella sua magione in Florida centinaia di documenti riservati destinati agli Archivi Nazionali.
Nè Trump né Graham negano i fatti. Ma sostengono che i democratici avevano fatto di peggio. E l’ex presidente contesta all’Fbi, che gli ha perquisito la casa, di avere insabbiato una vicenda relativa a Hunter Biden, il figlio del presidente Joe, durante la campagna 2020: “Se non l’avesse fatto, avrei facilmente vinto … Questa è frode e interferenza… Il rimedio è dichiarare il giusto vincitore o riconoscere le elezioni del 2020 irrimediabilmente compromesse e tenerne di nuove”. Graham, che prospetta “rivolte nelle strade”, rivanga l’inchiesta sulle mail classificate di Hillary Clinton, faccenda archiviata alla vigilia del voto 2016 – vinto da Trump -.
Per il magnate, la perquisizione a Mar-a-lago “è stato un assalto alla democrazia, fra i più eclatanti nella storia” Usa: “Il Dipartimento di Giustizia e l’Fbi stanno interferendo nelle elezioni, al più alto e disonesto livello mai visto in questo Paese”. E lui insiste: “Non ho fatto nulla di sbagliato”.
Trump chiede un procuratore speciale; il Dipartimento della Giustizia si oppone, perché – spiega – la revisione dei documenti trovati a Mar-a-lago è praticamente finita. Secondo molto analisti, l’incriminazione dell’ex presidente è scontata. E, a quel punto, la rabbia dei suoi sostenitori potrebbe scatenarsi.
Con poche eccezioni, i congressman repubblicani sono però cauti, in queste ore, pur minacciando un’inchiesta parlamentare su Hunter Biden, se otterranno la maggioranza alla Camera nel voto di midterm. I democratici invece iniziano a sperare che i fatti più recenti consentano loro di mantenere la maggioranza alla Camera e al Senato. Ci sono segnali che la credibilità dell’ex presidente stia crollando: il suo social Truth ha perso il 75% del suo valore.
Avvisaglie di violenze già ci sono state: minacce all’Fbi e agli Archivi Nazionali, un’agenzia usa operare nella massima discrezione e ora sotto attacco per avere insistentemente chiesto a Trump documenti illegalmente detenuti. Le ronde di polizia intorno alla sede a Washington sono state aumentate.
Ad alzare la tensione e l’allarme, c’è il clima di violenza che regna quest’estate negli Stati Uniti: solo nel fine settimane, ci sono state sparatorie letali nell’Oregon, in Texas, a New York.