Ucraina – Ore d’ansia per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, scollegata ieri a due riprese dalla rete elettrica nazionale ucraina e poi riconnessa: non era mai accaduto nei quasi 40 anni di attività dell’impianto. L’allarme è venuto da fonti ucraine. Fonti russe hanno invece comunicato il ripristino delle forniture di corrente, giustificando l’interruzione con pesanti bombardamenti ucraini della scorsa notte, che hanno provocato incendi boschivi e un corto circuito. Gran parte delle regioni sotto controllo russo nelle province di Zaporizhzhia e Kherson sono rimaste senza elettricità per diverse ore. Il ritorno alla normalità è poi stato confermato anche dall’Ucraina.
L’episodio, i cui contorni non sono ancora chiari, conferma la precarietà della situazione e il rischio di un incidente che inneschi una catastrofe nucleare: è urgente un’ispezione dell’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica. Il Ministero della Difesa russo assicura “la necessaria assistenza” alla missione Aiea, l’Onu ne sollecita l’arrivo.
S’è intanto aggravato il bilancio dell’attacco missilistico russo sulla stazione ferroviaria di Chaplyne nella regione di Dnipropetrovsk, dove – secondo fonti ucraine – almeno 25 persone sono morte. Invece, fonti russe dicono d’avere colpito con un missile Iskander un treno militare, uccidendo oltre 200 soldati.
Bombe e missili sono caduti anche ieri su varie località ucraine. Esplosioni sono state udite la notte nell’area di Kiev, in particolare nel distretto di Vyshhorodskyi, alle porte della capitale. Non si ha notizia di vittime o feriti. Fonti militari ucraine affermano che i russi si stanno ritirando lungo cinque direttrici.
Con un decreto, il presidente russo Vladimir Putin ha aumentato gli effettivi delle forze armate, portandoli a 1.150.628 da 1.1013.628, 137.000 unità in più, oltre il 12%. Invariato invece il numero dei civili che lavorano per le forze armate, 889.130. La misura, però, non ha effetto immediato: entrerà in vigore il primo gennaio 2023.
E’ stata una giornata senza significativi sussulti diplomatici: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che era a Kiev, ha assicurato il sostegno italiano al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La Cina ha ribadito la volontà di migliorare le relazioni economiche e commerciali con la Russia: quest’anno, l’interscambio sarà record, nonostante l’intralcio delle sanzioni dell’Occidente contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
Invece, la Commissione europea constata che, a sei mesi dall’aggressione russa, non tutti i Paesi dell’Ue hanno sospeso il rilascio di permessi di soggiorno a cittadini russi e bielorussi nell’ambito dei programmi per investitori.