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Ucraina: Giornata dell’Indipendenza con sirene d’allarme, non campane a festa

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/08/2022

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Altro che campane a festa. Sono state le sirene degli allarmi anti-aereo a svegliare gli abitanti di Kiev nel giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina, che coincide con il sesto mese dall’invasione russa. Ci sono, però, stati mazzi di fiori sul monumento ai caduti, mentre una fila di carri armati russi distrutti s’allungava su un viale della capitale. In un video, il presidente Volodymyr Zelensky ha ripetuto che l’Ucraina “si batterà fino alla fine” contro l’aggressore russo e “non farà alcuna concessione o compromesso con il nemico”.

La temuta recrudescenza di attacchi russi non c’è stata: bombardamenti e lanci di missili sono proseguiti con la consueta intensità. Zelinsky ha ricevuto la visita non annunciata del premier britannico Boris Johnson – è stata la sua terza volta a Kiev -, venuto a sciorinare solidarietà. L’hanno espressa, sia pure a distanza, tutti i leader occidentali.

IL presidente Usa Joe Biden ha ufficializzato un pacchetto di aiuti da quasi tre miliardi di dollari, che serviranno, fra l’altro, per sistemi di difesa aerea, sistemi d’artiglieria, munizioni e materiale bellico vario. In una dichiarazione, Biden impegna gli Stati Uniti “a sostenere il popolo ucraino che continua a difendere la propria sovranità”. Il Washington Post osserva che il conflitto ha rafforzato “l’identità ucraina”. E l’ex capo della Cia David Petraeus afferma che gli ucraini stanno passando alla controffensiva.

Parlando al Consiglio di Sicurezza, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha notato che sei mesi di guerra “assurda” in Ucraina sono un “triste e tragico traguardo”. Intervenendo in video alla riunione, Zelensky ha detto che “il futuro del mondo si decide in Ucraina” e che “la Russia deve essere chiamata a rispondere” dei suoi crimini.

Nella giornata, non vi sono stati sviluppi negoziali o diplomatici, a parte la disponibilità della Siria a riconoscere le repubbliche del Donbass. Alla fine dell’udienza generale, Papa Francesco ha pregato per l’Ucraina, per “tanti innocenti che stanno pagando la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia”; e ha pure pregato per Darya Dugina, la figlia dell’ideologo del revanscismo russo Aleksander Dugin, uccisa in un attentato nella notte tra sabato e domenica, “una povera ragazza saltata in aria per una bomba che era sotto il sedile della sua auto a Mosca”.

La parole del Pontefice hanno “molto deluso” l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede. Andrii Yurash, in un tweet, ha scritto: “Non si può parlare nelle stesse categorie di aggressore e vittima, stupratore e stuprato … Com’è possibile citare uno degli ideologi dell’imperialismo russo come vittima innocente? Dugina è stata uccisa dai russi come vittima sacra e ora è in campo come scudo di guerra”. S’è intanto appreso che l’incontro tra Francesco e Kirill in Kazakhstan non ci sarà: il patriarca russo ha dato forfait.

Come l’Ucraina, anche la Russia approfitta del contesto per regolare conti interni. Evgenj Roizman, ex sindaco di Ekaterinenburg dal 2013 al 2018 ed ex deputato alla Duma dal 2003 al 2007, dopo essere stato animatore di una campagna molto popolare contro la polizia corrotta, è stato arrestato perché parla di “invasione”, invece che di “operazione militare speciale”, e considera l’aggressione all’Ucraina “un tradimento nei confronti dei russi”.

Sul fronte della disinformazione, la Russia rilancia l’accusa agli Usa di avere piani per sviluppare armi proibite in Ucraina: il ministro della Difesa Sergej Shoigu dice che “il Pentagono ha finanziato oltre 30 laboratori ucraini dove sono state sviluppate componenti di armi biologiche” – una tesi mai suffragata da prove -. Per Shoigu, l’Occidente usa l’Ucraina come “strumento di guerra ibrida” contro la Russia.

A Zaporizhzhia, dove sta per giungere una missione dell’Aiea, l’agenzia per l’energia atomica dell’Onu – colloqui preliminari sono in corso a Istanbul -, la situazione della centrale nucleare resta controversa. Secondo fonti ucraine, un dipendente dell’impianto e l’autista del taxi su cui viaggiava sono stati uccisi da un colpo di mortaio russo fuori dalla cinta della centrale. All’Onu, Zelensky accusa la Russia di portare “il mondo sull’orlo di una catastrofe nucleare”: “I bombardamenti russi su Zaporizhzhia mettono l’Europa sotto la minaccia delle radiazioni… Mosca deve porre immediatamente fine al ricatto nucleare”.

Dalla Nuova Zelanda, giunge notizia che un militare neozelandese, in congedo senza soldo, è stato ucciso mentre combatteva come volontario con gli ucraini. La Nuova Zelanda ha soldati che addestrano militari ucraini nel Regno Unito. Secondo fonti ucraine, oltre 500 neozelandesi si erano offerti di combattere nel conflitto, anche se non è chiaro quanti poi l’abbiano davvero fatto.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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